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Maurizio Lorenzini

Maurizio Lorenzini

appassionato di atletica, istruttore Fidal e runner

Una notizia che non può certo definirsi sorprendente, dato il diffondersi del coronavirus nello stato cinese. La preoccupazione era ai massimi livelli, già molte federazioni avevano espresso parecchie riserve ed ora la notizia è ufficiale: i campionati sono stati rinviati al 2021, presumibilmente nel mese di marzo. Sarebbe una cattiva idea perché nello stesso mese in calendario ci sono gli europei a Torun (Polonia).

E così dopo l’annullamento della maratona di Hong Kong, ci cui abbiamo dato notizia QUI , è la volta del campionato del mondo di atletica indoor, in programma a Nanchino dal 13 al 15 marzo. La notizia ufficiale è appena stata data dalla World Athletics ( ex IAAF), che non ha ritenuto di affidare ad altre nazioni il compito di organizzare i campionati.

Altre gare (stavolta su strada) sono nel “mirino”, manifestazioni poco note agli europei ma di una certa importanza a livello locale e mediamente di grande partecipazione. Si sa già della cancellazione della maratona di Wuxi (700 km dall’epicentro del virus), mentre per altre maratone come Dalian, Yellow River e Lanzhou, previste da fine aprile e fino a giugno, nel calendario internazionale appare TBC, to be confirmed.

Naturalmente è giusto osservare che il danno sportivo è infinitesimale rispetto a tutti gli altri danni fatti dall’ormai famigerato coronavirus. Secondo gli ultimi dati sono 132 i decessi e quasi 6.000 le persone contagiate.

26 gennaio - Il nostro atleta non si ferma più! Dopo la splendida vittoria alla Boclassic dello scorso dicembre, Eyob si ripete in Spagna, non solo per aver vinto questa gara, ma soprattutto per essersi ulteriormente migliorato sulla distanza della mezza maratona. Ha infatti aggiornato il suo personal best da 1:00:52 (Padova 2019) a 1:00:44; in questo modo scala ulteriormente la lista italiana all time, portandosi al terzo posto, dietro Rachid Berradi, 1:00:20 e Marco Mazza, 1:00:24, tempi realizzati entrambi alla Stramilano del 2002. Da sottolineare che dal 2002 Eyob è stato l’unico italiano a scendere sotto i 61 minuti nella mezza.

Siviglia è stato il primo importante test agonistico per lui, dopo uno stage di 3 settimane a Kapsabeth, in Kenya. La gara si è risolta nel finale, quando Eyob ha allungato in modo deciso e staccato l’etiope Kahsay Atsbeha Kasa (suo il tempo finale di 1:00:46). Più lontano il terzo classificato, l’etiope Asgunafr Bekele (1:01:35).

Il percorso di questa mezza maratona si svolgeva attorno al fiume Guadalquivir, il quinto per lunghezza in territorio spagnolo, in una giornata caratterizzata dalla presenza di nebbia, sia pure in dissolvimento nel corso della mattinata.

L’atleta vicentino, di origine eritrea, non è completamente soddisfatto del risultato cronometrico: pensava davvero fosse la giornata giusto per battere il record italiano, ma una contrattura nel corso della gara ha limitato la “spinta a tutta”. Ora comunque si tratta di proseguire la marcia verso le Olimpiadi di Tokio 2020; da ricordare che la maratona si correrà a Sapporo, in seguito alle valutazioni del Comitato Olimpico sulle difficili condizioni climatiche della capitale giapponese (elevata temperatura e umidità).

Dopo una breve permanenza in Italia, la preparazione proseguirà ancora in Africa, ma stavolta ad Asmara (Eritrea); invece la gara nel mirino è una maratona, dove fare il minimo per le Olimpiadi (2:11:30). In accordo con il suo allenatore (Ruggero Pertile) ha scelto ancora Siviglia, dove correrà il 23 febbraio.

24 gennaio - Incredibile esito alla maratona di Dubai, giunta alla 21^ edizione: la gara maschile si è risolta quasi in volata, con ben 11 atleti nel lasso di soli 19 secondi, praticamente in volata. Che io ricordi non si era mai assistito ad un arrivo del genere.

Ha vinto al suo debutto l’etiope Adugna Bikila, col tempo di 2:06:15, secondo posto per il keniano Eric Kiptanui (2:06:17), anch’egli all’esordio sui 42,195 km. Terzo con lo stesso tempo un altro etiope, Abeje Ayana. Poi tutti gli altri nell’arco di 14 secondi, l’undicesimo ha chiuso col tempo di 2:06:34!

Chi se l’è sentita di seguire la gara (partiva alle 03.00, ora italiana) sarà rimasto un po’ deluso: atleti tutti in gruppo che procedevano affiancati. Non è successo praticamente nulla sino al km 41 quando Kiptanui ha allungato decisamente sugli avversari, che per la prima volta sono rimasti in fila indiana. Arrivo quasi in volata, con Adugna che lo passa a 500 metri dall’arrivo e la gara finisce qui.

Gara femminile quasi “normale”, si fa per dire: in una classifica tutta etiope (occupano i primi 9 posti), ha vinto Worknesh Degefa in 2:19:38, seconda Guteni Amana (2:20:22), terza Bedatu Badane (2:21:55). in ogni caso comunque alto il livello delle atlete, le prime cinque hanno corso sotto 2:23. Gara che Degefa risolve con velocissimo passaggio alla mezza (68:16), che un po' pagherà nella seconda parte, infatti la Guteni recupera parecchio ma non abbastanza per riprenderla.

Condizioni meteo meno buone del solito per questa gara: erano 17 i gradi alla partenza (negli anni precedenti erano tra 12 e 14 gradi), con un po' di vento sul percorso. Partenza  fissata alle 06.00, ora locale, praticamente al buio per i primi chilometri. Un percorso tipo biliardo, poche curve, lunghi rettilinei, situazione ideale per correre sul ritmo. Gara tutta etiope, sia al maschile che al femminile relativamente ai primi 10 posti: unica eccezione il secondo classificato Kiptanui e la decima donna (messicana, Risper Gesabwa).  Non deve sorprendere più di un tanto l’assenza dei keniani (mancavano anche alle recenti maratone di Houston e Mumbai): gennaio per loro è 'bassa stagione', anche per il festeggiamento del Natale.

Alla possibile domanda su come si può correre così forte e così in tanti, la risposta in gran parte viene dal montepremi (totale 385.000 dollari!). Il decimo classificato/a portava a casa ancora 2500 dollari. Questo a mio avviso spiega anche lo sviluppo della gara maschile, tutti insieme a controllarsi, fin quasi all’arrivo. Il tempo finale contava poco, invece contava vincere, o comunque piazzarsi bene. Un montepremi di questo livello è molto attraente, probabilmente riduce anche la necessità di pagare ingaggi consistenti: nel momento in cui corri forte ….vai a premi, e che premi!

Infine, come spesso accade in queste importanti manifestazioni, c’è un pezzo di Italia nelle posizioni che contano; la Demadonna Athletics ha piazzato i suoi atleti al primo, quarto e decimo posto nella gara maschile; in quella femminile al primo, terzo, quinto e settimo posto.

 

Domenica, 19 Gennaio 2020 18:44

Villa Lagarina (TN) - Cross della Vallagarina

19 gennaio - Grande prova degli italiani alla 43^ edizione di questa manifestazione che, nonostante una serie di difficoltà, mantiene tutta la sua importanza.

Nella gara internazionale maschile vince in 28:01 il trentino Cesare Maestri (Atl. Valli Bergamasche), che riporta alla vittoria l’Italia 13 anni dopo Giuliano Battocletti. Forte interprete della corsa in montagna (vice campione del mondo 2019 della specialità), che tuttavia si trova a suo agio anche nel cross; ne aveva già dato prova al recente Campaccio.
Al secondo posto col tempo di 28:06 Francesco Puppi (Atl. Valle Brembana), anche lui vice campione del mondo 2019 nella corsa in montagna ma sulle lunghe distanze. Terzo posto (tempo finale 28:20) per il siepista Abdoullah Bamoussa (Atl. Brugnera), quindi tre italiani ai primi tre posti.

Battuto nettamente il favorito Olivier Irabaruta (Burundi), che si era classificato terzo nel 2019 alle spalle dei fortissimi Cosmas Birech e Telahun Bekele.

Nella gara femminile (ridotta a 5340 metri rispetto ai 6440 del 2019) si riconferma col tempo di 18:27 Moira Stewartova (Repubblica Ceca), campionessa uscente dell’edizione 2019, davanti alla keniana Lena Jerotich (18:33). Molto bene Silvia Oggioni (Pro Sesto Atletica), terza classificata in 18:46. Appena giù dal podio Laura Dalla Montà (Assindustria Padova).

Vedendo i risultati non si può che essere soddisfatti della prestazione degli italiani: tuttavia, e senza togliere alcun merito, bisogna deplorare la minore presenza di atleti élite ad una manifestazione con una grande storia alle spalle, ma che appare oggi in notevole difficoltà. Lo stesso presidente della U.S. Quercia Trentingrana Rovereto, Carlo Giordani, ha evidenziato i problemi, che sono certamente di tipo economico per mancanza di adeguate coperture, ma anche perché molti atleti sono impegnati in stage di preparazione in giro per il mondo, in particolare in Portogallo e Kenya.
Sulla questione mancanza di fondi ho ben poco da dire, invece valuterei l'opportunità di allontanarsi dal mese di gennaio, un periodo "caldo" per la presenza di altre due corse campestri di notevole importanza (Campaccio e Cinque Mulini) e che attirano gli atleti elite.  

Mercoledì, 15 Gennaio 2020 22:51

Scarpe Nike Vaporfly fuorilegge?

Sembra proprio che qualcosa stia accadendo in merito alle scarpe un po’ troppo “tecnologiche”. Facciamo un passo indietro, per capire cosa sia accaduto e lo sviluppo della questione. Nel mese di ottobre, su sollecitazione di alcuni atleti e probabilmente anche dalla concorrenza alla Nike, la World Athletics (ex IAAF) ha aperto un’indagine per verificare che le scarpe fossero regolamentari; ne avevo già dato notizia qui:

https://www.podisti.net/index.php/commenti/item/5069-troppi-record-la-iaaf-indaga.html

L’oggetto dell’indagine immagino si riferisse in particolare alla famosa fibra in carbonio, una piastra immersa nell’intersuola che garantirebbe un ritorno di energia più che sospetto; insomma, una sorta di molla. Il procedimento della World Athletics ha subito un’accelerazione, probabilmente in seguito al fantastico record di Brigid Kosgei alla maratona di Chicago; con 2:14:04 ha polverizzato di un 1 minuto e 21 secondi il precedente, che apparteneva a Paula Radcliffe.

Cosa è successo or ora? Pur se World Athletics non si è espressa ufficialmente in merito, secondo alcuni autorevoli giornali (Times e Daily Mail) avrebbe deciso di mettere al bando le Nike Vaporfly, le scarpe che promettevano miglioramenti per tutti, pari al 4%: non a caso il nome completo del prodotto è Nike Vaporfly 4% e la campagna di marketing ruota tutta intorno a questo dato, campagna che annuncia a breve l’immissione sul mercato. Facile pensare che il prodotto destinato al ricco mercato amatoriale non sia proprio uguale a quello calzato da Kipchoge in occasione del suo 1:59:40. E nemmeno a quello di Brigid Kosgei; ma la prospettiva di migliorare in modo così sensibile le proprie perfomance ha certamente attirato l’attenzione di tanti runner, anche quelli che proprio veloci non corrono.

Ed ora, che succederà? Tutta la linea Vaporfly sarà messa al bando?

Al momento ogni ipotesi è da verificare, ivi compresa quella che metterebbe in discussione i tempi ottenuti da Kipchoge (ma il record per i noti motivi non è stato omologato) e Kosgei, che invece ha realizzato il primato del mondo in maratona 'regolare'.

Difficile districarsi nella giungla di sigle e nomi sinora partoriti in casa Nike: Vaporfly, Alphafly, Next… di certo non tutti i modelli hanno le medesime caratteristiche, quindi intersuola e una o più piastre di carbonio, o anche altro. Più facile immaginare un intervento mirato da parte della World Athletics; ma è soprattutto auspicabile che scriva, o riscriva, regole chiare e precise in merito a “come” debbano essere le scarpe, per evitare quello che ormai da molti è definito come una sorta di doping tecnologico.

Sicuramente sarà un compito arduo, difficile limitare le evoluzioni che tutti i brand, non solo Nike, stanno portando nella realizzazione di scarpe sempre più veloci. Eliud Kipchoge, intervistato dal Telegraph in merito a queste ultime notizie, ha così liquidato la cosa “In Formula 1, Pirelli fornisce le gomme a tutte le vetture, ma la Mercedes è la migliore. Perché? È il motore. È la persona".

12 gennaio - E’ sempre bello correre il cross del Vallone, ormai da molti anni inserito nel circuito Monga; certo per i milanesi non è vicinissimo, ma da assiduo partecipante posso dire che vale proprio la pena di arrivare fin qui a Cittiglio, più precisamente nella frazione San Biagio. Percorso decisamente vallonato, proprio per la sua denominazione; non c’è un metro di piano, è un continuo salire e scendere anche se sempre con pendenze minime, tranne in una situazione, al passaggio dallo “zeppello” (così definito dal bravo speaker, Davide Passeri), uno strappetto di pochi metri, ma se ci arrivi cotto rischi di piantarti. La giornata di sole, unitamente all’assenza di pioggia o neve da lungo tempo, ci ha permesso di correre su un fondo perfetto; le chiodate oggi si potevano lasciare nella borsa, poi chi è abituato si sarà sentito più sicuro nell’utilizzarle comunque.

La gara maschile di cross lungo (3 giri, circa 6 chilometri) è stata vinta, anzi dominata col tempo di 19:46, da Badr Jaafari (Varese Atletica), promessa di categoria e di fatto, dato che già corre i 3.000 metri in 8:31 e i 10.000 in 30:41; al secondo posto un meno giovane che non molla mai, Fabio Caldiroli (Calcestruzzi Corradini), categoria SM50, il quale chiude col tempo di 21:16. Terzo posto tempo per Franco Zanotti (21:33, Gruppo Alpinistico Vertova).

Le donne correvano il cross corto (2 giri, circa 4 chilometri); prova vinta in 15:55 da Roberta Vignati (Free Zone), seguita da Elena Begnis (16:10, Atl. Arcisate) e Daniela Benaglia (16:20, Atl. Saletti).

Infine è stata la volta degli SM60 e oltre, anch’essi correvano per due giri. Un finale incerto ha portato i primi tre a chiudere molto vicini tra loro, questo l’ordine di arrivo 1) Pasquale Maresca (16:12, Gruppo Alpinistico Vertovese), 2) Pier Alberto Tassi (16:18, Atl. Lumezzane), 3) Francesco Mazzilli (16:18, Atl. Casorate).

In totale sono stati 238 i classificati, pochi rispetto ai tempi d’oro del Trofeo Monga, ma se consideriamo che questo fine settimana in Lombardia si correvano ben tre corse campestri (Trofeo Brianzolo e Cross per Tutti, oltre a questa gara), sono dati accettabili.

Bene, anzi, molto bene l’organizzazione curata dall’Atletica Verbano e la cosa ormai non sorprende più. Tende e spogliatoi posti all’interno di un edificio agricolo situato a fianco della cascina che fungeva da ritiro pettorali, ristoro e premiazioni. Solite postazioni di riscaldamento … volante, grazie alle “torce”, dei tronchi d’albero posti in po’ ovunque che bruciavano fornendo parecchio calore; apprezzabile, anche perché nel corso della mattinata il sole ha riscaldato, ma alle 08.30 del mattino la temperatura era di meno 2 gradi.

Prossima tappa del Trofeo Monga, la quarta, a Bolgare (BG), il 19 gennaio.

6 gennaio - Se questo prestigioso Cross Country ogni anno è capace di attrarre gli atleti élite più forti della specialità, altrettanto avviene per tutte le categorie amatoriali; ovviamente ci sono anche podisti di ogni livello, ma soprattutto qui vengono a correre i più forti in ambito corsa campestre, chi vuole confrontarsi con i pari categoria sa che troverà pane per i suoi denti. Insomma, un eventuale podio è tanta roba, ma anche riuscire a finire nei primi 10 di categoria non sarebbe proprio da buttare.

Il percorso si trova dentro e attorno allo stadio Angelo Alberti di San Giorgio su Legnano; secondo molti tecnici, è il più classico e più bello per una corsa campestre, ed io condivido questa valutazione. Tratti lineari dove si può spingere bene si alternano a curve secche con inversione di direzione; le “collinette” spezzano il ritmo ma possono essere la rampa di lancio per i più forti. Per correre veloci su questo percorso serve un mix di potenza ed agilità, ovviamente oltre alla necessaria preparazione fisica, perché la corsa campestre prevede degli sforzi di durata relativamente breve ma molto intensi. Il tracciato di gara è disegnato perfettamente, godibile per chi assiste e favorevole per chi corre: vedi quasi sempre i tuoi avversari, ovunque si trovino.

In questa edizione era assolutamente asciutto, tuttavia col susseguirsi delle batterie tendeva a cedere in alcuni punti (curve, salite, discese); l’utilizzo delle scarpe chiodate era raccomandabile, soprattutto per i più forti (perché più capaci di trarre il massimo beneficio dalla spinta), anche se con chiodi molto corti (7-8 mm, in pratica quelli da pista).

La dimostrazione che i master più forti si danno ogni anno l’appuntamento è nelle presenze, così come nei tempi realizzati. Estraggo alcuni nomi e prestazioni che trovo di alto livello, spulciando tra le varie categorie; non me ne vogliano quelli non evidenziati, anche se ce ne sono parecchi che hanno corso molto forte.

Non si può non partire da quel fenomeno che risponde al nome di Davide Raineri, classe 1973: tra i tanti primati che detiene prendo quello che mi appare il piu prestigioso, il record del mondo di categoria sul miglio, 4:13:96 ( Golden Gala 2019 ). Qui ha corso e, direi ovviamente, vinto in 16:47, alla media di 3’10/km. Salvatore Gambino (personale di 2:22:24 in maratona) ha vinto la categoria SM40 in 17:04 (3’13/km). Claudia Gelsomino (SF50), oltre ad aver vinto in 15:06, ha realizzato il miglior tempo assoluto tra tutte le categorie master. Infine, Bruno Bedana vince nella SM70 in 16:55, dando un minuto al secondo classificato.

Di seguito trovate i vincitori; nel guardare i tempi è da tenere presente che le distanze variano in base alla categoria di appartenenza. Questo il dettaglio: km 5,3 (1 giro medio + 2 completi) per SM 35-40-45-50; Km 4 (2 giri completi) per SM-SF 55 e oltre.

SM35 Mattia Paolo Parravicini 17:42 - SF35 Lia Tavelli 15:13

SM40 Salvatore Gambino 17:04 – SF40 Elena Begnis 15:38

SM45 Davide Raineri 16:47 – SF45 Katiuscia Nozza Bielli 15:41

SM50 Roberto Pedroncelli 18:09 - SF50 Claudia Gelsomino

SM55 Riccardo Dusci 14:17 – SF55 Elena Fustella 16:21

SM60 Maurizio Leonardi 14:27 – SF60 Francesca Barone 18:15

SM65 Michele Di Scioscio 15:40 – SF65 Anna Maria Galbani 19:51

SM70 Bruno Bedana 16:55 – SF70 Fiorella Bonnin 24:39

SM75 Aldo Borghesi 19:00 – SF75 Maria Pirastu 26:21

SM80 Fernando Rocca 19:34

SM85 Giuseppe Boschi

 

VIDEO Passaggio degli atleti

6 gennaio - Solo Africa ai vertici di questa 63^ edizione del Campaccio Cross Country: più precisamente Etiopia, che batte Kenya con due ori e un argento. Però bene gli italiani, non lontani dal podio e con interessanti prestazioni cronometriche, in particolare per Yeman Crippa, a soli 5 secondi dal bronzo, e col sesto posto di Nadia Battocletti, al suo primo anno nella categoria promesse. 

Grande partecipazione di tutti gli atleti, ricordo che si correvano anche le categorie amatoriali e quelle giovanili; ma anche tanto pubblico; in questo senso ha contribuito molto la bella giornata di sole, relativamente fredda.

La gara femminile vede le africane subito in testa, con Battocletti che fino quasi a metà percorso resta con le prime; fino a quel momento non lontane le altre italiane, in particolare Valeria Roffino. Una gara molto incerta fino agli ultimi metri e che si risolve in volata, infatti le prime due vengono accreditate con lo stesso tempo: vince l’etiope Hailu Tesfay (19:27), davanti a Margaret Kipkemboi, la vincitrice della recente Boclassic. Terzo posto per Gloriah Kite, a soli due secondi (19:29). Ottima la sesta posizione, col tempo di 19:58, di Nadia Battocletti, stesso piazzamento ottenuto alla BoClassic del 31 dicembre scorso, quando era stata la prima delle atlete europee in gara. Complessivamente bene le altre italiane, piuttosto ravvicinate tra loro: Valeria Roffino (7^, 20:32), Federica Zanne (8^, 20:43), Martina Merlo (9^,20:43), Sara Dossena (10^, 20:45) e Angela Mattevi (11^, 20:46).

La gara maschile appare incerta per diversi chilometri, con Crippa che resta sempre nel gruppo di testa, talvolta facendo lui stesso l’andatura, non lontani gli italiani Marouan Razine e Yohannes Chiappinelli. Intono al km 7 avviene il cambio di ritmo, lo impone soprattutto l’etiope Mogos Tuemay, che si sfila dalla concorrenza e vince col tempo di 29:01; secondo posto per il connazionale Lamecha Girma (29:11) e terzo per il keniano Robert Keter. Vicinissimo al podio Crippa, dopo un avvincente duello viene battuto da Keter solo negli ultimi 250 metri, ma può parzialmente consolarsi per avere a sua volta superato il turco Aras Kaya e lo svedese (naturalizzato) Robel Fsiha, rispettivamente primo e secondo agli europei di Lisbona, dove Crippa aveva conquistato la medaglia di bronzo. Anche qui bene gli altri italiani: Marouan Razine chiude al sesto posto in 29:36, Yohannes Chiappinelli (8°, 29:50), Sergiy Polikarpenko, categoria promesse (9°, 30:06), Michele Fontana (10°,30:14).

Come da tradizione il Campaccio Cross Country, gara di prestigio internazionale che si correrà il 6 gennaio, presenta un autentico parterre de roi, basti pensare che al via della gara élite maschile ci sarà l’intero podio maschile dell’ultimo campionato europeo di specialità. Il vincitore, Robel Fsiha (svedese, di origine eritrea), la medaglia d’argento Aras Kaya (Turchia) e quella di bronzo, il nostro Yeman Crippa, protagonista di un 2019 di alto livello di cui ricordiamo, tra gli altri successi, il notevole 27:10 ottenuto ai campionati mondiali di Doha. Ma nella gara maschile élite ci sarà anche una pattuglia di africani di grande livello: l’etiope Lamecha Girma, medaglia d’argento sui 3.000 metri all’ultimo mondiale; il suo connazionale Mogos Tuemay, che vanta un primato di 27:43 sui 10.000 metri; il keniano Robert Keter, col tempo di 13:22 è primatista mondiale sui 5 km (corsa su strada).

Italia ben presente: oltre al già menzionato Crippa ci sarà Yohannes Chiappinelli, argento a squadre con gli U23 agli Eurocross e bronzo a Berlino 2018 nelle siepi. Inoltre alcuni tra i più forti specialisti della corsa in montagna: Cesare Maestri, argento mondiale 2019 delle distanze classiche, Francesco Puppi, argento “lunghe distanze” in Argentina e Xavier Chevrier bronzo europeo 2019 a Zermatt. 

Sembrava fosse della partita ed invece nella gara femminile non ci sarà la turca Yasemin Can (8:33 sui 3000 metri) e vincitrice del Campaccio 2019; invece presenti Winfred Mutile Yavi (Barhain, di origine keniana), recente il suo 15:15 sui 5.000 metri. Norah Jeruto Tanui (Kenya), un personale di 30:07 sui 10 chilometri (Praga 2019). Gloriah Kite, terza alla Boclassic di alcuni giorni orsono.

Italiane presenti con Nadia Battocletti, prima europea alla BoClassic; Sara Dossena, 5^ e prima europea alla scorsa edizione, sulla via della ripresa verso Tokio 2020; al via anche Valeria Roffino, che nel mese di ottobre ha realizzato il pb alla mezza di Lodi(1:15:22 e Giulia Viola, appena rientrata alle gare dopo un importante infortunio che l’ha fermata quasi un anno.

Come di consueto le gare degli atleti elite saranno precedute dalle varie categorie amatoriali e giovanili. Ecco il programma completo:

Ore 09:15 partenza gara Master SM 35-40 + Seniores Maschili (23-34 ANNI*) + Runcard di pari età (20-44)

Ore 10:00 partenza gara Master SM 45-50 + Runcard di pari età (45-54)

Ore 10:35 partenza gara Master SF e Master SM 55 ed oltre + Runcard F e di pari età M (+55)

Ore 11.20 partenza gara Ragazze

A seguire: partenza gara Ragazzi; partenza gara Cadette; partenza gara Cadetti

partenza Esordienti F; partenza Esordienti M

Esordienti M/F, ragazzi/e cadetti/e gareggeranno per categoria e non per anno di nascita.

Ore 12:45 partenza gara Allieve

Ore 13:15 partenza gara Allievi (Memorial Sergio Meraviglia)

Ore 13:40 partenza gara Juniores, Promesse e Seniores Femminile

Ore 14:13 partenza gara Promesse e Seniores Maschile

Ore 15:10 partenza gara Juniores Maschile

31 dicembre - Mi si perdonerà l’enfasi, ma lo conosco personalmente questo ragazzo, una bella persona prima ancora che un forte atleta. Una gara pazzesca, alzi la mano chi lo aveva pronosticato, almeno sul podio e invece ci è salito, e sul gradino più alto. Una BoClassic che ha entusiasmato chi c’era ma anche chi l’ha seguita in televisione. L’ultima vittoria italiana a questa prestigiosa manifestazione risaliva a ben 31 anni fa, con Salvatore Antibo. Oggi si confidava in un podio per Yeman Crippa, sembrava l’atleta più in forma tra gli azzurri al via ed invece probabilmente ha pagato una lunga ed entusiasmante stagione agonistica.

La gara: partenza su ritmi piuttosto lenti, dopo il primo giro sono ancora quasi tutti insieme. Gli africani sollecitano l’andatura verso il km 4 e restano in sei atleti, poi cinque al 5° passaggio. Tra questi Crippa e Faniel, che spesso si mettono davanti al gruppetto. Nel sesto giro si sfila Crippa e restano in tre: Telahun Bekele, Amos Kipruto (i favoriti per la vittoria) e Eyob Faniel; il quale sembra averne al punto che spesso è lui a fare l’andatura girando ad un ritmo che poco alla volta costringe alla resa Kipruto. All’ottavo ed ultimo giro Faniel si mette saggiamente in scia all’etiope, forse vuole rifiatare, forse non vuole dare riferimenti, di certo sa che Telahun Bekele è dotato di finali molto forti. A 500 metri dall’arrivo inizia la volata: che speranze può avere un maratoneta contro un pistaiolo che corre i 5.000 metri in 12:50? Eppure succede che l’etiope provi ad allungare, ma Eyob prima lo affianca e poi fa un cambio di ritmo pazzesco; la gara finisce a 200 metri dall’arrivo, con Telahun Bekele che cede di schianto; ha deciso che era impossibile anche solo stargli attaccato.

Eyob Faniel vince in 28:21, tempo che ritocca il suo personal best sui 10 chilometri (precedente Manchester 2019, 28:24) e realizza la quinta miglior prestazione di sempre a questa manifestazione. Segue Telahun Bekele (28:28 Etiopia); terzo posto in 28:37 per il keniano Amos Kipruto. Seguono Albert Chemutai (28:50 Kenya) e Yemaneberhan Crippa (28:54).

Grande soddisfazione per Eyob, almeno altrettanto quella del suo allenatore, Ruggero Pertile. Ma un pensiero è doveroso verso chi lo ha scoperto ed accompagnato nei primi passi: Giancarlo Chittolini.

Gli altri italiani, fino al ventesimo posto: 10° Razine Marouani (29:39) – 11° Osama Zoghlami (30:01) – 13° Yohannes Chiappinelli (30:14) – 14° Said El Otmani (30:16) – 16° Ahmed El Mazoury (30:28) – 17° Yassine El Khalil (30:52) – 18° Abdoullah Bamoussa (31:39).

La gara femminile ha visto una partenza fulminea delle africane, Netsanet Gudeta (che cerca il terzo successo in questa gara) Mercy Cherono, Margaret Chelimo, Gloriah Kite, Tariku Alemitu; alla fine del primo giro hanno già 100 metri di vantaggio su tutte le altre, un ritmo impossibile da tenere sino alla fine. Dopo due giri restano in quattro e poi in tre; molto bene Nadia Battocletti, sesta e prima delle europee. Dopo una fase tattica torna a crescere l’andatura, l’ultimo giro è una lunga volata, al traguardo è prima la keniana Margaret Kipkemboi (vice campionessa del mondo a Doha sui 5.000 metri) che col tempo di 15:30 eguaglia il record della gara ( Agnes Tirop, 2017); seconda Netsanet Gudeta (15:31), terza Gloriah Kite (15:32). Prima italiana (e prima europea) Nadia Battocletti, sesto posto con una prestazione davvero buona, ha chiuso col tempo di 16:11.

Le altre italiane in gara: 10^ Martina Merlo (16:39) – 11^ Giovanna Epis (16:40) – 12^ Sara Dossena (16:41) – 13^ Giulia Viola (16:55) – 14^ Nicole Reina (16:59).

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