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Nov 05, 2020 Massimo Desalvi - Fabio Marri 3795volte

La corsa (individuale) è consentita anche nelle “zone rosse”: nelle altre, qualcosa di più

Italia tricolore per decreto Italia tricolore per decreto Roberto Mandelli

Dalla lettura del DPCM del 3 novembre 2020 emerge una rilevante novità per i podisti.

Infatti, a differenza di quanto accaduto durante il primo lockdown, nelle Regioni in cui più alta è la diffusione della pandemia (per intenderci quelle rientranti nella fascia rossa) sarà consentito svolgere l’attività sportiva purché esclusivamente all’aperto ed in forma individuale (art. 3, comma 4, lett. e).

E’ bene precisare che l’attività sportiva, che si differenzia da quella motoria (assimilabile alla semplice passeggiata), non dovrà essere svolta solo in prossimità della propria abitazione.
In proposito, a differenza di quanto indicato da alcuni organi di stampa, il vincolo per la persona che voglia svolgere attività sportiva all’aperto ed in forma individuale ricade nel territorio del proprio Comune di residenza, e non nella prossimità alla propria abitazione (come era accaduto subito dopo il primo lockdown, quando era stata consentita l’attività ad una distanza non superiore a 200/300 m.).
Altro limite, ricavabile dalle altre norme del D.P.C.M., è quello temporale: non sembra possibile svolgere attività sportiva durante il coprifuoco notturno.

Per i runner, quelli veri - non i passeggiatori camuffati -, è comunque una bella possibilità.

 

[Fabio Marri] L’osservazione del lettore ci ha fatto tornare sul famigerato DPCM che tutti chiamano del 4 novembre mentre ufficialmente è datato 3 (e comunque dovrebbe valere da venerdì 6, abrogando il DPCM del 25 ottobre; come curiosità linguistica noto che il DPCM in via di abrogazione aveva 90 “nonché”, l’attuale ne ha solo 51: beninteso, sempre nel significato sbagliato di ‘anche’, anziché “non solo” che sarebbe il significato corretto). Da ribadire che Desalvi si riferisce alle cosiddette “zone rosse”, ufficialmente “caratterizzate da uno scenario di massima gravità e da un livello di rischio alto” secondo l’articolo 3 richiamato. Le zone “gialle” (ex verdi: che non ci esaltassimo troppo!) sono disciplinate dall’art. 1; le “arancioni” dall’art. 2: e queste “colorazioni” dipendono da 21 elementi (non solo dalla percentuale di contagi o di ricoverati o di occupazione degli ospedali, come potrebbe bastare), e possono variare di continuo, divenendo insomma pressoché arbitrarie: come appunto fatto rilevare in Parlamento.

Riporto il testo del decreto con poche note di commento. Ben altri commenti, dicevo, stanno facendo le Camere, molti sindaci e vari presidenti delle regioni, e sembra che nessuno sia soddisfatto, specialmente dell’assegnazione di un “colore”.

Art. 1.1 (valido “sull'intero territorio nazionale”)

è fatto obbligo sull'intero territorio nazionale di avere sempre con sé dispositivi di protezione delle vie respiratorie, nonché obbligo di indossarli nei luoghi al chiuso diversi dalle abitazioni private e in tutti i luoghi all'aperto a eccezione dei casi in cui, per le caratteristiche dei luoghi o per le circostanze di fatto, sia garantita in modo continuativo la condizione di isolamento rispetto a persone non conviventi… e con esclusione dei predetti obblighi:
a) per i soggetti che stanno svolgendo attività sportiva;

1.7
Ai fini di cui al comma 1, possono essere utilizzate anche mascherine di comunità, ovvero mascherine monouso o mascherine lavabili, anche auto-prodotte, in materiali multistrato idonei a fornire una adeguata barriera e, al contempo, che garantiscano comfort e respirabilità, forma e aderenza adeguate che permettano di coprire dal mento al di sopra del naso.

Dunque va bene qualunque tipo di mascherina, quelle della famiglia Mandelli ma oserei dire anche gli scaldacollo o le sciarpe (tanto, presto verrà freddo!). Permane l’assurda specificazione di “coprire al di sopra del naso”: sopra del naso ci sono gli occhi, bisogna coprire anche quelli? Non bisogna essere virologi stipendiati dai talkshow per sapere che noi emettiamo il nostro eventuale virus con bocca e narici, non col resto del naso (negli occhi, purtroppo, sembra che il virus possa entrare, ed è per questo che si consigliano gli occhiali). Chi svolge attività sportiva, nel nostro caso chi corre, non deve indossare la mascherina. Attenzione però a non stancarvi… un podista di mia conoscenza a un certo punto, stanco, si è messo a camminare: i vigili l’hanno multato! Aspettiamo un prossimo Dpcm per stabilire la differenza tra correre e camminare: dipenderà dalla velocità (8 a km cosa è?) oppure da una punta-tacco sempre a contatto col suolo? E se ti fermi per bere alla fontanella, ovviamente senza maschera, sei in multa?

1.9

  1. b) … è consentito l'accesso dei minori, anche assieme ai familiari o altre persone abitualmente conviventi o deputate alla loro cura, ad aree gioco all'interno di parchi, ville e giardini pubblici, per svolgere attività ludica o ricreativa all'aperto nel rispetto delle linee guida del Dipartimento per le politiche della famiglia di cui all'allegato 8;
  2. d) è consentito svolgere attività sportiva o attività motoria all'aperto, anche presso aree attrezzate e parchi pubblici, ove accessibili, purché comunque nel rispetto della distanza di sicurezza interpersonale di almeno due metri per l'attività sportiva e di almeno un metro per ogni altra attività salvo che non sia necessaria la presenza di un accompagnatore per i minori o le persone non completamente autosufficienti;

Dunque si può correre e fare sport (non di contatto) anche nei parchi (a differenza del precedente lockdown che aveva chiuso tutte le aree pubbliche): ma questo solo nelle zone gialle, cui, ripeto, si riferisce l’art. 1, e come vedremo in quelle arancioni.

  1. e) sono consentiti soltanto gli eventi e le competizioni ‒ riconosciuti di interesse nazionale con provvedimento del Comitato olimpico nazionale italiano (CONI) e del Comitato italiano paralimpico (CIP) ‒ riguardanti gli sport individuali e di squadra organizzati dalle rispettive federazioni sportive nazionali, discipline sportive associate, enti di promozione sportiva ovvero da organismi sportivi internazionali, all’interno di impianti sportivi utilizzati a porte chiuse ovvero all’aperto senza la presenza di pubblico.

Dunque, per strano che possa apparire, una maratona di Venezia o di Ravenna si poteva fare, perché a carattere “nazionale”; ma a stabilire questo carattere nazionale non sembra che sia la Fidal bensì il CONI. Pretesa davvero strana e fonte di ingorghi presso il CONI stesso, dove non potranno avere la stessa competenza di una Fidal relativamente a podismo e atletica. Assurdo poi il divieto di presenza del pubblico: o vietate alla gente di uscire di casa (come non avete il coraggio di fare), oppure non potete impedire alla gente di stare fuori dal proprio cancello ad assistere al passaggio dei corridori. Tanto più che, salvo all’arrivo, lungo una gara podistica è molto se si vedono dieci persone ai margini della strada. Oltre che (oserei dire) incostituzionale, il divieto contrasta col comma i dello stesso articolo:

  1. lo svolgimento delle manifestazioni pubbliche è consentito soltanto in forma statica, a condizione che, nel corso di esse, siano osservate le distanze sociali prescritte.

A parte il dubbio valore della parola “manifestazione” (anche le nostre corse sono eventi o manifestazioni), suppongo che il prof. avv. Conte si riferisse alle manifestazioni sindacali, quelle altrimenti dette “dimostrazioni”, che a quanto pare si possono fare stando fermi in piazza ma senza marce della pace o cose simili (ma in piazza come facciamo ad arrivarci?). A parte ciò, se è ammesso ai manifestanti-dimostranti andare in piazza, perché deve essere vietato alla gente che viene a “dimostrare” il suo affetto verso i podisti, ovviamente con mascherina e distanziamento?

 A nostro favore sembra anche il sottocomma f, sebbene all’interno di un altro divieto assurdo perché generalista, come quello delle palestre

  1. f) sono sospese le attività di palestre, piscine, centri natatori, centri benessere, centri termali…; l'attività sportiva di base e l'attività motoria in genere svolte all’aperto presso centri e circoli sportivi, pubblici e privati, sono consentite nel rispetto delle norme di distanziamento sociale e senza alcun assembramento.

Dunque non puoi entrare in palestra, ma nella pista all’esterno puoi correre!

Più restrittive le norme per le cosiddette zone arancioni: non si può entrare o uscire da queste regioni, e gli stessi residenti non possono uscire dal proprio comune salvo comprovati motivi. Non osano chiamarlo lockdown perché non ci sono i famigerati 2/300 metri da casa, però Stefano Morselli emiliano non può andare a Gonzaga in Lombardia, che dista 3 km da casa sua.

Art. 2

Ulteriori misure di contenimento del contagio su alcune aree del territorio nazionale caratterizzate da uno scenario di elevata gravità e da un livello di rischio alto.

  1. Sono individuate le Regioni che si collocano in uno “scenario di tipo 3” e con un livello di rischio “alto”

4.a) è vietato ogni spostamento in entrata e in uscita dai territori di cui al comma 1, salvo che per gli spostamenti motivati da comprovate esigenze lavorative o situazioni di necessità ovvero per motivi di salute.

  1. b) è vietato ogni spostamento con mezzi di trasporto pubblici o privati, in un comune diverso da quello di residenza, domicilio o abitazione, salvo che per comprovate esigenze lavorative, di studio, per motivi di salute, per situazioni di necessità

Però non cambia niente quanto all’attività motoria: Morselli può correre a Reggiolo e i gonzaghesi a Gonzaga. Sport invece vietato nelle “zone rosse”, disciplinate dall’art. 3 cui si riferiva Desalvi.

Art. 3
Ulteriori misure di contenimento del contagio su alcune aree del territorio nazionale caratterizzate da uno scenario di massima gravità e da un livello di rischio alto

1.Sono individuate le Regioni che si collocano in uno “scenario di tipo 4” e con un livello di rischio “alto”

  1. a) è vietato ogni spostamento in entrata e in uscita dai territori di cui al comma 1, nonché all’interno dei medesimi territori, salvo che per gli spostamenti motivati da comprovate esigenze lavorative o situazioni di necessità ovvero per motivi di salute
  2. d) tutte le attività previste dall’articolo 1, comma 9, lettere f) e g), anche svolte nei centri sportivi all’aperto, sono sospese; sono altresì sospesi tutti gli eventi e le competizioni organizzati dagli enti di promozione sportiva;

Si sta solo in prossimità di casa e non si fanno gare, salvo il sottocomma da cui è partito il nostro lettore:

  1. e) è consentito svolgere individualmente attività motoria in prossimità della propria abitazione purché comunque nel rispetto della distanza di almeno un metro da ogni altra persona e con obbligo di utilizzo di dispositivi di protezione delle vie respiratorie; è altresì consentito lo svolgimento di attività sportiva esclusivamente all’aperto e in forma individuale.

Correre sarà più difficile, stante l’obbligo di portare sempre la mascherina (o scaldacollo ecc.); ma, come diceva Desalvi, non è vietato. Fino al prossimo Dpcm, che ormai siamo abituati ad aspettarci ogni settimana. Ricordate Conte ai primi di marzo? Non parlò di zona rossa, ci fece sentire il suo amore paterno dichiarandoci “tutti in zona protetta”. Da certi santi protettori ci guardi Iddio…

 
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1 commento

  • Link al commento Giulio ANGELINO Venerdì, 06 Novembre 2020 18:22 inviato da Giulio ANGELINO

    Beh, rispetto all'ordinanza del Ministero della Salute del 20 marzo (quella che ci vietava di correre a più di 200 metri da casa) ci è andata "di lusso", ma da questo Governo e da questi Presidenti di Regione dobbiamo aspettarci di tutto e di peggio: io non mi stupirei se con l'aumento dei casi di positività (più o meno vera) venissero ripristinati, per la nostra attività sportiva, i divieti e le limitazioni dello scorso marzo. Mi permetto di ricordare, poi, che qui in Italia la ben più grave, più letale e più contagiosa influenza "spagnola" del secolo scorso si esaurì in modo spontaneo e naturale (cioè senza obbligo di mascherina e senza vaccinazioni) nel giro di 11-12 mesi, perciò i contagi da Covid dovrebbero esaurirsi nel febbraio del prossimo anno. Dovrebbero !

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