Domenica 15 giugno si è svolta in quel di Collestrada, ridente frazione di Perugia, la nona edizione di “Sulle strade del Colle”.
Corsa podistica inserita nel circuito regionale dell’Endas (valida come 5° prova) e nel calendario umbro della Fidal. In quest’ultimo caso, come da qualche anno a questa parte, la cosa ha avuto alcuni effetti piuttosto negativi sul piano della manifestazione, creando non pochi problemi agli atleti che vi hanno partecipato.
In sostanza, proprio in ossequio alle stringenti norme che la nuova direzione della Fidal regionale sta imponendo alla calendarizzazione delle competizioni, i bravissimi e generosi organizzatori della gara, gli amici dell’ “Atletica il Colle”, sono stati costretti obtorto collo a spostare in avanti di circa un mese e mezzo una manifestazione che in precedenza si era sempre svolta tra la fine di aprile e l’inizio di maggio.
Ora, dato che il percorso di 11 chilometri risulta completamente esposto al sole e presenta alcune salite importanti, di cui una lunga oltre un chilometro per raggiungere l’ameno borgo di Brufa, completare la corsa ha rappresentato per una buona parte dei partecipanti l’obiettivo massimale.
E, come ho dichiarato agli stessi amici e organizzatori dopo aver tagliato il traguardo, quando tale obiettivo – completare la gara a prescindere dal tempo impiegato – rappresenta l’unica opzione per molti iscritti, ciò vuole dire che c’è qualcosa di sbagliato nella gara medesima.
In sostanza, si è trattato di una sorta di corsa nel deserto, considerando che in partenza la temperatura sfiorava i trenta gradi all’ombra e che l’asfalto lungo il percorso era così rovente che sarebbe stato possibile arrostirci il preparato di un barbecue.
Ma non basta: per soprammercato la partenza, prevista per le 9 e un quarto, è stata posticipata per circa dieci minuti – sembra per alcuni problemi rilevati dai giudici della Fidal – quando gli atleti erano già schierati ai nastri di partenza. Tant’è che il restare fermi sotto il sole cocente per un tempo che è sembrato infinito non è parso il miglior viatico per iniziare la gara.
Tuttavia, a prescindere dalle citate questioni legate ad una burocrazia sportiva che, a mio modesto parere, sta creando non pochi problemi al movimento podistico amatoriale, per il resto la manifestazione ha mantenuto come di consueto le migliori aspettative, soprattutto dal lato dei premi, dei pacchi gara e del copioso e assai ben organizzato ristoro finale.
D’altro canto, sebbene 235 impavidi podisti abbiano tagliato il traguardo, questa è una corsa che, svolta in un periodo più consono, proprio in considerazione della natura del percorso, può tranquillamente puntare a ben altri obiettivi numerici.