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Mar 02, 2024 1208volte

Monza, una Run for life per 900 nel segno della solidarietà

Protagonisti veri e vecchie non-glorie Protagonisti veri e vecchie non-glorie Roberto Mandelli

2 marzo – Il Parco detto di Monza (ma che, a essere esatti, è condiviso da tre o quattro comuni brianzoli, ognuno col proprio ingresso, e “goduto” anche da altre comunità non direttamente confinanti, come Concorezzo) ha felicemente ospitato, in una mattina di sabato incredibilmente risparmiata dai nubifragi, la “prima fase”, quella competitiva, della Run for life. Manifestazione idealmente orientata, “ad apertura della settimana dedicata alle donne, per promuovere la parità di genere e il rispetto reciproco quale condizione necessaria per una convivenza civile” (come recita il foglio ufficiale redatto dalla squisita Beatrice Di Virgilio, vertice sportivo dell’evento), e praticamente, concretamente rivolta a uno scopo più immediato e concreto: “il ricavato, al netto dei costi organizzativi, sarà devoluto all’associazione il Veliero di Monza per contribuire alla ristrutturazione di Villa Valentina, che diverrà luogo di aggregazione e di inclusione per persone con disabilità fisiche o cognitive”.
E per dimostrare che non sono chiacchiere, “sono state “coinvolte nel processo organizzativo 80 persone disabili che si sono occupate dalla composizione dei pacchi gara, della gestione dei ristori e della distribuzione delle medaglie ai partecipanti”.
Disabili loro? A ragion veduta dico che i disabili siamo noi, pseudoatleti dall’eccessiva autostima, che ci esaltiamo se l’ultimo km l’abbiamo fatto ai 5:30 e magari ci lamentiamo se ai ristori non c’era il tè caldo. Se ci sono delle cose che hanno funzionato perfettamente, oggi, sono proprio quelle elencate; cui aggiungo volentieri anche l’organizzazione tecnica, con le due distanze competitive (10 km e 21,097, quest’ultima inserita per la prima volta nell’evento) comprese nel calendario Fidal nazionale, dal percorso omologato e tanto di chiodini regolamentari infissi nell’asfalto, e due distanze non competitive (10 km cronometrata e 5 km ad andatura libera) che si svolgeranno domenica prossima 10 marzo, causa slittamento prudenziale di una settimana vista la possibile chiusura del Parco causa eventi meteo.

Ed ecco i risultati: la maratonina è stata un assolo di Mirko Partenope (Lib. Saronno), che con 1.09:23 ha inflitto 9 minuti e mezzo al secondo, Nicolino Catalano (Atl. Solidale), a sua volta davanti 16” a Davide Meani.

Tra le donne invece hanno prevalso le “straniere”: doppietta emiliana, con Cristina Ballabio (Casone Noceto, ma il cognome è lombardo) che in 1.23:52 ha prevalso di un minuto esatto sulla bolognese Francesca Battacchi (Acquadela), di 15 anni più anziana. Più staccata è giunta la francese, tesserata Atletica Due Perle, Lisa Alice Julien, 1.28:33. I classificati sono 524, di cui 113 donne.

Nella 10 km, partita contemporaneamente alla maratonina e conclusa da 375 podisti -e, hanno vinto Matteo Borgnolo (Sport Project VCO) in 31:49 e, tra le 111 donne, la trentina Silvia Brun (Val di Cembra) in 38:37.

Come dicevo, gara sostanzialmente risparmiata dalle intemperie: alla partenza non pioveva, e solo dopo mezz’ora è cominciata una pioggerellina (per intenderci, da tergicristalli in modalità intermittente) durata sì e no un’oretta, dopo di che è spuntato perfino qualche raggio di sole. Percorso (uno o due giri) asfaltato almeno al 90%, con qualche pozzanghera da evitare, pochi passaggi fangosi, e un solo tratto di un centinaio di metri che nella prima tornata era allagato e abbiamo dovuto evitare salendo su un argine, mentre nella seconda si è potuto percorrere sia pure stando attenti a un passaggio scivoloso.

Giro totalmente all’interno del parco, non solo oasi di aria buona ma anche paradiso dei podisti (come mi spiegava Roberto Mandelli, che ha partecipato alla misurazione ipertecnologica di un tratto che serve a tarare tutti gli altri), anche grazie alla esatta segnatura di una maratonina promossa dalla Reale Mutua: mi chiedevo perché le organizzazioni che allestiscono delle 6 o 24 o 48 ore su asfittici percorsi da 1 o 2 km non vengono qua, dove è già tutto misurato, omologato, direi addirittura benedetto. Sarebbe la volta che anch’io verrei a correre gare del genere: intanto, oggi sono venuto qui grazie alla riapertura delle iscrizioni, a furor di liste d’attesa (dopo che una prima chiusura era stata annunciata giovedì), ma anche per l’intercessione (non dirò costrizione) del sullodato Roberto Mandelli, che in vacanza come fotografo (domani l’aspetta il fango di Brugherio) ha curato lui le procedure di iscrizione, ritiro pettorale e pacco gara, nonché di navigatore automobilistico fino allo svincolo di Concorezzo, e poi  ha funto da NCC (Uber) privato fino alla stretta di mano con la signora Beatrice, con Michele Cecotti di Affari e sport (inatteso simpatizzante della città e territorio di Carpi), che organizzava il servizio pacer, e coi due speaker: uno, Marco Stracciari, ricordava il nostro incontro da Tiffany a New York esattamente vent’anni fa; l’altro era nientemeno che Gianni Mauri, presidente regionale Fidal Lombardia, che non si limita a tagliare nastri o firmare delibere, ma collabora in prima persona alle iniziative, specie se benefiche come questa. E ci fa sperare in una Fidal più vicina ai podisti e alle società.

Tutto perfetto? Nooo, c’è sempre qualcosa da migliorare: per cominciare, il comune o l’ente preposto potrebbe consentire il parcheggio gratuito alle auto dei concorrenti; e per continuare, potrebbe sistemare meglio la Cascina San Fedele, centro gara ottimamente organizzato quanto a distribuzione pettorali e custodia bagagli, più carente per l’aspetto ‘igienico’, con toilette prive d’acqua e nauseabonde fin dal mattino, e docce rapidamente raffreddatesi e mai più riscaldate (ma notate la “differenza di genere”: i maschietti si rifiutavano di andare sotto la doccia, tutt’al più sciacquandosi le gambe infangate; mentre al di là della parete le signorine si fiondavano coraggiosamente sotto il getto d’acqua, come si poteva arguire dai loro gridolini e commenti durante l’abluzione). Infine, non sarebbe stato sgradito, all’interno degli abbondanti ristori in gara e alla fine, anche una bevanda calda (disponibile sotto forma di caffè solo a pagamento, in zona premiazioni). Per quanto riguarda il cronometraggio, non starò a discutere sulla dozzina di secondi in più che la classifica mi assegna rispetto al cronometro, ma sulla valutazione dei tempi intermedi, dove il rilevamento del km 18,5 è stato dichiarato del km 16, col risultato di farci apparire tutti lentissimi tra l'8 e il presunto 16, e delle frecce tra questo 16 e l'arrivo, magari suscitando il sospetto dei benpensanti (come, andavi agli 8 a km e gli ultimi 5 li hai fatti ai 4??).

A proposito di premiazioni: citerò in chiusura Marco Brillo, glorioso Road Runner Milano, vincitore degli M 65 con 1.48:48, e il supermaratoneta Paolo Solfrizzo, non per il suo 2.04 ma per l’appartenenza ai Gamber de Cuncuress che sono stati componente essenziale della gestione di questa bella giornata. Quanto a Concorezzo, guardatevi le foto di Mandelli qui sotto, che descrivono non solo la gara ma anche l’umanità brianzola (a cominciare da Gabriella Panetta, altra “gambera” e sorella di tanto nome) che l’ha animata in pieno spirito di servizio.

Informazioni aggiuntive

Fotografo/i: Roberto Mandelli
Fonte Classifica: ENDU

1 commento

  • Link al commento Antonio Marco Brillo Lunedì, 04 Marzo 2024 00:55 inviato da Antonio Marco Brillo

    Amico Sportivo, mi fa tanto piacere che in chiusura del tuo pezzo su Monza mi hai menzionato, sei generoso.
    Sapevo che c'eri perchè me lo ha detto Mandelli ma ti ho cercato invano.
    Spero di vederti a Milano per la mezza o la Maratona, fammi sapere se verrai.
    Un abbraccio anche a Daniela

    Rapporto

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