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Lunedì, 09 Settembre 2019 23:16

Assoluti di Canelli, cronaca di un naufragio

Domenica 8 settembre (76 anni dall’armistizio) va in scena a Canelli (la città delle cantine sotterranee di Gancia, Bosca e tante altre ditte che hanno portato gli spumanti locali a essere proclamati patrimonio mondiale Unesco) il Campionato Italiano Assoluto di corsa su strada dei 10 km: 937 iscritti, compresi noi 263 “tapascioni” impegnati nel Campionato regionale di società su strada.
A Canelli si svolge da 25 anni la manifestazione “Sulle strade dell’assedio” con partenza  nella città vecchia davanti al Comune, 300 concorrenti al massimo e non di grande caratura, quindi nulla da dire se si parte in un budello: ma questa volta speravo che non fosse così.

Arrivo a Canelli e trovo le indicazioni logistiche, che a un certo punto si biforcano: da una parte gli spogliatoi del campo sportivo (a circa 600 metri), dall’altra il ritrovo e la consegna dei pettorali.
Arrivo al parcheggio, 300 metri di camminata e trovo il primo gonfiabile di colore azzurro senza indicazioni, solo il logo dello sponsor,  davanti al Comune; 100 metri più in là, nel punto più stretto, un altro gonfiabile, dovrebbe essere l’arrivo.
Cominciamo male, penso.
Cerco il deposito borse, ma non c’è; per fortuna ci sono sei gabinetti chimici, almeno quelli.

Prima partenza alle 9 con le Allieve impegnate su sei km.
Lo speaker, chiaramente alle prime armi, collocato alla partenza cerca di scaldare l’ambiente; non c’è un altro speaker all’arrivo, ma non è un Campionato Italiano?
Primo passaggio delle 30 Allieve con un quintetto in testa, al secondo passaggio lo speaker  “lancia la volata”, le ragazze di testa pensano di essere arrivate in quanto sul dispositivo tecnico si parla di due giri, e scattano verso la vittoria del titolo italiano, ma il battistrada in bicicletta prosegue. Medaglia al collo prontamente ritirata alla prima, Arianna Reniero: “C’è ancora da fare un pezzetto per arrivare ai 6 km” (i due giri sono di 2900 metri). Ripartenza e la provvisoria “campionessa italiana” diventa quinta.

Ricorso della Società e lunghe discussioni: alla fine il titolo va alla savonese Aurora Bado, arrivata con 10” di vantaggio sulla Reniero.

Partono le 180 Junior, Promesse e Senior femminili, il numero contenuto consente una partenza senza grossi problemi, che però si presentano all’arrivo: chissà perché il battistrada sbaglia  a contare e fa compiere un giro supplementare alle atlete, che così coprono 12,900 metri, in quanto il percorso per gli assoluti è su due giri da 3550 metri e uno (non due) da 2900. Per evitare questi disguidi non si potrebbe mettere un contagiri gestito da un giudice come si fa in pista?

Ma non basta: il patatrac capita alla partenza dei 450 Junior Promesse e Senior maschili, un numero di partenti spropositato per uno spazio così angusto: o si fanno due serie in base ai tempi o si creano delle gabbie di partenza, è in palio il titolo italiano, non la fiera della Douja.

Pietro Riva, albese delle Fiamme Oro, tra i favoriti, viene travolto in partenza assieme ad un altro atleta, arrivano due ambulanze per assistere gli infortunati, mentre il gruppone percorre il primo giro in poco più di 11 minuti e si trova la strada completamente ostruita: stop della gara, ovviamente.
Per colmo di sfortuna la terza ambulanza disponibile è partita con Michela Cesarò stramazzata a terra dopo l’arrivo delle donne, si parla di appendicite (notizia da verificare), così bisogna aspettare che le ambulanze rientrino da Asti, dove tutte quelle disponibili sono impegnate in una importante manifestazione.

La nuova partenza viene data due ore dopo, alle 12,30, sorvolando su un altro problemino regolamentare che non ha avuto (spero) conseguenze sulla manifestazione: la call room. A cosa serve? a verificare l’identità degli atleti che si devono presentare con un documento di riconoscimento almeno 20/30 minuti prima della partenza. Verificata la loro identità gli atleti DEVONO restare in uno spazio CHIUSO dal quale non devono/possono uscire (per ovvi motivi). La call room di Canelli era un tavolino all’uscita di una stradina a fianco del Municipio con due giudici che registravano il documento, ma poi l’atleta scorrazzava tranquillamente sulla strada senza alcun controllo. Non si poteva fare DENTRO il Municipio e far riscaldare gli atleti nel giardino interno con un giudice al cancello? Oltre a tutto, con la pioggia dalle 8 alle 9 le giudici si son dovute spostare in un riparo improvvisato.
Alla seconda partenza degli Assoluti, gli atleti rimasti (molti sono andati a casa) avrebbero dovuto ripassare dalla call room (nelle DUE ore di attesa 20 minuti si potevano trovare).
In compenso, dalla call room sono dovuti passare anche i Master della gara regionale, con conseguente affannosa ricerca del proprio documento d’identità.
Nel frattempo, tornando allo sport 'giocato',  Lorenzo Dini  conquista il titolo italiano precedendo Nekagenet Crippa, della Trieste Atletica e Omar Boumer della Pol. Sant’Orso. Tra le donne,  Fatna Maraoui prevale su Giovanna Epis e Valeria Straneo (davanti a loro sono giunte, ‘fuori concorso’, Clementine Mukandanga, del Runner Team ’99 di Volpiano ed Asmae Ghizlane del Caivano Runners).

Noi poveri tapascioni, re-identificati, alle 13,30 finalmente possiamo partire: dei 260 iscritti la metà è andata a casa, hanno la mia comprensione, “il caffè è un piacere, se non è buono che  piacere è ?” diceva una vecchia pubblicità. Di bollicine forse ne hanno avute abbastanza.

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Lunedì, 09 Settembre 2019 15:07

Canelli (AT): continuiamo così, facciamoci del male

L'8 settembre a Canelli si è disputato il Campionato Italiano assoluto sulla distanza dei 10 km. Ad ospitare la prova è stata la “Corsa sulle strade dell’Assedio di Canelli”. Gara che si svolge nelle strette, sottolineiamo strette, vie centrali della cittadina astigiana da anni. Manifestazione che aveva sempre avuto una dimensione locale, mentre questa volta doveva fare i conti con numeri ben diversi dal solito.

E’ successo di tutto. Spiace usare un'espressione forte e peraltro già impiegata in altri nostri articoli, in occasione di altre rassegne nazionali. Abbondantemente organizzate e generosamente distribuite sul territorio dalla FIDAL. Stavolta con l’aggravante che al posto dei soliti master, abituati ad essere dei “can da bòtte”, erano di scena gli assoluti. La crème della nostra atletica.

Gli assoluti non sono stati fatti entrare a tempo debito nelle griglie di partenza, ma lasciati a scorrazzare oltre la linea del via. Poi si è perso un quarto d’ora per spingere tutti indietro, come acciughe. Ovviamente quando si è partiti, schiacciati e sullo stretto, ci sono state delle cadute. Un atleta ha avuto una spalla lussata e stante il fatto che l’ambulanza era già impegnata in un altro intervento, ha dovuto attendere mezz’ora prima di essere soccorso e 45 minuti prima che i sanitari gli risistemassero la spalla che era uscita dalla sua sede. L’ambulanza ha finito per bloccare il percorso e quindi dopo un giro, ovvero dopo aver fatto correre gli atleti per oltre 3 chilometri, la gara è stata interrotta. Fermi ragazzi, abbiamo scherzato. Adesso ricominciamo… Ci sono volute altre due ore prima che fosse data una seconda partenza, con tanti saluti alla preparazione pre-gara, alimentazione, riscaldamento e compagnia bella. Al secondo tentativo è filato tutto liscio, anche perché nel frattempo oltre un centinaio di partecipanti avevano deciso di averne viste abbastanza e se ne erano già tornati a casa... Le prove giovanili, femminili e master hanno avuto altri inconvenienti, tra ritardi ed approssimativo conto dei giri, ma non ci perdiamo in dettagli, la frittata più gustosa ve l'abbiamo già descritta.

 (Si veda http://podisti.net/index.php/in-evidenza/item/4787-assoluti-di-canelli-cronaca-di-un-naufragio.html )

Ma continuiamo così, facciamoci del male, senza una efficace supervisione da parte della FIDAL dell’organizzazione e della messa in pratica delle linee guida da osservare in occasione di queste manifestazioni. Linee guida che forse non sono nemmeno così complete, o vengono disattese senza nessuna reazione federale, visto il ripetersi di queste figuracce.

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