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Mar 09, 2018 Paolo Reali 3570volte

Montalcino (SI), 2° Brunello Crossing: da cartolina!

Passaggio tipico Passaggio tipico Paolo Reali-Rob Mandelli

Innamorato come sono della Toscana mi son fatto nuovamente tentare dal Brunello Crossing, giunto alla seconda edizione; e così sabato 10 febbraio eccomi ancora una volta a Montalcino, incantevole città medievale posta su di un colle che domina le valli dell’Asso, dell’Ombrone e dell’Arbia. E’ questa una zona dove i trail si sprecano, fino al più impegnativo di tutti, la cento km del Tuscany Crossing che qui ha la stazione intermedia. Consolidata è ormai l’esperienza degli organizzatori dell’evento e a costoro va in prima battuta un ringraziamento per aver messo in piedi una manifestazione a dir poco impeccabile, ai limiti della perfezione, dando la precedenza alla sicurezza degli atleti tramite la capillare disposizione lungo tutto il tracciato di balises e cartelli vari.
Insomma nulla da eccepire: anzi, forse una delle migliori performance logistiche in campo nazionale, che è riuscita a rendere onore al magnifico percorso.
Come dicevo, tutto ha inizio il sabato con una calorosa accoglienza, tutta toscana, presso il teatro Astrusi ove si svolge il briefing, per poi proseguire all’ interno del chiostro cinquecentesco della chiesa di S. Agostino con un pasta party nella miglior tradizione senese, a base di formaggi, salumi vari, minestra di farro e cinghiale in umido.
La mattina, salutato qualche amico non visto la sera prima (ormai siamo sempre gli stessi), mi accingo a partire. Il panorama è quello che ci si immagina: bellissimi paesaggi da cartolina si alternano a dolci saliscendi. Spesso dimentichiamo che viviamo in un posto meraviglioso, ricco di aspetti naturalistici che in molti ci invidiano. Siamo nella parte alta della Val d’Orcia, un connubio di arte e paesaggio, spazio geografico ed ecosistema che, proprio per la sua estrema bellezza ha consentito per millenni tramite la via Cassia le comunicazioni tra Roma ed il nord Italia. La valle è un eccezionale esempio di come il paesaggio naturale sia stato ridisegnato nel Rinascimento e rispecchi gli ideali del "buon governo"  in cui l’armonia tra l’uomo e la natura raggiunge livelli sublimi. Le dolci colline ricoperte da una fitta vegetazione di vigneti, oliveti, cipressi, faggeti e castagneti, interrotta da antichi abitati di origine medievale, case rurali e rocche con torri impervie che si disperdono nell'isolata e tranquilla natura dei luoghi: è questo lo scenario che si presenta ai nostri occhi, suggestivo proprio come ritratto dai maestri della scuola senese.
Quest’anno la gara offre 1720 metri di dislivello, quasi 300 in più dell' anno scorso, per 44,700 km, e sei ristori comprensivi di tutto, anche del vino: specialmente nella seconda parte dove la fatica si fa sentire.
Il percorso si sviluppa nella prima parte su comode carrabili sterrate fiancheggiate da cipressi,sino a giungere tramite un ripido pendio in cima ad un imponente poggio (località Poggio alle Mura) da dove domina la valle il Castello Banfi, il cui primo nucleo fu costruito strategicamente già prima dell'anno 1000.
Si abbandona momentaneamente la Val d’Orcia per salire verso i 440 m del piccolo borgo medievale di Sant' Angelo in Colle, antico possedimento dell'abbazia di Sant'Antimo (che ebbe il suo periodo di massimo splendore tra l'XI e il XII secolo, con ampia giurisdizione su chiese e territori circostanti) posto su uno dei poggi che circondano la valle del torrente Starcia, affluente dell’Orcia. Si corre tra gli onnipresenti filari di vite, e qui il panorama si apre verso il Monte Amiata.
E’ la volta di affrontare le ripide discese verso valle per poi risalire verso il Ventolaio, ove il percorso del Brunello Crossing di 44 km si ricongiunge con il percorso di 23 km; e da qui ci si avvia su di una discesa detta "il Patataio" per attraversare un altro borgo medievale, Castelnuovo dell'Abate. Poche centinaia di metri per esser al cospetto dell'Abbazia di Sant'Antimo, chiesa in stile romanico dove Carlo Magno, di ritorno da Roma attraverso la Via Francigena, nel 781 avviò la costruzione del Monastero.
Dulcis in fundo, quando ormai si è in vista della turrita Montalcino, è d’obbligo una sosta al ristoro del km 40, gestito dal team dell’ “Eroica”,ove è posta in bella mostra una bicicletta d’epoca: l’addetto, agghindato con la maglia e i pantaloni in lana dei ciclisti di una settantina di anni fa o forse più, ci rifocilla con un bel piatto di minestra di farro innaffiata dall’ottimo olio toscano.
L’arrivo è ad un tiro di schioppo, non cedo neanche un minuto e in salita, sull’ultimo tratto di sterrato, riprendo a correre affiancando le mura di Montalcino. L’ingresso nel centro storico del paese ha luogo attraversando la sua porta medievale per percorrere poi sempre in salita un tratto lastricato ove inaspettatatamente e con somma gioia incontro mia moglie Sabrina, che mi ha sostenuto sempre e sopportato nelle mie manie e fobie. Il corso finale e il traguardo nella piazza sono le emozioni più belle di questa magnifica gara.
La missione è compiuta. Si è trattato ancora una volta di un viaggio interiore; ciò che rimane è come sempre un bagaglio umano di notevole spessore, ci si mette in gioco per testare la propria resistenza fisica, la capacità di sostenere certi ritmi, superare i propri, ascoltare interiormente se stessi, le proprie emozioni e fatiche, percependo alla fine valori essenziali quali il rapporto con gli altri.
Nello stesso tempo sono soddisfatto perché mi sento bene, non ho dolori, ma soprattutto ho riavuto modo di ammirare panorami unici, che danno la forza per ripetere l’impresa il prossimo anno. Altri giorni ancora passeranno per ripensare malinconico e orgoglioso alla gara conclusa e cercare nuove sfide, cosciente di essere ancora più forte e consapevole nell’animo. Soddisfatto per il mio piccolo risultato e con la mente perfettamente sgombra di ogni preoccupazione, ritengo di aver trascorso una giornata perfetta.

Ecco il video girato personalmente: 

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