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Apr 18, 2020 3064volte

In provincia di Bolzano si può correre liberamente partendo da casa!

Il Presidente della provincia di Bolzano Arno Kompatscher Il Presidente della provincia di Bolzano Arno Kompatscher Foto: ANSA da ww.ilquotidiano.net

Nel continuo susseguirsi di Decreti della Presidenza del Consiglio, nuove ordinanze a livello regionale o locale, promesse dell’amministratore di turno e tanto altro, questa notizia ci era sfuggita. Per fortuna abbiamo lettori che ci seguono e commentano i nostri articoli. Tra di loro Giulio Angelino che ci ha dato questa dritta.

In effetti dal 14 aprile ultimo scorso è entrata in vigore l’ordinanza numero 20 firmata il giorno precedente dal Presidente della provincia di Bolzano Arno Kompatscher. L’articolo numero 8 recita così: “…resta consentito svolgere individualmente attività motoria in prossimità della propria abitazione, purché comunque nel rispetto della distanza di almeno 3 metri da ogni altra persona. Il requisito della prossimità alla propria abitazione è comunque assolto quando le persone si muovono a piedi;”

Quello che fa la differenza è l’ultima frase dove in sostanza si dice che se si esce di casa a piedi si è comunque considerati in prossimità della propria abitazione. Quindi in pratica nessun limite a spingersi ad esempio a 10 chilometri dalla propria abitazione e poi tornare indietro sempre sulle proprie gambe.

Fine delle valutazioni sul concetto di prossimità da parte delle forze dell’ordine, nessun preciso limite in metri come fissato in altre zone. A livello comunale resta solo una limitazione nella città di Bolzano: dove la prossimità è limitata a 400 metri.

Peccato che il turismo sia bloccato, una bella vacanza in quella zona l’avremmo subito prenotata. Chiudo con un ringraziamento a nome dei runner altoatesini al Presidente della provincia di Bolzano Arno Kompatscher ed a coloro che hanno votato questa ordinanza. Io odio fare marchette al politico di turno, ma in questo caso credo invece sia giusto dare merito a questa disposizione con l’augurio che venga presto copiata su tutto il territorio nazionale.

1 commento

  • Link al commento Fabmarri Domenica, 19 Aprile 2020 00:34 inviato da Fabmarri

    Per evitare che i podisti altoatesini facciano come gli italiani il 25 luglio 1943, quando si riversarono per le strade al grido, più o meno, di “liberi tutti”, sarà meglio rileggere l’intera ordinanza (di cui i lettori di Podisti. net sapevano già dalle 0,20 di sabato), e in particolare i primi tre articoli, nei quali l’eccellente Krompatscher stabilisce:
    "1) che sono consentiti solo gli spostamenti motivati da comprovate esigenze lavorative o situazioni di necessità ovvero per motivi di salute e, in ogni caso, è fatto divieto a tutte le persone di trasferirsi o spostarsi, con mezzi di trasporto pubblici o privati, in un Comune diverso rispetto a quello in cui attualmente si trovano, salvo che per comprovate esigenze lavorative, di assoluta urgenza, ovvero per motivi di salute.
    2) che, allorquando si è all’esterno della propria abitazione per uno spostamento o per un’attività consentita e vi sia la possibilità di incontrare persone che non appartengano al proprio nucleo familiare convivente, le persone adulte e quelle in età scolare debbono coprirsi naso e bocca. Per i bambini non in età scolare, il predetto accorgimento è raccomandato;
    3) sono chiuse alla pubblica circolazione le piste ciclabili e gli itinerari ciclopedonali di cui D.P.P. 20 settembre 2007, n. 50, nonché le reti ciclabili di carattere comunale o sovracomunale. È fatta eccezione per gli spostamenti necessari per esigenze lavorative".
    Dunque bene benissimo (con juicio), tranne forse per il “medico dell'Istituto di Medicina dello Sport della FMSI (Federazione Medico Sportiva Italiana) nonché Coordinatore Regionale Antidoping Sardegna della stessa FMSI”, che professa, col pieno consenso dello stesso autore di questo pezzo, la dannosità delle mascherine, e ritiene sufficiente la distanza interpersonale di un metro (che invece parrebbe molto scarsa in caso di gente che corra).
    Dunque gli altoatesini possono correre fuori casa, ma non sulle piste ciclopedonali né fuori del proprio comune, e devono mettersi davanti a naso e bocca, diciamo, una sciarpa o uno scaldacollo (se usassero la mascherina, seppur raccomandata da decine di specialisti e il cui obbligo si va estendendo di regione in regione, attenzione all’ “alcalosi” pronosticata dal medico dell’antidoping sardo).
    Concordo nel plaudire all’ordinanza (capace di vincere i precedenti dubbi ‘costituzionali’ dello stesso autore: “mi domando come possano emettere una norma meno restrittiva del Decreto della Presidenza del Consiglio che per la logica generale della gerarchia delle fonti dovrebbe prevalere”); e spero anch’io che in tutta Italia un provvedimento del genere sia presto copiato.

    Rapporto

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