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Fabio Marri

Fabio Marri

Probabilmente uno dei podisti più anziani d'Italia, avendo partecipato alle prime corse su strada nel 1972 (a ventun anni). Dal 1990 ha scoperto le maratone, ultimandone circa 280; dal 1999 le ultramaratone e i trail; dal 2006 gli Ultratrail. Pur col massimo rispetto per (quasi) tutte le maratone e ultra del Bel Paese, e pur tenendo conto dell'inclinazione italica per New York (dove è stato cinque volte), continua a pensare che il meglio delle maratone al mondo stia tra Svizzera (Davos e Interlaken; Biel/Bienne quanto alle 100 km) e Germania (Berlino, Amburgo). Nella vita pubblica insegna italiano all'università, nella vita privata ha moglie, due figli e tre nipoti (cifra che potrebbe ancora crescere). Ha scritto una decina di libri (generalmente noiosi) e qualche centinaio di saggi scientifici; tesserato per l'Ordine giornalisti dal 1980. Nel 1999 fondò Podisti.net con due amici podisti (presto divenuti tre); dopo un decennio da 'migrante' è tornato a vedere come i suoi tre amici, rimasti imperterriti sulla tolda, hanno saputo ingrandire una creatura che è più loro, quanto a meriti, che sua. 

Lizzano in Belvedere (BO), 20 agosto – La 14^ edizione dei “5 passi in Val Carlina” (gara intrepidamente mantenuta anche durante la pandemia: cfr. fra l’altro http://podisti.net/index.php/cronache/item/7591-lizzano-in-belvedere-bo-5-passi-in-val-carlina-per-pochi-irriducibili.html) quest’anno è stata valevole come campionato nazionale Uisp di corsa in montagna, distribuendo maglie di campione, premi e riconoscimenti in quantità, per un gran numero di categorie (11 maschili e 10 femminili, senza accorpamenti) oltre che per i vincitori assoluti.

Forse la data scelta non è delle migliori: è vero che è la solita di questa manifestazione, ma per un campionato nazionale ci si dovrebbe spostare un po’ più lontano da Ferragosto: invece, è successo che dei 196 iscritti competitivi (di cui 51 donne) ben 129 venivano dall’Emilia-Romagna, 45 dalla confinante Toscana (che ha fatto incetta di trofei fra le donne), uno solo dalla Lombardia: il pavese Federico Scabini, classe 1993, che però ha vinto, con soli 12” sul bolognese Jacopo Mantovani (Sasso Marconi, 1980). Tempi di rilievo, 1.10:38 / 1.10:50, sui 18,5 km con 692 metri di dislivello (come ufficialmente quantificato: il mio Gps concorda sulla lunghezza ma indica solo 580 metri D). A più di tre minuti è giunto il terzo, Saimir Xhemalaj (1994, 1.14:02), dei Modena Runners, società che ha anche piazzato il quarto, Massimo Sargenti (1971, 1.18:11).

I quattro citati hanno vinto le rispettive categorie, mentre il primo degli M55, Daniele Sperindei (1966, Castel S. Pietro, BO), è giunto nono in 1.21:18. Da rimarcare, tra le altre categorie, il pesarese Fabio Costantini, del 1960 e 14° assoluto in 1.24:20.

Delle donne, in assenza delle modenesi impegnate a Riolunato nel loro circuito del Frignano, e soprattutto di Isabella Morlini che a Commezzadura stava concludendo con l'ennesimo successo il circuito della Val di Sole, prima assoluta è la ventinovenne toscana Cristina Mariani (Vinci, 1.27:47), tre minuti davanti alla compagna di squadra Damiana Lupi che però di anni ne ha 52. Toscana (47enne di Lammari) anche la terza, Sara Colzi (1.36:16), come la quarta, Eva Toccafondi Grunwald (Montecatini, che di anni ne fa 63 e ha chiuso in 1.37:22); ovviamente ciascuna delle citate ha vinto la sua categoria.

Il percorso era stato leggermente modificato rispetto a quello che conoscevo dal 2020 e 2021, ma (come mi assicura il compagno di tanti km, Paolino Malavasi) coincideva col tracciato del 2022, in particolare per l’allungamento al km 10 nell’estremo ovest e punto più alto del giro, i 920 metri di Poggiolforato, dove uscendo dal sentiero nel bosco non eravamo avviati a sinistra direttamente sulla provinciale per Vidiciatico, ma a destra in un ricciolo al termine del quale una avvenente signora ci inanellava con un elastico teoricamente da esibire al termine (in realtà indossavamo il  chip, ma non c’erano rilevamenti intermedi). Anche la discesa su Lizzano negli ultimi 2 km era stata modificata, indirizzandoci al passaggio nella chiesa monumentale poco sopra la strada statale.

Molto buona l’organizzazione, a cominciare dalle semplicissime modalità di iscrizione tramite il sito Uisp Irunning, per soli 10 euro senza costi di commissione, e proseguendo con le eccellenti segnalazioni del tracciato (a cura del gruppo sportivo Berzantina), i ristori frequenti (addirittura due nei primi 4 km), la presenza di numerosi addetti lungo il percorso (che almeno mitigavano la non perfetta chiusura al traffico delle strade), e la celerità nonché abbondanza delle premiazioni. Parcheggi auto un po’ qui un po’ là, mancanza di spogliatoi/docce (per fortuna faceva bel tempo, e nella piazza d’arrivo zampillava una freschissima fontana), disponibilità della custodia borse, e di un servizio di massaggi a offerta libera. Un asciugamano "dedicato" era il premio di partecipazione.

Quanto a noi peones, ho già citato Paolino Malavasi, che col figlio Mauro aveva partecipato, 24 ore prima, all’altra classica del podismo appenninico Fanano-Capanno Tassoni, 13 km quasi totalmente in salita: meno male, riferiva, che il traguardo era stato allietato dall’apparizione di una notissima Venere di Botticelli in succinto abito fucsia, generosa nel concedersi fotograficamente a chi sopraggiungeva, e tale da far dimenticare la fatica autorizzando dunque la doppietta con Lizzano. Paolino, che ieri aveva terminato in 1h49, a Lizzano mi è andato via definitivamente nella “discesa pericolosa” del km 15, finendo oggi in 2h14; Maurito ieri aveva segnato 1h40 e qui ha confermato la sua condizione con 1h58.

Tempi troppo alti per andare a premio: per lui, per Lucio Casali da Formigine (classe 1961, 1h56), per il sottoscritto, e per un quasi esordiente come Stefano Grillo, classe 2000, neoacquisto Modena Runners, futuro ingegnere elettronico e arbitro di calcio di serie D: col suo 1.40 sarebbe il secondo M20 ma, intruppato nella categoria regolamentare M 18-29 vinta dal compagno di squadra Xhemalaj, risulta solo quinto. Però un mese e mezzo fa, nella grande 100 km di Asolo, era arrivato sesto assoluto (e corre da due anni, paradossalmente grazie al Covid che bloccò gli arbitraggi): forse sta nascendo una stella.

file:///C:/Users/utente/Documents/Podismo%20Pers%2023/Lizzano%2020ag-Classifica.pdf

Ore 9 del 21 agosto. Completo il pezzo col comunicato ufficiale Uisp pervenuto ora, e firmato dall'addetto stampa Claudio Bernagozzi, fedelissimo di Lizzano anche negli anni oscuri della pandemia. L'occasione serva anche per ricordare il secondo anniversario della morte di Angelo Pareschi, a lungo sodale di Bernagozzi in tanti anni di gestione del coordinamento podistico bolognese, e anche dopo, quando ben pochi avevano il coraggio di mettere in piedi un ritrovo di podisti.

Duecento atleti in rappresentanza di 8 regioni e 50 società hanno dato vita domenica 20 agosto a Lizzano in Belvedere (BO) alla 14a edizione della “5 Passi in Val Carlina”, valida come 4° Campionato nazionale UISP di corsa in montagna 2023, grazie alla perfetta organizzazione dell’ASD Runners Maratoneti Berzantina, società collaboratrice di UISP APS - SdA Atletica Leggera e UISP Emilia Romagna APS nell’evento, con l’apporto tecnico dell’Associazione Giudici Reggiani e dei Giudici Uisp Bologna.

Dopo 1h10’38” e 18,5 km di gara sul traguardo di Piazza Marconi si è presentato Federico Scabini (Atl Pavese) che si è imposto su Jacopo Mantovani (CSI Sasso Marconi), ben 7 volte vincitore su queste strade e stavolta secondo in 1h10’50”, e a Saimir Xhemalaj (Modena Runners Club) terzo in 1h14’02”.

Tra le donne lotta in famiglia Atl Vinci con Cristina Mariani che con 1h27’47” si impone sulla compagna di colori Damiana Lupi, seconda in 1h31’02”, mentre il terzo gradino del podio è di Sara Colzi (GS Lammari) in 1h36’16” già vincitrice dell’edizione 2022.

Nelle classifiche di categoria UISP, che hanno decretato i campioni 2023, Cristina Mariani ha vinto la cat.F18..29 mentre nelle altre vittorie di Silvia Cellai (Pol Murri Ellera-F30..34), Debora Lana (ASD Leopodistica-F35..39), Maria Vittoria Castrucci (ASD Orecchiella-F40..44), Stefania Palmieri (ASD Silvano Fedi-F45..49), Damiana Lupi (ASD Atletica Vinci-F50..54), Roberta Nicoletti (GPA Lughesina-F55..59), Eva Toccafondi Grunwald (Montecatini Marathon-F60..64), Paola Lambertini (ASD Lolli Auto Sport Club-F65..69), Giuseppina Luongo (GS Lamone-F70+).

 Nelle categorie maschili Saimir Xhemalaj (Modena Runners Club) si è imposto nella M18..29 e a seguire Federico Scabini (Atl Pavese-M30..34), Alex Poli (ASD Runners Maratoneti Berzantina-M35..39), Alessio Tenani (Pol Giovanni Masi-M40..44), Alessandro Calligola (Pol Giovanni Masi-M45..49), Massimo Sargenti (Modena Runners Club-M50..54), Daniele Sperindei (Atl Avis Castel S.Pietro-M55..59), Daniele Baroni (UISP Com Terr Rimini-M60..64), Paolo Tonelli (Pod Pontelungo-M65..69), Alberto Gruppioni (Pod Pontelungo-M70...74), Umberto Margelli (ASD Lolli Auto Sport Club-M75..79).

Bottino pieno per il GS Lamone Russi ASD nelle classifiche di società che lo vedono primeggiare tra gli uomini con 140 punti mentre tra le donne si impone con 155 punti.

 Le classifiche complete del campionato al link https://www.uisp.it/atletica2/files/principale/campionati-nazionali/2023/montagna/class-montagna-2023.pdf e quelle generali della 5 Passi in Val Carlina al link https://www.irunning.it/gara.php?id=41765&ts=19589.

 Appassionanti anche le gare riservate ai più giovani, su percorsi adatti alle età, e buona anche la partecipazione alla non competitiva.

 L’appuntamento è al 18 agosto 2024 con la 15a edizione della 5 Passi in Val Carlina.

 

 

Domenica, 20 Agosto 2023 17:48

Asolo, e la medaglia è arrivata!

Meno di due mesi fa avevamo titolato il resoconto della 100 di Asolo con “e la medaglia arriverà!”:  https://podisti.net/index.php/cronache/item/10475-asolo-tv-1-2-luglio-successo-emozioni-fatiche-e-gioie-alla-100-km.html

Così è stato: al rientro dalle ferie, la cassetta postale mi restituisce una busta piccola ma pesante, affrancata con due eleganti francobolli e contenente la sospirata medaglia. Non ne avevamo mai dubitato, e Natalina ci aveva confortato nella speranza. Che oggi è realtà: et verbum caro factum est. Onore al merito.

Vermiglio (Val di Sole, TN), 16 agosto – “Tra le Androne de Vermei” è stata l’ottava e penultima prova del Circuito podistico Val di Sole, che si chiuderà domenica prossima con la 50^ edizione della “5 Campanili” di Commezzadura.

Dopo due assenze consecutive (la prima per ragioni di salute, la seconda per motivi professionali: in pratica, una perizia glaciologica sull’Adamello!), Isabella Morlini è tornata e ha lasciato aperta solo la lotta per il secondo posto femminile, andato alla brava Lucia Leonardelli (vincitrice a Dimaro).

È tuttavia probabile che la docente reggiana, per il sistema di punteggi qui in uso, non riuscirà a far suo il trofeo finale, moralmente strameritato: ma è chiaro che ben altri successi, sportivi e culturali, arricchiscono il palmarès di questa straordinaria atleta (“divina”,come la definiscono non senza invidia nelle sue terre padane).

Nelle altre categorie femminili, successi di Luisa Rocchia ed Elisabetta Nicoletti: partecipazione non altissima (35 donne in tutto nelle categorie adulte), sia per la collocazione in un giorno feriale sia per la minaccia di maltempo, che non ha disturbato le gare dei grandi ma ha costretto i piccoli a correre sotto la pioggia, e con una temperatura bruscamente abbassata dopo l’afa meridiana.

Nelle categorie maschili, assente Pinamonti protagonista delle precedenti gare, è tornato al successo Alex Rigo (vincitore assoluto, classe 2001 e incluso per età tra i Seniores), col prodigioso giovanissimo Federico Giardiello, classe 2009, secondo assoluto e primo tra gli Juniores, Diego Zanoni tra i Master e Filippo Giovannini tra gli Amatori (nonché terzo assoluto, classe 1978). Risultano in tutti 101 classificati uomini, con un premio speciale attribuito al più anziano in gara, Matteo Sonna classe 1940.

Le classifiche sono visibili come sempre nella pagina Fb del comitato organizzatore, e includono anche i giovanissimi: tra queste, Sveva Daprai si muove già come una vip, presentandosi alla premiazione con un berrettone sponsorizzato che le copre tre quarti di volto, e agitando la coppa come una campionessa di Wimbledon. Crescerà.

https://www.facebook.com/photo/?fbid=160951103690066&set=g.1459425087443083

(assolute)

https://www.facebook.com/photo/?fbid=160902933694883&set=g.1459425087443083&locale=it_IT

(per categorie)

Il percorso era il più lungo dei quattro ultimi, superando i 5,5 km, per metà campestri attorno al bellissimo Centro Fondo e area giochi di questo grazioso paese a 1100 metri di quota, con 115 metri di dislivello dovendosi salire anche al centro storico. Molti dubbi sono venuti nell’ultima parte del giro, quando si tornava nei prati lungo il fiume, che andava oltrepassato in uno dei tre ponti disponibili. Quale? In mancanza di frecce o bandelle, i locali ovviamente non avevano dubbi, mentre io ho dovuto consultarmi con una giovane concorrente mia “rivale”, la quale però al terzo ponte (quello giusto) stava per tirare dritto dato che c’era rimasta la freccia della partenza che sembrava indicare la direzione opposta. Per fortuna sua, e anche mia, di là dal ponte la aspettava il presumibile fidanzatino (forse già arrivato, o forse fuori gara) che l’ha scortata negli ultimi 500 metri e alla fine ha insegnato la retta via anche a me, sul piede dei 35 minuti complessivi.

Ristoro finale, gestito come sempre dagli Alpini nel tendone ad uso ritrovo e salone premiazioni (con la presenza della Vicesindaca), straordinariamente ricco di salumi vari e cubetti di mortadella e di formaggio, il tutto andato a ruba, come le crostate e l’ottimo tè (stranamente, le bottigliette d’acqua Peio erano quasi invisibili). Premi per i migliori invece alquanto più risparmiosi dei cestoni alimentari visti a Dimaro e Malè: ma la cosa era prevista e comunque non avrebbe riguardato lo scrivente.

Nel frattempo, fuori dal tendone, finché non ha fatto buio gruppi di ragazzini giocavano a calcio, dividendosi il campetto in due parti, con due zaini nel cerchio di centrocampo a demarcare la porta: come si faceva noi, mezzo secolo fa. È l’ultima immagine (con quella della simpatica mamma-atleta Deborah Groaz da Peio)  che mi porterò dalla Val di Sole, assieme al “prezzo medio” della benzina quotato 1,95 (ma a Pellizzano trovo a 1,936): e ovviamente, alle bellezze supreme di queste parti, tra Adamello, Presanella e le incredibili, fuori classifica, Dolomiti di Brenta.

12 agosto – Terzultima prova del Circuito della Val di Sole, nell’impianto sportivo di Dimaro che nelle settimane scorse ha ospitato il Napoli scudettato, lasciando in tutto il comprensorio vistose tracce dei festeggiamenti: rilevabili anche dal servizio fotografico che Roberto Mandelli ha pazientemente assemblato: http://podisti.net/index.php/component/k2/item/10629-12-08-2023-dimaro-tn-entorn-a-dimar.html (foto 5, 18, 20).

Più umilmente, noi podisti amatoriali ci siamo trovati nella pista dello splendido impianto sportivo a est del centro storico, punto di partenza e arrivo della corsa di 4 km con 85 m D+, e l’ultimo km erboso lungo la riva del Noce, fino al giro di pista che concludeva il tracciato come ne aveva segnato l’inizio. I classificati segnano un piccolo progresso su quelli della corsa precedente di Malè, e certo ha contribuito positivamente la collocazione di sabato pomeriggio alle 18: tra l’altro, orario fortunato, perché appena concluse le premiazioni sul territorio si è scatenato un temporalone che ha disperso tutti. Le chiamate al podio erano state fatte con un tempismo eccezionale, sebbene con qualche discordanza rispetto alle classifiche uscite domenica 13:

https://www.facebook.com/photo/?fbid=156826417435868&set=g.1459425087443083&locale=it_IT

Nessun dubbio sulla conferma di Adriano Pinamonti come vincitore dei Master uomini, cui tra le donne si è affiancata Lucia Leonardelli (risultando ancora assente Isabella Morlini, professionalmente impegnata sul ghiacciaio dell’Adamello nella misurazione dell’andamento glaciologico in loco). Tra gli amatori donne ha vinto Lara Torresani, tra gli uomini è salito sul podio Andrea Stanchina.

Prima di loro, consueta apertura coi giovanissimi, con scene insieme commoventi e istruttive di agonismo (foto 8, 9, 19); poi la partenza dei grandi, cui volentieri si sono affiancati i figlioletti più grandicelli, impegnati sul percorso lungo: vedete nella foto 11 la splendida mamma locale Deborah che accompagna al via la figlia. E addirittura, nel dopogara ho visto (e ovviamente non fotografato) un’altra atleta precipitarsi ad allattare al seno il figlioletto di pochi mesi: questo descrive significativamente il clima che si respira in queste gare, dove i panorami inarrivabili inducono a pensieri non solo incentrati sul cronometro e i punti in classifica.

Al solito prezzo trentino di iscrizione di 8 € è corrisposta stavolta una confezione di speck e salsiccia locale; ristoro finale di acqua, tè, frutta e dolciumi locali.

Appuntamento il 16 a Vermiglio, per una gara che paesaggisticamente si annuncia tra le più attrattive. Possiamo anticipare che sarà anche il rientro di Isabella Morlini.

 

9 agosto – Malè, capolinea della stupenda Val di Sole, e sede appunto dello stupendo museo “solandro” (foto 22-27, dove possiamo commuoverci di fronte all’abnegazione, all’inventiva, alla forza di questi montanari, che dall’umiltà delle loro lavorazioni secolari – guardate il contratto collettivo di lavoro della foto 37 http://podisti.net/index.php/component/k2/item/10617-09-08-2023-male-tn-luciolada.html - lire 15 al giorno - sono saliti fino al cielo con la loro Astrosmantha), ha ospitato ancora una volta la “Luciolada”, sesta delle nove prove del Circuito podistico della Val di Sole.

Gara della quale, con una celerità insolita a queste latitudini, sono disponibili quasi in tempo reale le classifiche sul sito Fb del Circuito: 
https://www.facebook.com/photo?fbid=156781464107030&set=pcb.6814171681968370

Non passa inosservato il numero dei classificati: 259 solo nelle categorie adulte, escludendo cioè gli entusiasti bambini che si sono cimentati in una gara agonistica tutta loro, con tanto di ordini d’arrivo e naturalmente premi per tutti: e si trattava di un mercoledì feriale!

Tra le scene più commoventi, inserite da Roberto Mandelli nel servizio fotografico, l’arrivo ex aequo dei due bimbi (foto 18-19), e la mamma-podista coi suoi tre figlioletti (il più piccolo avrà 4 mesi: foto 8) nell’imminenza del via.

Quanto ai risultati che contano, il vincitore assoluto è Filippo Giovannini, classe 1978, meno di 14 minuti su un circuito quotato 4,2 km (il mio Gps dà 3,8, ma dipenderà dall’ “ombra” nelle strettoie del centro storico), molto nervoso tra le viuzze centrali, con un dislivello di quasi 60 metri. Dietro a lui Federico Giardiello, che stando alla classifica sarebbe addirittura quattordicenne. Onore ad Adriano Pinamonti, classe 1966, nono assoluto e primo della categoria Master (1973 e precedenti).

Tra le donne, la sorpresa è costituita dall’assenza della “nostra” Morlini, dominatrice delle corse precedenti ma richiamata a casa da problematiche impreviste; in assenza della gatta, le topoline hanno ballato in libertà, e ha vinto Lara Torresani, classe 1973 (categoria Amatori); prima Senior Elisabetta Nicoletti, classe 1990.

Gloria e premi per tantissimi (sei categorie adulti, più i bambini), e attesa fino a tarda ora per l’arrivo dei camminatori, mentre il campanone del duomo scandiva le ore. Ristoro gestito dagli Alpini (acqua e tè caldo: stavolta, mancava la frutta così gradita a Pellizzano); il pacco gara generale stavolta consisteva in un bel fettone di formaggio locale.

Prossimo appuntamento, sabato prossimo alle 18 a Dimaro, località sportivissima quanto basta per essere stata prescelta dal Napoli scudettato per il suo raduno precampionato.

 

5 agosto – “Pronti, via, prim Bellon”: così Gianni Brera ricordava il motto che Tano Belloni da Pizzighettone, vincitore di un Giro d’Italia, di due Milano-Sanremo e di molto altro, diceva di sé prima di partire per una gara, grosso modo un secolo fa; sebbene presto l’ascesa del campionissimo Girardengo lo relegherà al ruolo di “eterno secondo”. Ma il motto spavaldo di Belloni si può adattare a Isabella Morlini, la docente e campionessa reggiana che, anche varcata la soglia degli anta, continua a mietere allori non solo sulle strade e sentieri della propria regione, ma anche in “qualunque altro posto nel quale intenda porre la sua residenza” (come recitava la vecchia formula del matrimonio concordatario).

Orbene, in agosto la prof Isabella si stabilisce a Peio in val di Sole, e tra una passeggiata e una doccia solare e il tanto altro che questa incantevole vallata permette, non manca di frequentare le corse locali: già prima di arrivare in zona si era procurato il calendario del 10° circuito podistico Val di Sole (e, a dire la verità, l’aveva passato anche al sottoscritto), e appena giunta in altura aveva corso e vinto a Caldes (il luogo famigerato per il podista Andrea ucciso da mamma orsa), proseguendo poi questo sabato 5  a Pellizzano, stupendo borgo lungo il corso del Noce, a 925 metri slm, praticamente alla fine della discesa da Peio, e dove si trova il forno-pasticceria Ortensia che (mi ha assicurato) produce il miglior strudel del Trentino, oltre a una notevolissima chiesa dedicata alla Madonna (dunque il 5 è praticamente giorno di sagra) con affreschi interni ed esterni.

E appunto questo sabato pomeriggio sono salito anch’io da quelle parti (da dove era andato via da poco il Napul3 scudettato, per non dire del Modena che in serie A non ci nemmeno provato a salire), e al mio saluto via whapp la prof Isabella ha risposto, più o meno: benvenuto, tra due ore sono a Pellizzano, tu ripòsati del viaggio e semmai ci vediamo mercoledì sera a Malè. – Pellizzano? Dov’è?, mi sono chiesto: Google Maps mi ha risposto che è a 22 minuti d’auto dal luogo dove sto. Miracolosamente, all’annuncio del proposito di andarci mia moglie non ha fatto l’orsa, e anzi ha deciso di cor-camminare lei pure; tanto, queste gare sono classificate non competitive quindi nessuno ti rompe le scatole con certificati o tessere (ma in realtà sono premiati i primi tre di ogni categoria, con attenzione particolare agli under-14 che hanno gare dedicate e super-combattute, prima di quella dei grandi fissata per le 18).

Eccoci dunque laggiù, tre quarti d’ora prima del via, anche col tempo di fare acquisti nella rinomata pasticceria: ma le prime persone a venirci incontro sono la coppia Morlini-Orlandini (lui, austero cattedratico che da anni predica invano contro il dissesto dei fiumi in regione, oggi non correrà perché deve completare un lavoro accademico urgente).

A occhio, gli adulti nella piazzetta della chiesa saranno 150, quasi tutti locali con pochi turisti (un gruppetto da Paratico, magari gliel’ha detto il compagno di squadra don Torresani); dice la prof Isabella che se solo pubblicizzassero il circuito, ne avrebbero il doppio, ma la paginetta Fb dedicata non dice quasi niente di questo primo “Giro de Ognan”, nemmeno la distanza che risulta di 5 km abbondanti: meno di un paio sterrati, con dislivelli minimi,  comporre un otto delizioso e panoramico, che si snoda con infinite curve (tutte ben segnalate e con numerosi addetti a guidarci) tra le frazioni del paese,  a cominciare appunto da Ognano, per poi ripassare due volte dal centro (c’è anche un punto di controllo, con spunta manuale del cartellino), piegare verso il fondovalle risalendo infine al traguardo posto nella piazzetta da cui siamo partiti.

Iscrizioni 8 euro, non economicissime, ma premiate (oltre che da almeno 12 sportine per i primi delle varie categorie, senza dire dei bambini) con una borraccia ‘tecnica’ (non quelle di plastica), e un ristoro finale ricchissimo di frutta. Nemmeno da dire che tra le donne vince Isabella Morlini con 21 minuti circa, poco dietro il primo uomo, Alex Rigo, classe 2001, tesserato Malonno-BS (io ce ne metto 30:25 e sul mio pettorale scrivono “10°”, s’intende dei veci).  

Per le altre classifiche, pare che usciranno tra un paio di giorni (se chiedessero l’aiuto della prof Isabella, docente di statistica, penso che farebbero prima); magari, alla prossima di Malè le impareremo, e comunque per le premiazioni finali si aspetterà la conclusione della nona prova il 20 sebbene per la vittoria femminile ci siano pochi dubbi.

In ogni caso, è risultata una garetta simpatica, benedetta anche dalla giovane sindaca Francesca Tomaselli, che prima ha interdetto al traffico tutte le strade percorse, poi ha co-gestito le premiazioni, in una atmosfera di grande familiarità.

30 luglio – Ecco uno dei tanti posti dove, se non esistesse il podismo, non sarei mai andato (anche perché, lo dico con un pizzico di rimorso, nella mia provincia lo stesso giorno c’è una corsa a Zocca che pure meriterebbe, e dove sono stato forse una decina di volte: se non che a una certa età bisogna pur colmare le lacune e girare un po’ di mondo). Dunque Cortogno, frazione di Casina a 546 metri di altitudine, e una “val Tassobbio” mai sentita prima, che prende il nome da questo torrentello lungo pochi km (da Carpineti allo sbocco nell’Enza), ma attorno al quale si sviluppa una valle boscosa e ricca di fascino.

Volgiamo dunque il muso dell’auto verso Cortogno, attraversando la zona più fertile in Italia di iniziative podistiche, da Scandiano ad Albinea a Vezzano, imboccando lì una strada (la SS 63 del Cerreto) meravigliosamente sistemata, larga e piena di gallerie. E qui da modenese devo ammettere che i reggiani ci sanno fare meglio di noi: alta velocità (che i nostri politici viceversa hanno ostacolato costringendola a un giro vizioso per non disturbare la sede del festival dell’Unità), ponti di Calatrava, e appunto questa statale, che paragonata alle nostre statali o ex statali, del Brennero e delle Radici, dovrebbe far arrossire tutti gli amministratori nostrani se messi al paragone soprattutto coi cattocomunisti di qua, da Nilde Iotti a Graziano Del Rio (lo dico senza ironia; ironia che invece metto ricordando le cinque pappine dell'Italia femminile di calcio allenata dalla reggiana Milena Bertolini, che adesso sta studiando il capitolo dei manuali dedicato ai corner).
Un politico, anzi, una famiglia di politici o politicanti come i Prodi (oggi è annunciata la morte di Vittorio, un altro fratellone con molte mani in pasta) noi modenesi non l’abbiamo di certo, specie da quando il Partitone ha preso l’abitudine di paracadutare nei nostri “seggi sicuri” degli estranei come la Lorenzin o i Soumahoro (“seggio sicuuuro?”: mi sembra di sentire Sordi nei Vitelloni rivolto ai “lavoratori”, e di rivedere il suo gesto; oppure, di fronte agli onorevoli nostrani, viene in mente l’apostrofe di Totò all’onorevole Trombetta: “onorevole lei? Ma mi faccia il piaceeere!”).
Insomma, a Cortogno si arriva in due e due quattro; meno della metà del tempo che avrei impiegato per andare all’altra località podistica modenese della giornata, Piandelagotti, in fondo a due ex statali da percorso di guerra.

Bando ai cattivi pensieri, e rassereniamoci in questa deliziosa frazioncina, un zinzino abbandonata da Dio a giudicare dal cartello della nostra foto 40 secondo cui oggi non c’è la messa, e la graziosa chiesetta in posizione panoramica resta sprangata. Ma podisticamente siamo all’avanguardia, sia per le gare competitive per bambini (divisi in ben 5 categorie, con partenze separate), sia per l’incredibile prezzo di 2 euro richiesto paritariamente tanto per la competitiva adulti quanto per la non comp. Frugando nella memoria, una cosa del genere la trovo solo nella 21 di Soliera di molti, molti anni fa: roba da archeologia, quando corse una maratona perfino uno degli onorevoli modenesi di cui sopra (non nominato), che poi si presentò in un “seggio sicuro” a casa sua ottenendo l’effetto di far vincere le destre, e in vista della successiva elezione si fece mettere nella segreteria che compilava le liste elettorali ottenendo, chissà perché, di figurare nei primi posti della lista in modo da essere eletto comunque. (Ma perché mi vengono in mente queste cose? “nulla, è il vino che mi suggerisce”, disse Turiddu alla mamma).

Dunque, partenza delle gare bambini dalle 9, a scaglioni; e alle 9,20 per noialtri (a parte i tanti che sono andati via alla chetichella: deplorevole abitudine importata dal mantovano e modenese), col quasi-obbligo per i competitivi di andare nelle prime file: cui si sottrae Cecilia Gandolfi in Spina, che asserisce di aver preso il pettorale competitivo solo per essere “tracciabile”, e comunque pianifica l’accoppiata con un’altra gara nell’appennino reggiano alle 17: ovviamente marito, figlio e nuora si accodano ai suoi voleri (manca la sorella, già trionfatrice al trail della Pinetina di Vezzano); e al coniuge Italo appartengono le foto dalla 3 alla 10 del servizio messo pazientemente insieme da Roberto Mandelli. Podisti.Net Photo Gallery | 30.07.2023 Cortogno (RE) - 45^ Marcia della Val Tassobbio - foto di Fabio Marri (zenfolio.com)

Con noi parte anche, lemme lemme, Paolo Giaroli (foto 6), di cui solo da Fb apprendiamo che oggi compie gli anni in cifra molto tonda: ovviamente gli va tutto il nostro affetto, che comincia da quella volta, diciamo pure un quarto di secolo fa, che accettò di sostituire all’ultimo minuto un nostro compagno di staffetta alla notturna di Barco.
Là davanti i giochi sono fatti secondo copione, e d’altronde fra soli 33 aderenti alla competitiva è difficile avere sorprese. Doppietta dell’Avis Novellara (prima anche nella classifica a squadre) in campo maschile, con Boureima Sissoko, classe 1995, che prevale sul compagno Giuseppe Rini (1981: al momento, i tempi non sono comunicati); tra le donne, assenti Morlini e Marcolini che erano a Piandelagotti, scontato l’ordine Fiorenza Pierli – Laura Ricci, due quasi coetanee da poco oltre gli anta, rispettivamente al 5° e 7° posto assoluto. Ma lasciate che le mie simpatie vadano alle due ultime, la prof novellarese Pia Verzellesi, classe 1953 (compiuti o no i fatidici?), e la già citata Cecilia classe 1959.

Mentre noi para-agonisti, dopo un km di asfalto, siamo dirottati a destra nel bosco, per un percorso dichiarato di 8 km ma, diciamo pure di 7.5, con 250 metri di dislivello tra i 435 e i 570 slm. Sentiero ottimamente tenuto e segnalato (foto 29-30), con vista iniziale su Cusna e Ventasso, ed una deliziosa seconda parte caratterizzata da tanti ponticelli sul torrente (che peraltro si poteva tranquillamente guadare); dove le mie lungaggini fotografiche ottengono l’effetto di essere raggiunto da Cecilia, di cui sarò la scopa (non pensate male e guardate le foto 11-16) fino allo stupendo mulino a un paio di km dal traguardo.

Qui la lascio andare ed entro per una visita al mulino, ottimamente ristrutturato (con ampie sovvenzioni pubbliche), e oggi sede di un ristorante che ha fama di essere molto buono e anche molto “salato” (foto 17-28). Un aficionado di questi luoghi, Giuseppe Cuoghi dalla Cavazzona, più tardi ci assicurerà che "mi sono sempre trovato benino, sia come qualità che come prezzo".
Uscendo, quasi tra gli ultimi del lotto (il direttore Casotti della foto 4 è già arrivato, ma almeno la Brunetta Partisotti, con cane al guinzaglio, è dietro e fa in tempo a raccomandarmi il segreto su una sua grammatica latina in corso di stampa: chi lo dice che i podisti sono tutti ignorantoni?).

Sull’ultima salita, raggiungo Nerino con relativa telecamera, apprendendo da lui (che può esibire foto di sue partecipazioni in loco addirittura del 1993) che una volta venne qui a cavallo, poi corse a piedi, infine tornò a casa a cavallo, quasi come Fanfulla da Lodi.

Ristoro finale delizioso quanto casalingo, con torte al cioccolato al cui appeal cedono perfino Pierli e Ricci (e con molti meno scrupoli il sottoscritto, il cui peso certificato attuale espresso in etti coincide esattamente col nome di un pres** che andava di moda negli anni d’oro); in aggiunta c’è il premio di una confezione di biscotti con tre gusti a scelta.

Quadretto familiare idillico, una coppia che si fa la doccia autogestita, previo pompaggio da una tanica (foto 34-37, per gentile concessione degli interessati), sotto la protezione di uno storico aratro che chissà quanti solchi avrà tracciato senza trovare una spada che li difendesse, e col panorama lontano di Cusna e Ventasso (foto 38, 42-43).

Da Cortogno (dialettalmente Curtogna: cercansi proteste ellegibitiquplas per questo sessismo nel cambio di nome) credo che possa bastare.

29 luglio (nessuno lo ricorda, ma è l’anniversario dell’uccisione di re Umberto I nel parco di Monza) - In un fine mese insolitamente denso di eventi nell’area modenese-reggiana, il sabato pomeriggio siamo tornati a Montorso, 650 metri slm, sulla costola dell’Appennino pavullese che si apre alla valle del Panaro, e di là al crinale di confine con Bologna (Guiglia-Zocca, dove l’indomani è programmata un’altra classica). Abbiamo ritrovato gli stessi motivi di fascino e di plauso che descrivemmo cinque anni fa (28.7.2018, seppure senza più tracce della stupenda signora visionata, all’epoca, oltre 4200 volte)

https://podisti.net/index.php/cronache/item/2090-montorso-e-zocca-mo-bei-giri-e-belle-signore-di-qua-e-di-la-del-panaro.html.

Se, col traino della signora, vi andate a rileggere quel resoconto, potreste dire di sapere quasi tutto anche della corsa di oggi, cui posso fare solo aggiornamenti e attualizzazioni. A Modena stavamo sui 32 gradi, divenuti 26 a Montorso; i partecipanti hanno superato abbondantemente i 200, con la conferma di una sezione ragazzi partita separatamente su percorso ovviamente ridotto, mentre gli adulti hanno goduto del consueto tracciato di 8,600 con 330 metri di dislivello, con un paio di km sterrati, anche suggestivi per il tratto dell’antica “Grotta”, cioè il sentiero antico (dai 580 agli 820 metri di altezza):  il tutto molto panoramico, con sguardi sulle vicine torri pavullesi e la poco più lontana rocca di Semese a picco sulla Valpanaro, al di là della quale si erge il solitario campanile di Montespecchio che fa da guardia al confine coi bolognesi.

In più va detto che non mi erano mai capitati, in una gara che chiedeva 2 euro per l’iscrizione offrendo in cambio una confezione di rinomate crescentine locali, ben tre ristori nei primi 6 km, dove l’ultimo ristoro, accanto agli usuali acqua tè e frutta, offriva una serie di torte casalinghe tali da eccitare perfino l’appetito di Giangi (che, disceso dalle Dolomiti e venuto qui in camper, dormirà in zona per essere pronto l’indomani alla gara di Zocca, e pare che abbia persino comprato il pettorale sebbene non lo esibisse in gara).

Ultimo ristoro al traguardo, dove era poi disponibile la cena all’aperto, rinomata per l’eccellenza dei cibi e frequentata da una lunghissima fila di adepti, ovviamente non solo podisti. L’occasione del ritrovo era la sagra locale, intestata a san Vincenzo Ferrer (un valenciano!) sebbene la chiesa sia dedicata a santa Margherita: ma san Vincenzo sarebbe passato di qua (zona ricchissima di uomini di Dio, da padre Sebastiano e fratelli Bernardini a padre Berardo Rossi dell'Antoniano a padre Gianaroli dell'Osservanza di Bologna, ecc.), e continua a fare miracoli, testimoniati non solo dai commoventi ex-voto in chiesa, ma anche da eventi attuali. Negli ultimi tre mesi, mi confidava l’onorevole Podestà Pattuzzi (che vedete ritratto nel collage in basso a dx), ben tre miracoli: gente salvata dal ribaltamento del trattore o da aneurismi galoppanti, come negli ex voto appaiono gli scampati dalle cadute da cavallo, dallo schiacciamento sotto i carri o dal letto di morte. Importante invocare questo san Vincenzo e non gli altri, allo stesso modo di quel tale che stava cadendo e invocò Sant’Antonio ma confondendo quello del deserto con quello di Padova, e allora una manina lo salvò ma poi si aprì lasciandolo rovinare a terra (et t’ee sbaglièe, l’era cl’èter!). Quando sarà canonizzata santa Schleinia del Nasino, secondo l’Evangelio di Rubberte Saviane, magari andrà ancor meglio e non ci saranno distinzioni classiste contro gli orfani dei navigators, che tutti arriveranno alle tigelle del premio finale.

Intanto, a Montorso 2023 ci accontentiamo della presenza di Micio Cenci, di Enrico Zanella, dei fratelli Baldini (nel senso di Morena & Loriano) e dell’intera famiglia Spina, servizio fotografico incluso e convenientemente collagiato dal Mandelli monzese ma non regicida. C’è bisogno di ritrovi come questo per non disperdere il patrimonio del podismo popolare e insieme di una terra per tanto tempo avara, ma ricca di storia e di umanità.

 

Volentieri rilanciamo la richiesta rivolta alla nostra testata da Davide Borroni, studente laureando al terzo anno di fisioterapia presso l’Università degli Studi Dell’Insubria di Varese, il quale ci chiede

se gentilmente potreste fornire il vostro aiuto a sostegno del mio progetto di tesi dal titolo "La sintomatologia dolorosa nei runners: studio osservazionale con survey", cui è responsabile la Dott. Elisa Ravizzotti.

L’intento è di somministrare un questionario ai runners, redatto dopo un’analisi preliminare della letteratura scientifica, al fine di acquisire dati epidemiologici riguardo ai possibili sintomi dolorosi, ed approfondire l’impatto del dolore nella vita quotidiana. Dall’analisi dei risultati ottenuti, si potranno sviluppare eventuali strategie preventive e di gestione dei sintomi.

Il questionario può essere compilato in modo autonomo da tutte le persone maggiorenni che praticano attività di corsa ad ogni livello, sia i professionisti che gli amatori.

Ecco il link diretto al questionario compilabile in modo tale che possiate, a vostra discrezione, riempirlo o condividerlo: https://forms.office.com/e/bJaSE11TY4

PS [F. M.]. Chi scrive ha già compilato e inviato, per prova, il questionario, abbastanza semplice e significativo, e a totale controllo della privacy. Fatelo anche voi!

26 luglio – Se guardo i calendari podistici per questi stessi giorni di qualche anno fa, sono preso dalla nostalgia: per Sant’Anna era tutto un proliferare di corse, dal campionato nazionale di retrorunning a Poviglio, alle varie camminate per le sagre patronali delle frazioni con questo nome, alle corsette del festival del giornale che c’è ancora ma di un Partito che non c’è più perché nessuno “lo vede arrivare” al traguardo delle elezioni.

Adesso niente, per fare un po’ di moto collettivo ci si deve affidare a iniziative, diciamo, exlege, fuori dai circuiti consueti: e se nella bassa bolognese c’è Alessio Guidi, a Castelnuovo Rangone (una dozzina di km a sud di Modena, centro mondiale o quasi dei salumifici) c’è Lord Colombini, coalizzatore di gruppi come “Movimento è salute” o “Muovi Castelnuovo” che quasi quotidianamente allestiscono i “treni del buon risveglio” (niente a che vedere con le speculazioni commerciali e becere delle cinquettrenta) o la ginnastica posturale nel parco, e tutti i mercoledì sera alle 20,30 mettono su camminate per le frazioni del paesone, facendo conoscere o vedere sotto una luce diversa luoghi che (visti di giorno) giustificano la loro assenza dalle guide turistiche.

La sera di S. Anna a Castelnuovo era l’ultimo appuntamento prima del rompete le righe agostano, e ad occhio eravamo in centocinquanta radunati attorno al maialino, il monumento in bronzo tra la chiesa e la torre, dedicato al principale sebbene involontario e poco consenziente protagonista dell’economia locale (in realtà, con un maialino di quelle dimensioni si fanno più selfie che prosciutti).

Lord arringa la folla da un piccolo balcone, quasi piazza Venezia, illustrando il percorso che ricalca in parte le Camminate dei Salumifici tradizionali il 1° maggio: dopo un paio di km su stradetta tranquilla, preceduti da staffette ciclopedonali e con addetti ad ogni incrocio o deviazione (tutti diretti da Lord con autorità da Pari d’Inghilterra, cui Harry e Meghan fanno giusto un candido baffo), si entra nella zona-Tiepido, ottimamente servita da una ciclopedonale sterrata sulla quale solo il sottoscritto, ormai, ricorda che decenni fa venne fatta una corsa ufficiale la domenica pomeriggio.

Oggi la consegna sarebbe di camminare, non correre: però i pacemaker sono due atleti di lusso, il Dino delle scarpe chiodate e il Nube produttore di marmi e graniti, e la loro “marcia” puntatacco si estende a 6:30 /km, andatura che perfino qualche tapascione faticherebbe a raggiungere. Chiesta licenza a Lord, ottengo di poter correre, anche se alla fine una amabile signora mi accuserà di tradimento sia pure risparmiandomi la fucilazione alla schiena.

Il percorso “lungo” supera di poco i 10 km, portandosi sulla riva sinistra del torrente attraverso il ponticello già reso famoso da camminate ora non più esistenti in servizio al suddetto Partito non più esistente (anzi nemmeno più nominabile perché la prendono come un’offesa): siamo a Portile, paese che ha ottenuto di poter cambiare nome dall’originario Porcile che meglio rispecchiava la sua vocazione produttiva (anche noi liceali sessantottini ma perbene, per non cadere nel turpiloquio, dicevamo ”che portata!” quando il prof ne diceva una grossa). L’orizzonte si fa rosso, quando si passa da un agriturismo pieno imballato (ah, la crisi, l’inflazione, le famiglie che non arrivano alla fine del mese, il governo della malavita che affama i percettori del Reddito…), poi un breve tratto, sempre guidato da staffette a loro volta messe in riga dal Lord, per strada asfaltata, fino a tornare al ponticello ligneo (bè, si potrebbe anche guadare i 10 cm d’acqua) e riprendere la carraia in senso opposto.

Nel frattempo, è arrivato il più bel chiaro di luna, come diceva Manzoni stemperando l’angoscia nella notte degli imbrogli (e voi leggete Saviano e la Murgia? Vergognatevi); accendiamo le lucine mentre lontano, alle nostre spalle, si vedono lampi e fulmini che dall’alto Micio Cenci riprende e posta. Come ulteriore atto di indisciplina mi permetto di allungare il percorso fino alla pieve romanica di Santa Maria sul Tiepido, certamente il monumento più notevole della zona sebbene inglobata e recintata in una megavilla dalla quale forse esala il profumo dei salumi.

Era un altro dei percorsi colombiniani, che in breve riporta ai marmi & graniti Nube ed al maialino. A fianco, nella sede del circolo Caos (che credo voglia dire Cultura Ambiente Opportunità Solidarietà), c’è un gradito ristoro con tè saporito e anguria a gogò: lo stesso luogo dove, anni fa, il ristoro dopogara lo serviva una apprezzatissima signora di una terra confinante, che forse non del tutto amabilmente mi rimproverò per aver espresso dubbi, su queste pagine, a proposito del suo malfidente fidanzato di allora. Ma la apprezzatissima ex stasera non c’è, e dobbiamo farcene una ragione: ci basta un nostalgico saluto a William Mazzi, ex maratoneta di lungo corso di cui è rimasto in una cassetta VHS il video dello sprint, sulla pista di Klagenfurt al termine della Woerthersee Marathon, nientemeno che con Ross Brevini reduce da un’altra notte degli imbrogli in un albergo dalla popolazione “strana”.

Grazie a Lord Colombini e alle sue entusiaste collaboratrici, il fine luglio di Castelnuovo ci ha regalato un confortevole arrivederci, al pio colono augurio di un più sereno dì.

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