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Giu 23, 2024 974volte

La “Panoramica di Monchio” appuntamento immancabile del Frignano

Scenari da incanto e famigliole felici Scenari da incanto e famigliole felici Roberto Mandelli

Monchio (Palagano, MO), 22 giugno – Che sia la quindicesima edizione, come risulta ai miei quadernoni, o soltanto la 14^ come recita l’ordine d’arrivo ufficiale su Irunning https://www.irunning.it/cla_pdf.php?id=42271&man_id=583 , sta di fatto che nella gara competitiva c’è stato un modesto aumento dei classificati (78 contro 73, di cui 22 donne, contro 15 dell’anno scorso), con la schiacciante vittoria, nella classifica a squadre, della “Società-che-non c’è”, vale a dire i ben 29 cosiddetti non tesserati, che hanno distanziato di 22 lunghezze i secondi classificati dell’Atletica Frignano di Pavullo. Alla luce del sole, invece, le classifiche delle società non competitive, largamente dominate dal Cittanova con 62 paganti biglietto (sommando le 8 società più numerose si arriva a 170 partecipanti, e più o meno siamo ai livelli del 2023).

Tra le 15 (insisto) edizioni, il ricordo torna a quella del 27 giugno 2020, quando il podismo era pressoché vietato, ma una giovane mamma in attesa, Giulia Grossi, insieme al suo staff fece svolgere la corsa. Adesso la signora Giulia ha aggiunto, da pochi mesi, una nuova “cucciola”, e per i cuccioli podisti dimostra un’attenzione particolare riservando loro una serie di gare in anteprima a quelle per noi vecchi: è la scoperta, o l’iniziazione (se preferite il difficilese), per bambini che indossano un pettorale quasi più grande del loro torace, come Damiano e Flaminia, pupilli di Costanza e Alberto, che ne vanno giustamente orgogliosi e hanno generosamente concesso le foto di famiglia per la nostra cartellina.

Quanto ai grandi, ha vinto un ventunenne, Nicola Cornali, guarda caso “non tesserato” (dev’essere solo un omonimo del tesserato per l’Atletica Reggio partecipante ai Campionati Mondiali Universitari di Cross in Oman), con 38:03, quasi quattro minuti sul secondo Andrea Costi (Guglia Sassuolo, 26 anni, alla piazza d’onore anche l’anno scorso), a sua volta una manciata di secondi davanti a Enrico Manfredini che di anni ne fa 47.

Undicesima assoluta, e beata tra le donne, la “non tesserata” Gloria Venturelli (classe 1979: 46:19; anche lei, casualmente omonima di una atleta dell’Atletica 85 Faenza che tre mesi fa ha corso in 39:52 alla 10 km di Reggio), pure lei 4 minuti davanti alla seconda, Caterina Filippi (1997, Avis Novellara) e alla terza Francesca Venturelli (Formiginese, coetanea della Venturelli vincitrice, e ancora una volta messa sugli scudi per il suo recente 9h 48 al Passatore e secondo posto al Trittico di Romagna).

Confermato invece l’ordine d’arrivo dal basso, con l’ultimo posto femminile di Cecilia Gandolfi (in Italo Spina) che si è peggiorata di 5 minuti sul 2022 (ma il mio Gps avverte che quest’anno era quasi un km in più). Per pochi metri l’ha superata una Giorgia Ruffilli, classe 1975, che ricordavamo ragazza-prodigio dell’Atletica Ghirlandina poi passata alla Madonnina, dove milita tutt’ora; mentre non c’è stata storia con la sorella di Cecilia, Margherita, che si è messa sulla scia di Angelo Giaroli chiudendo intorno all’ora e 17.

Percorso gradevole, come sempre, e ancor più avvicinato alla tipologia del “trail” (come scrivevano i cartelli indicatori), forse coi tre quarti su sterrato, prati, boschi, strade ghiaiate; tutto perfettamente segnato. Spettacolo nello spettacolo, la lotta nelle posizioni abbastanza di coda (competitivi, non competitivi, non tesserati, tutto fa brodo)  fra il sottoscritto, la sunnominata Cecilia, Nerino Carri e Paolo Giaroli, più un divertente intermezzo a Monte Santa Giulia con Giangi in cappello da cowboy: Paolo era disposto a sorbirsi le mie illustrazioni storiche specialmente nel passaggio dal bel villaggio di Lama (unica rinuncia che facciamo è quella alle amarene portate da un albero poco sotto il sentiero al km 8); mentre Nerino, oggi non gravato da macchina fotografica e telecamera, puntava al risultato, che riteneva raggiunto quando a 200 metri dal traguardo mi raggiunge: il tifo per lui della claque sul piazzale mi dà la spinta per riprenderlo e tagliare la linea fatale dandoci la mano a braccia alzate. Non stuzzicare il cane che sonnecchia. Giaroli arriva poco dietro, ma offrirà ugualmente un passaggio a Nerino per il ritorno.

Ottimi i due ristori intermedi e quello finale, dove attingo soprattutto alla simil-torta Barozzi (ma c’erano pure le crostate), mentre al nostro arrivo, delle angurie restavano solo le bucce.

Il profumo di gnocco informa che si può anche cenare, tentazione cui cede Giangi (che questa volta non ha chiesto la restituzione del costo d’iscrizione) informando poi che una cena di tigelle per due gli è costata solo 12 euro. Personalmente, mi accontento della visita al compagno di banco e barista Dante Venturelli, ginnasiale pentito che si volse alla licenza magistrale. È impossibile saltare Monchio.

Informazioni aggiuntive

Fotografo/i: Alberto Venturelli, Italo Spina & alii
Fonte Classifica: Irunning

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