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Feb 03, 2018 Maurizio Lorenzini 3195volte

Kenya: training camp, savana ed altro ancora

Maurizio Lorenzini a Londiani in mezzo a giovani atleti Maurizio Lorenzini a Londiani in mezzo a giovani atleti

2 febbraio. Spostamento nella contea di Nandy, situata 45 chilometri a sud ovest di Eldoret. La zona dove ci troviamo viene chiamata Nandy Hills, la cui principale caratteristica, oltre alle colline, è un’infinita distesa di piantagioni di the. 

La principale cittadina della contea è Kapsabet, dove è situato il camp, normalmente occupato da soli uomini. Lo schema è lo stesso dei giorni precedenti: si incontrano e conoscono gli atleti. Il referente del gruppo è un certo Stanley Biwott, vincitore di New York 2015 e secondo classificato a Londra 2016, con record personale portato a 2:03:51. Un palmares invidiabile, con 58’56” sulla mezza maratona e 1:27:13 sui 30 chilometri. Quest’anno torna a Londra con forti ambizioni. Oggi è previsto un lungo di 30 chilometri, lo scenario dove corrono è davvero bello, proprio in mezzo alle piantagioni, quasi sempre al sole, anche se di tanto in tanto si passa nei boschi. Praticamente non c’è un metro di piano, le ondulazioni si susseguono. Alla fine chiacchierata con Stanley Biwott, mi racconta di un allenamento andato bene, molti sono rimasti in gruppo sino alla fine. Media di 3’18”/km.

In tarda mattinata ci spostiamo a Londiani, poco più di 100 chilometri a sud est di Kapsabet, sono comunque oltre due ore di viaggio. Questo è un training camp concettualmente un po’ diverso dagli altri, tra l’altro è focalizzato sul settore giovanile (fino under 20) ed è sede di una scuola. Al momento sono 32 gli atleti, ci sono molte richieste che purtroppo non possono essere accolte per ragioni di spazio. Il coach è Paul Kemei, un buon passato in atletica (28’30” sui 10.000 metri), ora si dedica con passione ai suoi giovani atleti, è molto orgoglioso nel presentarli e raccontarli. Cantano una canzone che dice più volte “no doping”, con forza e convinzione, l’augurio è che davvero riescano a tenersi lontano, di certo tutto l’ambiente intorno a loro è ben strutturato per supportarli. La più forte atleta di questo gruppo si chiama Sandra Felix Tuei Chebet, all’esordio alla 10 km di Valencia ha stampato un grande 30’51”! E’ stato davvero bello passare alcune ore con questi ragazzi, ci hanno servito da mangiare e dispensato di sorrisi senza riserva, entusiasti di incontrarci e parlarci; da notare che quasi tutti parlano già un discreto inglese, anche se… alla keniana, ma dopo alcuni giorni comincio a “sincronizzarmi”. Tutti gli incontri con gli atleti sono stati fantastici, ma forse questo di Londiani è stato quello che mi ha provocato più emozioni.

3 febbraio. La tappa finale del viaggio è a Nyahururu, contea di Laikipia, 2300 metri di altitudine e 200 chilometri a nord di Nairobi. Anche qui si trova un training camp. Domenica in questa città si corre la seconda edizione di una 10 km su strada organizzata dalla Rosa & Associati. Nella mattinata la parte più interessante della giornata di sabato: ci si incontra con gli atleti nel mezzo della savana, nel corso della prova si corre vicino a diversi villaggi Masai (vicino ma.. non troppo, abbiamo avuto prove della loro suscettibilità). Qui viene effettuato un lavoro specifico, 30 variazioni di un minuto, in sostanza un fartlek di 1 minuto lento + 1 minuto veloce. Alla fine la velocità media sarà vicino ai 18 km/h, nella fase veloce gli atleti girano a 2’40”-45”/km. La cosa stupefacente è che questi ritmi si corrono su un fondo sterrato, spesso anche molto irregolare, inoltre il sole alle 9 è già molto caldo e l’ombra non esiste proprio. Il comando di start/stop viene dato dalla macchina, dal coach Daniel Gatheru. Oggi i livelli, se possibile, sono ancora più alti delle precedenti giornate, ecco alcuni dei principali atleti con cui ho avuto modo di parlare. Bitan Karoki, personale di 26’52” sui 10.000 metri e 59:10” sulla mezza maratona; James Wangari, vincitore della Stramilano 2016 in 59:12”; Reuben Kiprop, che invece ha vinto la mezza del lago Maggiore realizzando il suo personal best di 61:20. Ma sono tutti atleti molto forti, lo prova il fatto che la maggior parte di loro è stata in gruppo sino allo scoccare del trentesimo minuto.

Arrivederci in Italia, quando scriverò il mio diario di bordo, raccontando molte altre cose di questo fantastico viaggio.

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