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Lug 13, 2025
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Gli “Oratorii” di Prignano piacciono perfino a Giangi

Gli “Oratorii” di Prignano piacciono perfino a Giangi Roberto Mandelli

Castelvecchio di Prignano (MO), 13 luglio – In una domenica da allerta gialla regionale per bufere in arrivo, splende un limpido sole a Castelvecchio, 450 metri slm nell’alta valle del Secchia, teatro oggi di una delle ben quattro gare non competitive che offre la provincia (senza citare la maratona del Ventasso, a poche decine di km, che attrae il meglio dei trailer regionali).

Questa camminata rientra nelle molteplici iniziative allestite dalla Pro-Loco di Prignano (località, per sua sfortuna, servita da una delle peggiori strade della provincia), che quasi ogni settimana propone camminate e passeggiate sui riposanti sentieri di queste parti. Oggi era il tema degli “Oratori” (ma meglio scriverlo con due I, altrimenti uno pensa al plurale di “oratore”; troppo complicato scrivere la î col cappellino), le chiesette disseminate per i colli: in questo caso, tre. La più adatta a noi podisti era la seconda, quella dedicata a San Rocco (foto 12 del servizio messo insieme da Roberto Mandelli), taumaturgo che tra le tante sue prerogative ha anche la protezione dei pellegrini.

Pubblico non delle grandi occasioni, stanti quelle che Luposport chiamava “comitanse”: la partenza dei camminatori, alle 8,30, vede sì e no una cinquantina di persone, cui si aggiungono altri sparsi, fino al via per i “podisti” alle 9, dove siamo al massimo un centinaio, con la presenza di spicco della Guglia di mamma Emilia e dei runners castelnovesi di Nube e Massimo Calzolari.

Tre percorsi, di 4, 7 e 10.2 km, quasi totalmente sterrati, stile-trail, con un dislivello che nel giro lungo supera i 520 metri. Il fatto è che nei primi 2 km si scende di 180 metri fin quasi a toccare le rive del Secchia (che qui è femminile: La Secchia; sulla sponda reggiana è invece transgender, Il Secchia). Poi si entra nel trail vero e proprio, sentieri (benissimo sfalciati e ottimamente segnalati), con una salita immediata di 67 m al km 3, dopo di che le salite sono quasi terminate per quelli dei percorsi brevi, mentre chi ha scelto il più lungo (la maggioranza) deve montar su esattamente di altri 210 metri tra i km 7 e 8 (e qui credo che l’unica a correre sia la campionessa sorridente Sonia Del Carlo), salendo sino a quota 600, per poi ridiscendere verso il luogo di partenza. Mi consolo scaricando il cronometro su Strava, secondo la quale i miei 12’/km con 152 bpm equivalgono a 7:40 se proiettati su percorso piano.

Al traguardo (per la verità, non segnato) si trova, dopo i due ristori liquidi intermedi, un ristoro di lusso, dove oltre ad acqua, tè freddo e succhi di frutta, sono esibite squisite torte casalinghe e fette di anguria (con preghiera di prenderne solo una ciascuno per lasciarne a tutti).

Sopraggiunge Giangi, che notoriamente commisura il valore di una gara alla qualità dei ristori (se non è alta, chiede il rimborso della quota), e sotto il suo cappellone da cowboy (foto 16-17) categoricamente afferma che le corse di Ercole Grandi (appunto il factotum delle camminate in quest’area) sono sempre molto generose. In aggiunta, ai 3 euro dell'iscrizione corrisponde un sacchetto di tigelle alias crescentine.

Torniamo a casa soddisfatti: uno spruzzo di pioggia, presto abortito, ci prende verso le 14. Al tg della principale emittente locale, il meteorologo per eccellenza (malgrado il cognome manicomiale) annuncia novità cui non saremmo proprio arrivati: ci sarà qualche acquazzone, ma l’ultima decade di luglio e la prima di agosto saranno le più calde dell’anno, poi si rinfrescherà un po’. Davvero, con questo cambiamento climatico, accadono cose mai viste.

Informazioni aggiuntive

Fotografo/i: Roberto Mandelli

1 commento

  • Ercole Grandi Lunedì, 14 Luglio 2025 10:52 inviato da Ercole Grandi

    Grazie Marri, è sempre un piacere averti ospite e leggere i tuoi resoconti
    Nota: sicuramente gli ultimi 4/5 camminatori non hanno potuto godere appieno dei nostri ristori (era finito tutto tranne il bere). Ci faremo perdonare.

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