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Il concetto di “Città Giardino” è nato in Gran Bretagna agli inizi del XX secolo, grazie a Ebenezer Howard. Sebbene Varese non segua esattamente il modello descritto da questo urbanista, la città è comunque ricca di giardini e spazi verdi che le hanno valso questo titolo. Lo storico Mauro Della Porta Raffo ricorda che Varese veniva definita “Città Giardino” già alla fine dell’Ottocento, durante gli anni d’oro dell’Hotel Excelsior, oggi Villa Recalcati. Tale definizione divenne ancora più popolare nel secondo dopoguerra, grazie Manlio Raffo, direttore dell’Ente provinciale del Turismo. Potete quindi immaginare quanto sia azzeccato il nome di questa gara che parte davanti al Palazzo Estense ed i suoi giardini, tra i più belli della città, per poi visitare, correndo 12,8 chilometri, altre zone verdi insieme a pregevoli monumenti.
Alle ore 20 di venerdì 6 giugno è scattata la gara agonistica, cinque minuti dopo quella non competitiva sulla distanza di 7,6 chilometri. Ad aprire le danze erano stati i bambini del Minigiro alle 19,30 per i quali l’iscrizione era gratuita. Percorso “nervoso”, con circa 200 metri di dislivello positivo, mentre per i non agonisti erano 130. Il tutto era ben illustrato sul sito internet dei padroni di casa, i Runner Varese, insieme ai suggerimenti per trovare un parcheggio e notizie su servizi igienici, deposito borse ecc, ecc. Da sottolineare la possibilità per alcune decine di “eterni ritardatari” di potersi iscrivere anche la sera della gara. Opzione non così scontata nell’attuale panorama podistico. Gli oltre 400 partecipanti hanno trovato all’arrivo un omaggio floreale per i partecipanti alla non competitiva. Gli agonisti invece delle canottiere tecniche e una medaglia speciale, come ci racconta Rosi Caliaro, una dirigente dei Runner Varese: “Quella di quest’anno è una medaglia viva! S’ispira ad un protagonista silenzioso ma maestoso, un vero gioiello naturale che s’incontra lungo il percorso: il Ginkgo biloba dei Giardini Estensi. Simbolo di longevità e resilienza, il Ginkgo è considerato sacro in Giappone. Un simbolo di forza, crescita e rinascita per tutti. Un modo per portare con sé un pezzo di questa giornata speciale verso il futuro. A partire da questa edizione, ogni anno la medaglia si ispirerà ad una pianta diversa protagonista del percorso gara; un viaggio tra natura, sport e scoperta”.
Venendo alla cronaca di questa XII^ edizione, la gara FIDAL è stata vinta dal keniano Peter Wahome Murithi in 45’51”, secondo il francese Julien Gueydon e bronzo per Luca Ponti dell’Atletica 3V. Al femminile ancora più netto il successo di Claudia Gelsomino (Casone Noceto) per la quale abbiamo da tempo esaurito gli aggettivi, davanti alla “Runcard” Greta Banfi ed a Elena Soffia (Maratoneti Cassano Magnago).
Concludiamo ricordando che anche quest’anno la manifestazione si è legata ad un progetto con scopi benefici: l’edizione 2025 appoggerà Amico Fragile OdV, un’associazione di volontariato di Varese fondata nel 2010, che persegue lo scopo di fornire assistenza socio-sanitaria multidisciplinare e tutela dei diritti a soggetti abusati e vittime di violenza di genere e nelle relazioni intime, di bullismo e cyber bullismo.
Rodolfo Lollini - Redazione Podisti.net