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Maurizio Lorenzini

Maurizio Lorenzini

appassionato di atletica, istruttore Fidal e runner

Da qualche anno sono in commercio scarpe da running dotate di una piastra in fibra di carbonio, aveva cominciato Nike (Vaporfly), poi Adidas (Adiozero Adios) e a seguire un po’ tutti i brand di settore. I riscontri tecnici, intesi come miglioramento delle performance, sono sotto gli occhi di tutti: muro delle due ore a un passo dal cadere (attuale 2h00’35), mezza maratona 57’31, ma anche su distanze inferiori, come 5 e 10 chilometri. Più in generale i podi delle gare internazionali sono sempre occupati da atleti che calzano queste scarpe.

Ma il punto che credo più interessi la maggior parte di quelli che corrono è un altro: sono per tutti? Ovvero, davvero tutti possono trarre beneficio dall’utilizzo di queste scarpe “miracolose”? Se ne parla da un po’, ma qui cerchiamo di dare anche noi un contributo alla discussione.

Per farlo, oltre a basarmi sulle mie personali esperienze e conoscenze, prendo a riferimento una serie di considerazioni in materia fatte da Marco Boffo. Atleta di buon livello, con un passato di un certo prestigio, in particolare sulle lunghe distanze (personale di 6h45’38” sulla 100 chilometri, nove presenze in nazionale e partecipazioni a campionati del mondo). Dopo il ritiro dall’attività agonistica è rimasto nel mondo del running, prima come specialista di prodotto per conto di un brand di settore, poi ha aperto un’attività commerciale in proprio, un negozio con diverse peculiarità, orientate al servizio a chi pratica questa disciplina (ma anche di tennis, sport che ha praticato con buoni risultati in età giovanile).

Scarpe per molti, ma non per tutti? no, qui il detto non vale. Queste scarpe hanno caratteristiche particolari che, se da una parte certamente consentono ad un numero limitato di atleti sensibili miglioramenti, dall’altra possono far pagare un prezzo elevato (non solo di acquisto, perché i costi sono molto elevati) in termini di infortuni, per la gioia di fisioterapisti, ortopedici, etc).

Entriamo un po’ più nel tecnico; qui comincio a prendere dei passaggi di Marco Boffo

La tecnologia della piastra in carbonio è sicuramente valida e da grandi vantaggi… Ma non a tutti! La principale discriminante è la tecnica di corsa e la forza dei nostri piedi. Puoi correre anche a 3’30/km, ma se atterri pesantemente di tallone la piastra in carbonio non la sfrutti, anzi… Rende la corsa ancor più dispendiosa perché per flettere una scarpa così rigida devi utilizzare più forza.

Quindi pare di capire che, diversamente da quanto in genere si ritiene, la velocità in sé non è l’unico dato di riferimento su cui basare la scelta. In realtà io credo che una velocità maggiore porti (quasi) inevitabilmente a correre un po’ “in avanti”, quindi di avampiede o meso piede (ovvero atterrando sulla parte centrale).

Non è totalmente vera questa affermazione: ci sono atleti amatori che corrono a ottimi ritmi ma con atterraggio e baricentro di certo non avanzato. In questo caso la spinta avviene soprattutto da glutei e cosce.

Sia in chi spinge prevalentemente di piedi (pochissimi amatori), sia in chi spinge prevalentemente di cosce e glutei (la quasi totalità degli amatori), l’avanzamento del baricentro all’aumentare della velocità secondo me è insignificante.

In pratica un atleta amatore che atterra pesantemente di tallone, se spinge di più “potrebbe” essere impercettibilmente più avanzato con il baricentro ma non tanto da cambiare in modo evidente il suo assetto di corsa e ad essere quindi in grado di sfruttare le scarpe con la piastra in carbonio.

Come potrebbe addirittura arretrare all’aumentare della velocità dato che spingendo di più si perde lucidità, si tende a scomporsi e ad arretrare le spalle. 

Quindi si può dire che anche andando piano il baricentro può essere avanzato?

Esatto, un esempio viene dagli atleti top, anche quando corrono molto piano, atterrano con i piedi in modo comunque avanzato.

La velocità dipende da quanta forza metti a terra, dall’elasticità di muscoli e tendini, da quanto aumenti la frequenza del passo e se la tua tecnica di corsa è in grado di sfruttare queste tre caratteristiche. Senza contare l’aspetto metabolico che è un capitolo a parte.

Sostanzialmente chi corre bene, corre bene sempre a prescindere dal ritmo, al contrario chi tecnicamente non è impeccabile, presenterà gli stessi difetti anche durante una ripetuta in pista.

Tutti questi ragionamenti sono poi influenzati dalla freschezza di chi corre. Più subentra la fatica, più lo stile di corsa peggiora e i vantaggi dati dalla piastra in carbonio diminuiscono. 

Ma, allora, chi può trarre realmente vantaggio da scarpe con piastra in carbonio?

Per sfruttare la piastra, la presa di contatto del piede con il terreno deve avvenire in modo avanzato per creare quel pre stiramento a livello tendineo e muscolare della parte posteriore della gamba. Grazie a quel pre stiramento muscolo-tendineo si acquisisce la forza per poter spingere e sfruttare la rigidità del carbonio, che a quel punto aumenta la spinta in avanti.

Le variabili in gioco sono diverse: tecnica di corsa, età anagrafica e poca familiarità con infortuni muscolo-tendinei sono determinanti per capire se un runner amatore può usare o meno scarpe con queste caratteristiche.

Spesso di parla di ritmi di corsa, se veloci le “scarpe magiche “sarebbero adeguate, altrimenti no. Che ne pensi? A tuo avviso quali dovrebbero essere questi ritmi veloci?

Difficile quantificare, ci sono tante variabili! Ma, dovendo dare per forza dei riferimenti, per me ritmi veloci vuol dire correre ben al di sotto ai 3’30” al km. Se uno fa il fondo lento a ritmi compresi tra i 4’30”-5’00” al km (o ancor più lentamente…) e le ripetute intorno ai 4’00” al km, questi non sono ritmi veloci tali da ricevere dei vantaggi tangibili dal carbonio (a prescindere dalla tecnica di corsa)

Abbiamo quindi tracciato una linea di demarcazione, può bastare questo ad esaurire l’argomento?

No, perlomeno solo in parte, perché le variabili in gioco sono molte, come detto sopra. E ne cito un’altra. Analizziamo anche la stabilità dei piedi. C’è un eccesso di pronazione oppure un appoggio totalmente neutro? Chi non ha piedi stabili (e quindi forti…) non dovrebbe vedere questa tipologia di scarpe neanche con il binocolo.

Questo perché le scarpe con la piastra sono altissime, con schiume che girano intorno alla piastra morbidissime, smussate e con tomaie più sottili della carta velina. In che modo il piede può quindi avere un minimo di sostegno quando “crolla” verso l’interno in fase di spinta?

Si esaurisce quindi il nostro viaggio nel mondo delle piastre in carbonio, siamo volutamente restati nell’ambito strettamente tecnico, quindi nessuna considerazione sui costi (elevati) di questi prodotti e sui limiti per l’utilizzo in alcuni ambiti, ad esempio nelle piste di atletica.

Ringrazio Marco Boffo per la preziosa collaborazione

 

Vittoria dell’etiope Sendeku Alelgn Amognem, all’esordio sui 42195 metri, e bis della keniana Dorine Jerop Murkonen, già vincitrice a Torino nel 2022.

5 novembre 2023. Una maratona torinese che cresce nei numeri, erano 829 i classificati nel 2022, invece la classifica provvisoria di questa edizione dice che 1310 atleti hanno portato a termine la gara.

Gara maschile che ha dato spettacolo, a partire dal km 25, quando il keniano Timothy Kosgei Kipchumba ha lasciato la compagnia degli altri, nei dintorni anche il nostro Cesare Maestri, all’esordio sulla distanza. Verso il km 32 si ricompatta il gruppo di testa, il keniano Joel Kipkenei Melly (Run2Gether) prova ad allungare, ma senza successo. Vittoria per l’etiope Amogne, col tempo di tempo di 2h09’46, secondo posto per Melly (2h10’59) e terzo per Kipchumba (2h12’50).

Buono il crono all’esordio per Cesare Maestri (Atl. Valli Bergamasche), 2h14’00, con passaggio alla mezza di 1h06’11, in linea per chiudere in 2h12-2h13’, poi un cedimento negli ultimi chilometri di gara.

Tra le donne vince nuovamente la keniana Murkonen, che con 2h31’30 realizza il record personale (precedente proprio a Torino, 2h32’37). Gara che si decide nella seconda mezza, con la keniana che prende, e mantiene, un esiguo vantaggio sulla seconda classificata, l’etiope Belete Etsegenet Ezhiw (2h32’48); terza Lenah Jerotich (Kenya), col nuovo personale sulla distanza, 2h34’53.

Prima italiana Letizia Ponzano, suo il tempo di 2h57’13.

Classifica mezza maratona tutta italiana, tra gli uomini: 1-Ayyoub El Bir (1h05’37-Atl Biotekna); 2-Xavier Chevrier (1h06’20-Atl. Valli Bergamasche); 3-Simone Peyracchia (1h09’51-Podistica Val Varaita).
Al femminile: 1-Gessica Peyracchia (1h17’16-Podistica Valle Vairata); 2-Elisa Viora (1h24’41-Torino Road Runners); 3-Romina Casetta (1h24’44-Ferrero A.S.D.)

Alla fine sono stati 1159 gli atleti classificati, più i 1310 in maratona, sono numeri che fanno ben sperare, in prospettiva, dopo anni quantomeno tempestosi; ci auguriamo pertanto che Torino abbia ritrovato la giusta strada, unendoci con piacere alla fiducia e la soddisfazione degli organizzatori di Team Marathon, Luca Vergnano e Simone Oneglio.

Sabato, 04 Novembre 2023 22:03

Abbiategrasso (MI) – AbbiateFast

Una prova generale di quella che magari un giorno potrà diventare una 5 k vera e propria? Chissà.

4 novembre 2023. Si è corsa oggi nel centro di Abbiategrasso una corsa non competitiva, una “prima” messa in piedi dall’entusiasmo e dalla passione di Fabio De Angeli, tra l’altro buon atleta.

Erano tre giri quasi uguali, per un totale di quasi 5 chilometri, nessun chip e nemmeno giudici a certificare le prestazioni, perché questa non voleva e non doveva essere una gara vera e propria.

Eppure si sono visti in corsa diversi buoni atleti, soprattutto mezzofondisti, che hanno sfruttato l’occasione per fare un buon allenamento, nel piacevole contesto del centro cittadino di Abbiategrasso.

Ottima la sede della logistica, il Castello Visconteo, una fortificazione che risale al secolo XI, ma completamente ristrutturata nel 1995.

Partenza ed arrivo nei dintorni, un percorso che si snodava tutto nel centro storico di Abbiategrasso, cittadina situata nel Parco lombardo della Valle del Ticino; un fondo stradale quasi totalmente costituito dal pavé, però molto ben sistemato, e questo ha aiutato la stabilità in corsa dei podisti nonostante alcuni tratti bagnati. Tutto sommato erano poche le curve, che peraltro rendevano il percorso un po’ più tecnico e divertente, ma presenti anche diversi rettilinei dove, chi ne aveva, poteva spingere bene.

Interessante la soluzione delle due batterie: la scelta era affidata ai partecipanti che, in base al tempo auto stimato, potevano così posizionarsi in quella più consona alle proprie capacità. Nel mezzo, tra le due batterie, hanno corso tanti bimbi; è sempre bello quando le manifestazioni danno spazio a quelli che, chissà, un giorno potranno far parte del bel mondo dell'atletica.

Mi pare proprio che le cose siano andate bene sotto il profilo organizzativo, con percorso presidiato, nonostante la natura non competitiva della corsa e con ristoro finale più che adeguato alla circostanza. Abbiategrasso manca da un po’ alle corse, chissà che questa manifestazione non costituisca un buon punto di partenza.

16 ottobre 2023. Ne avevamo PARLATO QUI, era il giugno 2022 quando l’agenzia di controllo AIU (Athletics Integrity Unit) aveva sospeso l’atleta keniano.

Ora è arrivata la sentenza, durissima: squalifica di 10 anni.

C’è un po’ di tutto a giustificare la pesante sentenza: doppia positività (Milano Marathon 2021 e Abu Dhabi Marathon, sempre nel 2021), manipolazioni, intese come prodotti atti a coprire l’utilizzo di sostanze dopanti, falsificazione di documentazione medica (grazie alla collusione con medici keniani).

Ora si cancelli tutto, ma per davvero; a cominciare dal miglior crono mondiale del 2021, 2h02’57 (almeno fino ad aprile), ovviamente questo della maratona più veloce mai corsa in Italia, che resta comunque a Milano ma col tempo di 2h03'55, il tempo del secondo classificato nella stessa edizione, Kipyego Reuben Kiprop

Per ora World Athletics non ha ancora recepito la notizia, ma cui auguriamo che rimuova a breve dal ranking le “gesta” di questo atleta, che ragionevolmente chiude qui la sua carriera (è del 1992).

https://worldathletics.org/athletes/kenya/titus-ekiru-14766247

Per chi vuole approfondire, ecco il pezzo originale pubblicato sul sito AIU, con tutto il percorso e le spiegazioni che hanno portato alla decisione.

https://www.athleticsintegrity.org/downloads/pdfs/other/Press-Release-AIU-BANS-TITUS-EKIRU-FOR-TEN-YEARS.pdf

 

(NDR) Riportiamo il comunicato stampa degli organizzatori, mentre a seguire trovate il nostro commento

Tutta italiana la seconda edizione della mezza maratona veneziana: vincono il pordenonese dell’Atletica Edilmarket Sandrin e la quasi debuttante trevigiana. Positivo il bilancio organizzativo  

Portogruaro (Venezia), 15 ottobre 2023 – Tutta italiana la seconda edizione della Portogruaro Half Marathon. Dopo l’accoppiata africana del 2022, quest’anno sono due atleti di Nordest a tagliare per primi il traguardo in Piazza della Repubblica. Trionfa Mattia Rizzo, 38enne pordenonese di Valvasone, in forza all’Atletica Edilmarket Sandrin, che ferma il cronometro a 1h14’40”, staccando nel finale l’atleta di casa (abita a Concordia Sagittaria), Giacomo Fontanel (Atl. Speranza, 1h14’55”). Festeggia anche la novità Sara Boer, trentenne originaria di Ceggia (Venezia), ma residente a Monastier, nel Trevigiano, alla quarta gara della sua vita, arrivata in 1h29’48”. Sono loro l’avanguardia di un plotone di poco più di mille atleti che, sulle strade di Portogruaro e dintorni, si sono suddivisi tra il percorso della mezza maratona e quello dei 10 km aperti a tutti. “La mia specialità sono gli 800 metri, la mezza maratona è un’altra cosa, ma ho allungato un po’ la preparazione e sperato che il fiato mi reggesse sino alla fine – le parole di Rizzo dopo aver tagliato il traguardo -. Sino al 19° chilometro sono stato assieme a Fontanel, poi ci ha superato una bici di servizio e le sono andato dietro. E’ stato il break decisivo”. Felice anche la vincitrice Boer: “Non ho neppure una società, ho corso con la Runcard. Era la quarta gara della mia vita, proprio non mi aspettavo di vincere. E’ stato bellissimo”.  Alle sue spalle, un volto noto dell’atletica di Nordest, l’udinese di Latisana, Fabiola Giudici (Atletica 2000), specialista di strada e, soprattutto, fuoristrada (“Arrivavo da una 48 km, va bene così”). Positivo il bilancio organizzativo: “E’ stato un bel weekend, iniziato sabato al Parco della Pace con la corsa dedicata a runners e camminatori e ai loro amici a quattro zampe e proseguita oggi con mezza maratona e 10 km – commenta Maurizio Simonetti, presidente del Running Team Conegliano -. Il percorso della mezza maratona, parzialmente rinnovato rispetto all’anno scorso con i passaggi a Gruaro e Concordia Sagittaria, è stato molto apprezzato. Crediamo valorizzi al massimo un territorio bellissimo”. Appuntamento al 2024.     

CLASSIFICHE. UOMINI: 1. Mattia Rizzo (Atl. Edilmarket Sandrin) 1h14’40”, 2. Giacomo Fontanel (Atl. Speranza) 1h14’55”, 3. Roberto Testero (Asd Rincorro) 1h15’54”, 4. Federico Bordignon (Assindustria Sport) 1h17’21”, 5. Giovanni Romanello (Us Carisolo) 1h17’35”, 6. Nunziantonio Moschella (Maratoneti Eraclea) 1h17’50”, 7. Massimo Prataviera (Runners Club Agggredire) 1h19’03”, 8. Alessio Segato 1h20’08”, 9. Cristiano Ceresatto (Podistica Solidarietà) 1h20’55”, 10. Omar Giorgio Makhloufi (Trieste Atletica) 1h20’55”.

DONNE: 1.  Sara Boer 1h29’48”, 2. Fabiola Giudici (Atletica 2000) 1h30’05”, 3. Marta Bianchet (Fiamme Cremisi) 1h31’56”, 4. Lucrezia Salvi (Gp Livenza Sacile) 1h32’45”, 5. Maura Frescurato (Atl. Monfalcone) 1h34’02”, 6. Elisa Carli (Running Team Conegliano) 1h38’31”, 7. Elsie Cargniel Bergamasco (Maratonina Udinese) 1h38’49”, 8. Chiara Lettere (La Mandria Calimera) 1h44’38”, 9. Lorenza Franceschini (Free-Zone) 1h46’23”, 10. Martina Delle Vedove (Running Team Conegliano).

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Il nostro commento (M.Lorenzini).

Il 15 ottobre è andata in scena la seconda edizione di questa mezza maratona. Non essendoci evidenze delle corse non competitive, anche se gli organizzatori citano testualmente “Portogruaro, domenica di corsa per 1.100”, ci limitiamo ai numeri ufficiali della mezza maratona, quelli oggettivi e verificabili da tutti.

Il dato dice 305 atleti classificati entro il tempo massimo di 3 ore, nel 2022 erano stati 587; prendiamo atto della dichiarazione degli organizzatori  che riferiscono un “ positivo bilancio organizzativo”, tuttavia qualche domanda viene da farsela quando c’è una perdita così sostanziale di partecipanti. Intendiamoci, nonostante la ripresa di cui tutti parlano, il bilancio numerico di diverse manifestazioni è in saldo negativo, talvolta molto negativo, in questo senso Portogruaro è in “buona” compagnia”. Purtroppo sono tante le mezze maratone che nel 2022 e 2023 hanno sofferto parecchio in termini di numeri.

Quindi ripresa certamente sì, nel senso che sono in tanti ad aver ripreso (finalmente) a correre; anzi, i dati dei brand del mondo del running sono generalmente piuttosto positivi, anche grazie al fatto che sono molti quelli che hanno scoperto la corsa nel periodo del covid, con evidenti ritorni economici per gli operatori. Ma la stessa cosa non può dirsi dal punto di vista degli organizzatori, che devono combattere sempre più per attrarre partecipanti, in un folle calendario gare, dove la federazione pare accettare di tutto (per fare cassa?).

Anche dal punto di vista tecnico questa mezza di Portogruaro non ha brillato, basti confrontare i crono del 2023, con i primi tre uomini classificati sopra 1h14’, quando nel 2022 i primi due classificati avevano corso poco sopra 1h05’, ma anche le prime due donne sotto 1h16’; il podio femminile nel 2023 è compreso tra 1h29’ e 1h31’. Nessuna presenza di atleti africani, che nel 2022 certamente avevano contribuito a mantenere più alti i livelli tecnici. Dato che il 15 ottobre erano presenti ovunque (in generale non mancano mai alle gare) viene da chiedersi il perché di questa mancanza, in particolare perché l’organizzatore in passato anche recente ha lavorato a lungo con gli atleti africani. Una diversa scelta? Altre ragioni?

 

Domenica, 15 Ottobre 2023 15:19

Bardolino (VR) - La 10 K di Bardolino

ANTEPRIMA SERVIZIO FOTOGRAFICO ENDUPIX - 15 ottobre 2023. Si è tornati nuovamente a correre questa 10 chilometri, che si svolge in parte sul lungo lago di Garda, e in parte nell’immediato entroterra, su un percorso che presenta diverse ondulazioni. Si è trattato di un’occasione importante, dato che si correva per i titoli di campione regionale sia assoluti che master, una prestigiosa assegnazione; ed era già la terza volta in dieci edizioni.

Sono mancati gli atleti africani (record della gara appartiene a Ishmael Kalale, 30’10, e vincitore delle ultime due edizioni) ma non è mancato lo spettacolo: vittoria col tempo di 33’14 tra gli uomini di Matteo Fantin (Atl. San Biagio), secondo posto a breve distanza per Emilio Perco (33’30 - GS Fraveggio) e terzo per Jacopo Bovo (34’22 – Atl. Insieme Verona).

Al femminile vittoria per l’atleta della Boscaini Runners, Sonia Maria Lopes Conceicao, tempo di 38’23. Seguono nell’ordine Gloria Tessaro (39’14 - Atl. Vicentina) e Sabrina Boldrin (41’07 – Atletica Cortina).


ph Elia Morselli / Racephoto by We Click

Complessivamente sono stati 539 gli atleti regolarmente classificati nella gara Fidal, invece 301 i partecipanti alla corsa non competitiva.

Aggiungiamo, dal comunicato stampa di Marco Tarozzi (con numeri leggermente diversi e il completamento delle classifiche fino al quinto posto):

Sui dieci chilometri di un percorso affascinante e tecnicamente rodato, sviluppatosi tra i centri di Bardolino e Cisano e nell’immediato entroterra dello specchio lacustre più grande d’Italia, si sono dati appuntamento 920 runners (780 i classificati al termine della gara), un numero che ha ampiamente superato quello dell’edizione 2022. Alla gara competitiva era come sempre abbinata la  prova non competitiva, svoltasi sullo stesso percorso con misurazione dei tempi per tutti gli arrivati.


LA 10 DI BARDOLINO – RISULTATI

UOMINI: 1. Matteo FANTIN (Atl. San Biagio) 33’13”; 2. Emilio PERCO (GS Fraveggio) 33’30”; 3. Jacopo BOVO (Atletica Insieme) 34’22”; 4. Enrico COZZINI (GS Fraveggio) 34’39”; 5. Diego GASPARI (Vicenza Marathon) 34’47”.

DONNE: 1. Sonia Conceicao LOPES (Boscaini Runners) 38’23”; 2. Gloria TESSARO (Atl. Vicentina) 39’14”; 3. Sabrina BOLDRIN (Atl. Cortina Cassa Rurale) 41’07”; 4. Roberta SCHIVALOCCHI (SA Valchiese) 42’08”; 5. Roberta SCANDOLARI (SA Valchiese) 42’17”

 

ANTEPRIMA SERVIZIO FOTOGRAFICO ENDUPIX - 15 ottobre 2023. Alla 22^ edizione la vittoria tra gli uomini è dell’atleta marocchino Mohammed Baybat, tesserato per Circolo Minerva, suo il tempo di 1h:01’40; seconda e terza posizione per il Kenya, in quest’ordine, Kipkemboi Isaac Too (1h01’44) e Simon Mwangi Waithira (1h01’45), entrambi gli atleti appartengono al team Run2gether.

Primo italiano è Danilo Gritti (Atl. Valle Brembana) col tempo di 1h06’09, che rappresenta il suo nuovo record personale; secondo Ayyoub El Bir (1h06'16 - Atl. Biotekna), Tommaso Forner (1h06'20 - Assindustria Sport).

Vittoria relativamente più netta in campo femminile, con la keniana Jerop Dorine Murkonen (Run2gether) che batte la connazionale e del suo stesso team, Gesare Morine Michira, 1h12’03 e 1h12’39 i tempi finali.

Prima italiana in 1h14’54, e terza assoluta, è Sara Galimberti (Bracco Atletica) che sta progressivamente tornando a correre forte, davanti a Marta Fabris (1h16’03 – KM Sport). Terza Simona Santini (1h19’48 - Circolo Minerva).

ph Carlo Vincenzi / Racephoto by WeClick

La 10 k competitiva è stata appannaggio del forte keniano Stephen Mwangi Njeri (Run2gether), già protagonista, tra le altre prestazioni, di un 13'59 alla 5 chilometri di Zona Predosa; qui chiude in 29'58, davanti a Riccardo Amadori (30'42 - Pro Sesto Atl. Cernusco) e Batel Abdellatif (30'58 - Atl.Rodengo Saiano).

Invece tra le donne è Cristina Cotelli (Atl.Paratico), a vincere in 37'38, seguita da Martina Cornia (38'44 - AS La Fratellanza) e dalla keniana Mary Wanjohi Wangari, suo il tempo di 39'48.

I numeri della manifestazione, mi riferisco ai classificati, unico dato oggettivo.

Mezza maratona che “tiene”, sono 1240 contro 1277 del 2022; in leggero aumento quelli della 10 k competitiva, 266 contro 242; la cosiddetta ludico motoria registra un netto aumento, 840, rispetto ai 526 della precedente edizione.

Sulla distanza classica dei 21,097 metri siamo lontani dai quasi 3.000 del 2014 ma anche i 2063 del 2018, oppure quelli del 2021, quando era campionato regionale sia assoluti che master (peraltro un caso piuttosto raro, intendo quello di assegnare entrambi i titoli ad un’unica manifestazione) del resto in generale è difficile per tutti mantenere i numeri di quei tempi. Tante le ragioni, un’analisi magari da fare separatamente.

Da qui la scelta di molti organizzatori di inserire nel tempo una 10 chilometri, in versione sia agonistica che non competitiva, una scelta che, oltre a “fare cassa”, aiuta mantenere i numeri complessivi su buoni livelli, o comunque tali da giustificare il sostanziale blocco delle città.

ANTEPRIMA SERVIZIO FOTOGRAFICO ENDUPIX

Questo il comunicato stampa degli organizzatori:

HMC 2023: KENYA E MAROCCO SUL PODIO; ITALIA PRIMA NELLA CR10 COMPETITIVA FEMMINILE

Che la HMC sia ormai un appuntamento imperdibile nel panorama sportivo non è una novità; ma che arrivassero apposta dal Brasile, e più precisamente da Santa Caterina per parteciparvi, è sì una piacevole novità: è quello che ha fatto Vinicius Jurandir Maiocchi, al via coi classici colori verdeoro del vivace paese sudamericano.

Si anima fin dalle prime ore del mattino la Piazza Duomo cittadina. Tanti i runner che, ritirati i pettorali, prendono posizione per partecipare all’utile e divertente Microdata warm up. Al loro fianco, gli stand della solidarietà di cui è permeata la maratonina: quello della onlus Occhi Azzurri che si impegna per cercare digarantire una qualità di vita migliore ai più piccolo con difficoltà; e AIDO e la ATS Val Padana con l’iniziativa Corri a Dire Sì per “dimostrare come il trapianto di organi e tessuti possa salvare la vita, e come la pratica dell’attività sportiva possa prevenire patologie critiche risolvibili solo col trapianto”, ricordano il Dottor Francesco Pietrogrande, presidente AIDO, e il Dottor Salvatore Mannino, presidente AST Val Padana.

Si entra poi nel vivo delle prove agonistiche e non: colori, amicizia, divertimento, solidarietà e competizione vivacizzano Corso Vittorio Emanuele e il Teatro Ponchielli fino a Piazza Stradivari: ben più di 5' prima di veder sfilare l’ultimo iscritto sotto l’arco della partenza!


ph Carlo Vincenzi / Racephoto by WeClick

Ma entriamo nel vivo della gara:
Come da programma, le prime piazze se le giocano gli atleti del continente africano: al maschile è fin dalle prime battute una questione Kenya-Marocco.
Corrono infatti compatti i quattro keniani portacolori di Run2gether, Isaac Kipkemboi Too, Simon Mwangi Waithira, Simon Dudi Ekidor e Stephen Mwangi Njeri (quest’ultimo iscritto sulla CR10), e il marocchino Mohammed Baybat del Circolo Minerva asd. Velocissimo il primo km (2’52”), per un passaggio a 17’26” al sesto. Rimangono in quattro dal km 17 km in avanti, quando si stacca Ekidor e rimane coperto l’atleta magrebino. Sembra fatta per gli alfieri della Run2gether, ma in prossimità dello strappo finale che porta all’arrivo in Piazza Duomo, Baybat stupisce tutti con una accelerata inaspettata che coglie di sorpresa gli avversari. Arrivo da cardiopalma che vede ben tre atleti in 5” e la bandiera del Marocco sventolare sul gradino più alto del podio: Mohammed Baybat, primo in 1:01’40, a soli tre secondi dal primato della HMC; Isaac Kipkemboi Too, secondo in 1:01’44” che precede per un solo secondo il compagno e connazionale Simon Mwangi Waithira (1:01’45”).
“È la mia prima volta a Cremona ed è il mio primo anno in Italia, e sono contento di aver inaugurato questa avventura con questa bella vittoria a Cremona”, le parole del vincitore all’arrivo. "Non avevo una vera e propria tattica di gara: volevo dare il massimo e sono rimasto coi primi fin dall’inizio, fiducioso del mio finale che non mi ha tradito.”
Uno sprint finale, quello dell’atleta che correrà la mezza di Arezzo a fine mese, che ha spiazzato gli avversari: "una bella gara, tanta gente lungo tutto il percorso che è davvero molto veloce. Abbiamo dato il massimo e contiamo di non farci scappare il gradino più alto del podio nella prossima edizione”, raccontano dopo la linea di arrivo Too e Waithira. 


ph Stefano Morselli / Racephoto by WeClick

Si parla africano anche alla HMC femminile nella quale si alternano al comando Dorine Jerop Murkomen e Morine Gesare Michira, keniane della run2gether. Per i primi tre chilometri corsi ad una media di 3’20”/km rimane con loro l’azzurra Sara Galimberti della Bracco Atletica, al via in previsione di una prossima maratona autunnale, come racconterà al traguardo. Già al sesto km è però gara a due: 20’30” per le atlete keniane, 20’50” per la Galimberti. Allunga ulteriormente la Murkomen che taglia per prima la lineadi arrivo in 1:12’03”, ben 35” in anticipo sulla Michira; terza piazza per Galimberti con 1:14’54”.
"Ero fiduciosa nella mia condizione e sapevo di poter vincere”, le parole della vincitrice. “Ho corso controllando fin dalla partenza, staccando quando ero certa di poter lasciare indietro le avversariee dopo aver gestito bene i pochi strappi lungo il percorso. È la mia prima volta a Cremona ed è stato un bel lavoro in vista della Maratona di Torino.”
Di nuovo a Cremona dopo aver vinto proprio qui il titolo italiano di maratonina U23 Sara Galimberti. "È una gara che mi piace e alla quale sono tornata considerandola una sorta di portafortuna per la stagione invernale”, confida l’atleta della Bracco Atletica. “L’organizzazione è sempre eccellente, il percorso splendido. È stata una partenza morbida e sono rimasta con le keniane. Mi sono poi staccata per provare le sensazioni di correre da sola col supporto del pubblico lungo il percorso, situazione ideale in vista della maratona che correrò - deciderò a breve se Verona o Valencia”. 


ph Stefano Morselli / Racephoto by WeClick

Come da previsione la CR10 Competitiva maschile vede trionfare Stephen Mwangi Njeri, keniano della Run2gether, in 29'58. Secondo posto per Riccardo Amadori della Pro Sesto Atletica Cernusco (argento in 30’42”), che precede il vincitore dello scorso anno, Abdellatif Batel/Atletica Rodengo Saiano MICO, terzo in 30’58”. 
“Ho provato a tenere il ritmo dei primi” le parole di Amadori, "dai quali mi sono staccato tra il quarto e il quinto chilometro per correre poi in progressione e dando il massimo negli ultimi 3 km”. 


ph Sara Veneruso / Racephoto by WeClick

La sorpresa arriva invece sulla CR10 Competitiva femminile. Tutti si aspettavano al traguardo la kenyana Mary Wangari Wanjohi della Run2gether che, partita troppo forte e causa crampi lungo il percorso, si deve accontentare della terza piazza (39’47” il suo crono). Piacevole sorpresa, la medaglia d’oro e d’argento della prova che vanno al collo di due italiane con un discreto tempo finale: Cristina Cotelli dell’Atletica Paratico (37’38”) e Martina Cornia della A.S La Fratellanza 1874.


ph Sara Veneruso / Racephoto by WeClick

Cremona è come sempre tappa finale del Trofeo Bossoni che premia chi chiude col minor tempo le quattro prove del circuito – Brescia Half Marathon, Bossoni Half Marathon, Placentia Half Marathon e HMC Cremona. Vince in casa Blerina Bregu del Marathon Cremona che chiude le quattro prove con il crono complessivo di 4:22’52”; al maschile, il migliore è Youssef Aich dell’Atletica Rodengo Saiano MICO il cui tempo complessivo sulle quattro tappe è di 3:29’31”.


ph Stefano Morselli / Racephoto by WeClick

Soddisfatti Michel Solzi e Mario Pedroni (nella foto con il podio femminile), Presidente e Vice Presidente dei Cremona Runners a.s.d. che ringraziano volontari, autorità, partecipanti e sponsor grazie ai quali anche quest’anno è andata in scena una manifestazione di ottimo livello all’insegna di sport, salute, amicizia e solidarietà: Growen, main sponsor; in ordine sparso, Microdata Group, A2A Energia, Gruppo Arvedi, MailUp, Gruppo Bossoni, Witor’s e Net Insurance, top sponsor; per gli official partner, sempre in ordine sparso, Sperlari, Wonder, df Sport Specialist, Associazione Industriali Cremona, Oleificio Zucchi, DAJ, COOP Lombardia, EuroTecno e Pomi’; e i media partner La Provincia, Cremona1, Cremona Oggi e Mondo Padano. E che già stanno lavorando all’edizione 2024 con un altro sogno nel cassetto: ospitare proprio a Cremona i Campionati Italiani di Mezza Maratona.

 

8 ottobre 2023. Viene da dire che fosse proprio lui il predestinato a spodestare sua maestà, Eliud Kipchoge; dopo 2h01’53 (Valencia 2022), 2h01’25 (Londra 2023) alla sua terza maratona il keniano Kiptum centra il record del mondo, un fantastico 2h00’35, ad un passo dal “breaking 2”, senza luci, lepri e macchine apripista.

Kelvin Kiptum, ufficialmente classe 1999, ha un passato agonistico molto breve: nel 2019 corre la mezza sotto i 60’ , poi si migliora l’anno successivo, portando il suo personale a 58’42 (Valencia). Nel 2023 non corre nessuna gara ufficiale, probabilmente aveva puntato tutto su Chicago e, visti i risultati, ha fatto proprio bene. Da notare, agli effetti dello "split", che dopo aver passato la mezza maratona in 1h00'48, ha fatto la seconda parte di gara in 59'47!  

La maratona di Chicago si conferma terreno ideale per stabilire i record del mondo, basti pensare che qui sono stati battuti per 5 volte: gli ingredienti? clima, scorrevolezza del percorso e … un gran budget.

Notevole anche la prova di Sifan Hassan: dopo il buon esordio alla maratona di Londra 2023, chiusa in 2h18’33, si migliora tanto realizzando il nuovo record femminile della gara in 2h13’38.

Primi 10 uomini
1. Kelvin Kiptum (KEN) -- 2:00:35
2. Benson Kipruto (KEN) -- 2:04:02
3. Bashir Abdi (BEL) -- 2:04:32
4. John Korir (KEN) -- 2:05:09
5. Seifu Tura Abdiwak (ETH) -- 2:05:29
6. Conner Mantz (USA) -- 2:07:47
7. Clayton Young (USA) -- 2:08:00
8. Galen Rupp (USA) -- 2:08:48
9. Sam Chelanga (USA) -- 2:08:50
10. Takashi Ichida (JPN) -- 2:08:57

Prime 10 donne
1. Sifan Hassan (NED) -- 2:13:44
2. Ruth Chepngetich (KEN) -- 2:15:37
3. Megertu Alemu (ETH) -- 2:17:09
4. Joyciline Jepkosgei (KEN) -- 2:17:23
5. Tadu Teshome Nare (ETH) -- 2:20:04
6. Genzebe Dibaba (ETH) -- 2:21:47
7. Emily Sisson (USA) -- 2:22:09
8. Molly Seidel (USA) -- 2:23:07
9. Rose Harvey (GBR) -- 2:23:21
10. Sara Vaughn (USA) -- 2:23:24

Per la prima volta un’italiana vince la prestigiosa scalata al più famoso grattacielo di New York; terzi e quarti Fabio Ruga e Emanuele Manzi; continua a definirsi vecchietta, ma intanto continua a vincere.

Dal comunicato Sport di Montagna

5 settembre 2023.  Giunta alla sua 45ª edizione la competizione newyorkese porta i corridori a risalire gli 86 piani e 1576 gradini terminando sulla terrazza panoramica che domina dall’alto la “grande mela”. Oltre agli élite, appositamente selezionati in base al curriculum, vi possono partecipare alcune celebrità americane e 300 atleti estratti dopo una selezione cui ambiscono migliaia di corridori.

Nessun italiano era mai riuscito prima a porre la propria griffe in un albo d’oro nel quale spiccano nomi prestigiosi quali quello dell’austriaca pluri campionessa mondiale di corsa in montagna Andrea Mayr o dell’australiano Paul Crake.

Valentina Belotti, bresciana di Temù e capitana della nazionale di corsa in montagna, non è nuova a queste imprese avendo già vinto competizioni internazionali in questa particolare disciplina sui grattacieli di Shanghai, Taipei, San Paolo del Brasile oltre che a Milano sul Grattacielo Pirelli e Torre Allianz.

Nonostante fosse alla sua prima partecipazione è riuscita ad imporsi nettamente superando diverse concorrenti che si erano avvantaggiate nel tratto iniziale. L’arrivo in notturna sulla terrazza panoramica esterna dell’86° piano ha suggellato la vittoria dell’atleta dell’Unione Sportiva Malonno in uno scenario da favola con vista sulla skyline di Manhattan. Seconda piazza per la tedesca Verena Schmitz, e terza l’americana Shari Klarfeld.

Come anticipato, italiani protagonisti anche al maschile con top five raggiunta dai lariani Fabio Ruga (3°) ed Emanuele Manzi (4°) nella competizione dominata dal malese Soh Wai Ching.

Classifica 86 piani – 1576 gradini

Donne


1.    Valentina Belotti (ITA)
2.    Verena Schmitz (GER)
3.    Shari Klarfeld (USA)
4.    Yuko Tateishi (JPN)
5.    Shari Klarfeld (USA)

Uomini


1.    Wai Ching Soh (MAL)
2.    Ryoji Watanabe (JPN)
3.    Ruga Fabio (ITA)
4.    Emanuele Manzi (ITA)
5.    Christopher Hetzel (USA)

5 settembre 2023. Da qualche anno mi cimento occasionalmente nella specialità trail, invece la corsa in montagna mi piace da sempre, lo faccio in modo molto selettivo e su distanze brevi e dislivelli “umani”.

La scelta stavolta è caduta sul Trail della Pietra, mi prendeva bene l’idea di correre intorno e sopra la Pietra di Bismantova, un monte che supera di poco i 1000 metri, molto particolare e caratteristico, per la sua forma e la sua storia.

La scelta è caduta sul percorso  cosiddetto “Paradiso”, definizione che non mi trova molto concorde …ma poi vedremo perché.

La logistica della gara è quanto di meglio si possa avere: parcheggio, spogliatoi/docce, deposito borse. Le gare più lunghe (22 km, 1200 metri dislivello +, 37 km e 2100 metri dislivello +) sono giustamente partite prima, prevedendo tempi di percorrenza più lunghi e per evitare il caldo.

Io mi “accontento” di 13 km e 700 metri di dislivello, mi sono bastati, e anche avanzati; ma vediamo nel dettaglio il percorso. Un primo mille cattivo che ti fa capire subito l’aria che tira, si sale di brutto. Non è proibito alternare dei tratti di cammino, in particolare per quelli come me per cui il massimo delle pendenza sono i cavalcavia milanesi. Seguono un paio di chilometri tendenzialmente sempre in salita, ma con tratti dove poter respirare. Li chiamano “mangia e bevi”, probabilmente per sdrammatizzare, a me sembrano delle autentiche vigliaccate, salire e poi scendere e poi ancora salire e così via. La cosa bella è che si corre sempre all’interno dei boschi, su sentieri agevoli, e ciò aiuta non poco, anche perché il sole, dopo una partenza al fresco, sta cominciando a fare il suo dovere.

IL PERCORSO DEL "PARADISO"

Qui (km 4) inizia un tratto di circa 4 chilometri generalmente facile, si corre mediamente bene, eccezion fatta per una salita (duretta) dal km 5 al km 6. “Dal km 8 comincia il vero trail della Pietra”, così mi s(conforta) un occasionale compagna di viaggio. Grazie, lo sapevo, ma forse fingevo di essermene dimenticato. Si sale tanto e a complicare la vita ci sono dei passaggi tipo “single track” (come dicono i trailer che se ne intendono); di tanto in tanto intravedi la Pietra di Bismantova che però sembra allontanarsi, invece che avvicinarsi. Finalmente si raggiunge la sommità (1040 metri) e arriva il ristoro (circa km 10,5), un ristoro top dove non manca proprio nulla, nemmeno le …costine di maiale, amorosamente preparate da Clero (papà di Matteo). Impossibile non fermarsi e indugiare, e mangiare. Riparto rinfrancato, mancano circa un paio di chilometri, le gambe causa stanchezza faticano a frenare, le pendenze sono notevoli e il fondo è irregolare, ma ormai è fatta. 

E’ stata davvero una bella scoperta questo Trail della Pietra, una percorso duro ma ben presidiato nei punti potenzialmente critici, molto panoramico perché sei sull’appennino tosco-emiliano, e poi la vista della Pietra è davvero qualcosa di unico.

Un trail corto, si potrebbe dire, dove però sono concentrate un po’ tutte le caratteristiche classiche di questa specialità, un ottimo punto di partenza per chi vuole approcciarsi a questo mondo. Per le mie caratteristiche e preferenze mi piacerebbe ci fossero più tratti corribili, ma visto che mi passavano in molti evidentemente era un problema soprattutto mio.

Uno scambio di opinioni con organizzatori e partecipanti porta a ritenere il percorso intermedio, Purgatorio, più idoneo agli stradisti e ai meno avvezzi ai trail, nonostante lunghezza e dislivello siano maggiori (22 km e 1200 metri), però in qualche modo diluiti grazie ad una maggiore “corribilità”. Organizzativamente non è mancato nulla:, da un eccellente logistica e fino ad un ristoro finale ben fornito, frutta, dolci, l’immancabile parmigiano reggiano e anche la birra, data gratuitamente ai partecipanti. Questo ed altro hanno contribuito a rilassarsi nel dopo corsa, anche grazie ad ampi spazi verdi ombreggiati. Insomma, un terzo tempo come sempre si vorrebbe trovare.

Mi sa che ci torno l’anno prossimo, magari un tantino più allenato.

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