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Apr 07, 2024 584volte

Novellara, la 21 km al “Cigno” Vistoli e alla “Leda” Filippi

La piazza e i suoi allegati La piazza e i suoi allegati Roberto Mandelli

SERVIZIO FOTOGRAFICO PODISTi.NET - 7 aprile 2024 – Poco meno di duecento sono stati i partecipanti alla maratonina competitiva di Novellara, quinta prova del trofeo Gran Prix della Uisp di Reggio (dopo la Madonnina di Modena, la 10 km di Rubiera che aveva registrato l’afflusso maggiore con 291 partecipanti, la 22 km di Albinea e la 10 km di Gualtieri).


A chiu
dere i 21,097 km (direi misurati esattamente: il mio Gps dice 21,160), su due giri, sono stati in 186, più 5 ritirati, con un grosso incremento rispetto ai 136 dell’anno scorso e i 143 del 2022. Si aggiungano poi le gare non competitive sui 4, 7 e 12 km, dove la squadra più numerosa è stata la Cittanova di Modena con 64 partecipanti, il doppio della seconda classificata; mentre la graduatoria ristretta alla sola 21 vede in testa l’Avis Novellara, davanti a Correggese e Sportinsieme.


Zeno Visto (ph Stefano Morselli)

A vincere sul piano individuale è stato un ragazzo appena trentenne, Zeno Vistoli, modenese (figlio di due podisti nonché psichiatri) ma con la sola Runcard, che si può dire ho visto da bambino con una vaporosa chioma bionda, e adesso ha portato la sua barbetta e i capelli scuri a prevalere in 1.15:40 (3:35/km), con 47” di vantaggio su Nicola Buffa (M 40, Atl. Pidaggia) e 1:42 su Luca Zanni (Self Montanari Gruzza). Massimo Sargenti, M 50 dei Modena Runners, secondo assoluto l’anno scorso in 1.15:27 (tempo che gli avrebbe dato oggi la vittoria) è quarto in 1.18:18.


Nicola Buffa (ph Stefano Morselli)

Arrivo in volata per le prime tre donne, con accoppiata Avis Novellara per Caterina Filippi, 27enne, in 1.30:19 (4:16/km), 8 secondi davanti alla compagna Natalia Pagu (che ha 16 anni più di lei), e 31 secondi sulla terza assoluta, la carpigiana neoquarantenne Silvia Torricelli (un’altra che ho visto sulle strade poco più che ragazzina, e adesso si fa rispettare alla grande).

Molto larghe le premiazioni, 5 premiati per ognuna delle 7 categorie maschili (167 in totale gli uomini), e 3 premiate per le 7 categorie femminili, dove peraltro c’erano larghi vuoti stanti le sole 26 partecipanti donne. Premi comunque non disprezzabili, se perfino il sottoscritto ha portato a casa (per 10 euro di iscrizione, che se non è un record di risparmiosità poco ci manca) un salame da 750 grammi, un parmigiano di mezzo chilo e due bottiglie di lambrusco.


Caterina Filippi e Natalia Pagu (ph Stefano Morselli)

In ogni caso direi che la partecipazione sia stata un successo, anche considerando la concorrenza delle vicine maratone di Russi e di Milano e di una quantità ancor maggiore di maratonine (a cominciare da quella dei colli bolognesi, bella quanto esosa).

Noialtri competitivi ma con minori velleità abbiamo apprezzato il percorso pressoché libero da auto e ottimamente presidiato, con lo sfondo del Cusna innevato, il passaggio dalla frazione di S. Giovanni e l'arrivo in quella che considero una delle piazze più belle d'Italia: certo, i due giri (stile che sembra diventata la prassi per le maratonine reggiane) non sono certo l’equivalente della leggendaria 30 km pasquale che si corse fino almeno al 2017; ma per chi prepara cimenti più impegnativi e non vuole dar fondo al portafogli è l’ideale.


Per dare un’idea: mi ha fatto compagnia per quasi tutta la corsa (oltre a Werther Torricelli papà di Silvia, in partenza – lui - per una super-super gara in Sudafrica) un “giovane” del 73, Pierpaolo Piccoli tesserato Suzzara: corre da soli due anni, dopo aver cominciato con le Run 5.30, e oggi pensava che a un certo punto si sarebbe messo a camminare, e magari avrebbe risentito di chissà quanti malanni: invece, tra una chiacchiera e l’altra, sulle sagre locali abbinate alle corse "tra la Zara e il Po", sugli orari di allenamento strappati a impegni di famiglia e lavoro, sui primi trail affrontati, su chi fa il Passatore in auto ecc., siamo arrivati alla fine sforando di poco i 6 a km di media (certo, nei primi 4 km eravamo sotto i 6’, tra il 18 e il 20 eravamo però scesi sui 6:30, trovando solo l’orgoglio per rimontare l’ultimo interminabile km in 6:06).

Senza malanni né repulsioni, e con la voglia - almeno per il sottoscritto - di visitare l’eccellente museo comunale, nella stessa Rocca che fungeva da ritrovo per la gara: un’esauriente storia dell’antico principato di Novellara, solo nel 1737 rubacchiato dagli Estensi avidi e menefreghisti, il che fa capire come i novellaresi furono tra i primi aderenti alla repubblica napoleonica. Il museo ospita anche una serie notevole di affreschi e quadri del Cinque-Seicento, tra cui una “Leda col cigno” del pittore locale Lelio Orsi, recuperata da un furto e da ieri collocata come pezzo pregiato della collezione. Da qui (mi scuseranno gli interessati) mi è venuta l’idea del titolo un po’ balordo che compare qui in apertura, per fortuna compensato dal collage-capolavoro di Roberto Mandelli; ma quando si viene a Novellara (oggi sulla bocca di tutti, senza sue colpe, per l’affare Saman, come mezzo secolo fa lo era per Augusto dei Nomadi), sarebbe un peccato contentarsi della sola corsa.

SERVIZIO FOTOGRAFICO PODISTi.NET

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