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Lug 29, 2022 2367volte

Nessuno ferma la Scandiano-Castellarano: con errata corrige!

Podio maschile, Ciobanu, Vettor... e le retrovie Podio maschile, Ciobanu, Vettor... e le retrovie R. Mandelli, da I. Spina, N. Carri

28 luglio – Nona edizione di una gara, ideata come tante altre da Paolo Manelli padre della maratona di Reggio, che si è sempre tenuta, anche negli anni del Covid; quest’anno avevamo un po’ temuto, non vedendola nei calendari, ma è apparsa in extremis, posticipata di qualche settimana rispetto alla data solita, e capace in ogni caso di portare al traguardo del 15° chilometro (dopo 370 metri di salita e 320 di discesa) 180 corridori; meno dei 293 registrati nell’ultima edizione ‘normale’, molti più dei 105 e 135 che avevano sfidato circolari, dpcm e disfattisti suinofili nel 2020 e 2021.

Certo, quest’anno mancavano tanti degli amatori che corrono per pura passione: non c’erano Bedini e Bandieri, due abituali occupanti delle ultime piazze, non c’erano i cugini Giaroli (Paolo aveva la scusa di fare il giudice d’arrivo); delle sorelle Gandolfi c’era solo Cecilia; Di Prinzio era al ritrovo, ma fresco di intervento chirurgico; e Cuoghi era venuto dalla Cavazzona in ciabatte, per non cedere alla tentazione di correre. Insomma, le retrovie erano orfane di parecchi, mentre là davanti il cosiddetto podio ha rimescolato assai le carte, complice l'assenza di Andrea Bergianti che le aveva vinte quasi tutte. Si è affermato il 29enne Cus Parma Cristian Ciobanu, in 53:20 che rappresenta il record della manifestazione, con due minuti abbondanti sul 21enne Roberto Ferretti (Corradini), che a sua volta ha preceduto di 16 secondi Saimir Xhemalay (Mud & Snow), che di anni ne fa 28. Il prestigio dei cinquantenni o quasi è stato onorato dal quarto, Roberto Bianchi della Pico, classe 1973, 56:30, un soffio davanti a William Talleri (S. Vito, del ’77).

L'arrivo delle donne ha lasciato interdetti i compilatori della classifica, che in una prima stesura contrastava decisamente con le foto diffuse dall'agguerrito plotone fotografico. Ci correggiamo anche noi prendendo la versione duepuntozero apparsa su Atleticando dopo mezzogiorno del 29 luglio. Ha rivinto la ventottenne modenese Giulia Vettor, ottava assoluta, che ha bissato i ritmi dell’anno scorso con 1.00:42. A quasi 8 minuti è giunta la seconda, Ramona Barbieri, onorando la sua categoria di over 40 che ha ovviamente vinto. Dopo altri tre minuti sono giunte allo sprint Lorena Belli ed Elena Malvolti, altre over 40.

Temporanei disguidi a parte (i soliti hacker russi?), la Scandiano-Castellarano rimane ai vertici anche organizzativi: iscrizione per quote tra gli 8 e i 12 euro (confrontare Bologna-Casaglia!), con pacco-gara comprendente un asciugamano “A’ gh’ l’ò caveda” ceduto dalla maratona di Reggio (stessa casa-madre; ma come diceva Mao Tse Tung, non importa il colore degli asciugamani, basta che asciughino) e un paio di calze tecniche, oltre al rientro in bus per chi aveva lasciato l’auto a Scandiano. Ciò nonostante, c’era qualche imboscato, o altrimenti non saprei cosa pensare del tizio in maglietta rossa con lucina frontale ma senza pettorale, che con sforzo superiore alle mie doti (ultimo km in 4:59, da crepacuore) ho passato negli ultimi 300 metri: risulta nelle foto dietro me di una quindicina di metri, eppure non è in classifica.

Meglio, molto meglio la Cecilia, che abbonata a tempi come 2.11, 2.01 (che oggi l’avrebbero posta ftm), e un personale di 1.49 nel 2020, oggi sulla salita delle Tre Croci (che sarebbe meglio ribattezzare dei Dieci Ripetitori per Telefonini) ci ha salutato, arrendendosi alla rimonta di Emilia Neviani, delle tre belle torrilesi Martina Carpi, Elisa Fiorenza, Valeria Raffa, e poi perfino mia, solo nella discesa dopo il km 10.

Due ristori lungo il percorso, con tè fresco e carico, acqua tiepidina, e una doccia nebulizzata gestita dallo stesso Manelli intorno al km 6. Poco dopo mi ha raggiunto l’Emilia, che prima di involarsi mi ha graziosamente aggiustato la lucina dorsale “sennò dietro non ti vedono” (ma il traffico era quasi assente, a parte i suiveurs Marco Belli e Ideo Fantini, e mi sono permesso di limare qualche metro tagliando tutte le curve: ecco perché il Gps segna 14,950).

Un pochino ‘asimmetrici’ (diciamo così) i premi di categoria: tre premi alle donne under 40, che erano 8 in tutto; e tre alle over 40, che erano 28; tre premi ai maschi under 30, 8 in tutto; tre ai 30-49enni, che erano 64; e tre agli over 50, con 73 iscritti. Ditemi voi che gusto può avere, se non la sua immensa passione sportiva, il prof Leandro Gualandri, più anziano in gara, uno dei due over 70 presenti, e per la prima volta alla partenza senza mascherina (ma a distanza cautelare over-droplet da tutti gli altri), che col suo 1.25 risulta solo 55° di categoria?

A proposito di covid, avviso per i naviganti emiliano-romagnoli: stufo di sentire per radio le lamentele di politici e virologi sulla scarsa adesione alla campagna del Bis-Booster per gli over 60, sono andato al centro vaccinale della mia città dicendo: "Ma che k* dite? Siete voi che non ci convocate! Mi volete: ecco qua il braccio!". Al che un addetto mi ha dato, quasi sottobanco, due indirizzi internet; ne ho cliccato uno e ho avuto la prenotazione entro due giorni (volevano vaccinarmi già in questo giorno della Scandiano-Castellarano; ho rinviato io; ma se l'adesione è "scarsa", la colpa è degli arcuri regionali che non chiamano). 

Tornando a noi delle retrovie tra le due Rocche, che corriamo perché ci diverte, e a volte dimentichiamo persino il ritiro del pacco-gara finale: le luci della pianura a sinistra dall’alto, la chiesina di San Valentino sul lato destro della discesa, il blu del castello di Castellarano e il freschino delizioso avvertito sul traguardo, sono tutto quanto chiediamo.

Informazioni aggiuntive

Fonte Classifica: Gruppo Giudici Gara Reggio

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