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Rodolfo Lollini

Rodolfo Lollini

11/6/2020 - Finalmente ritorna la grande atletica su pista, grazie a questi Impossible Games di Olso che Vi avevamo presentato in questo pezzo. Non sono ancora gare tradizionali, ma almeno si pone fine al totale digiuno. Distanze spurie, gare in solitaria, confronti a distanza, ma alla fine vengono stabiliti un “record” mondiale, due primati europei ed uno nazionale. Mica male, tanto per ricominciare.

Spalti forzatamente vuoti a Oslo, ma gli atleti norvegesi sono carichi a cominciare da Karsten Warholm che corre in solitaria i 300 metri ostacoli scegliendo la settima corsia. Il risultato è un 33”78 e la miglior prestazione mondiale è sua.

La gara clou è quella della staffetta 3x2000 metri con i fratelli Ingebrigtsen che sfidano a distanza i keniani. Qui l’equità competitiva va un po’ a farsi benedire in quanto a Nairobi piove a catinelle: Timothy Cheruiyot, Elijah Manangoi ed Edwin Meli ne fanno le spese. Vincono i norvegesi e record, stavolta continentale per Jakob Ingebrigtsen. Con i fratelli Henrik e Filip a spalleggiarlo, il ragazzo non ancora ventenne ferma il cronomentro sul tempo di 4’50”01. Henrik conclude in 4’53”72, e Filip in 4’56”91, malgrado poco prima abbia stampato un 1000 metri in 2’16”48 che gli vale il record norvegese.

Record europeo per Sondre Moen che si sciroppa tutto solo 25 chilometri in pista in 1h12’46”. Nell’asta altro confronto a distanza, lo svedese Armand Duplantis sulla pedana di Oslo arriva a 5,86 metri, battendo Renaud Lavillenie che gareggiava letteralmente in casa, ovvero sulla pedana situata nel giardino della sua abitazione a Clemont Ferrand. Il translapino si fermerà a 5,81 metri.

Mica male questi Impossible Games, adesso però, dateci pure dei tradizionalisti, ma non vediamo l’ora di ritornare all’atletica che conosciamo.

Riprende anche il Corrigiuriati, il circuito milanese che si svolge al Campo Giuriati. Chi non lo conoscesse può avere più informazioni leggendo questo articolo. Purtroppo l’emergenza Covid19 non si è ancora arrestata definitivamente e dunque il patron Gigi Baglioni opta per la forma “virtuale”. Gli cediamo la parola: “Grazie Rodolfo. Considerata la situazione, con l'intento di riprendere l'attività del Corrigiuriati in forma virtuale, soprattutto per non disperdere il senso di comunità che abbiamo stabilito in molti anni mediante la grande passione che condividiamo, proviamo a sentirci di nuovo "vicini" correndo per conto proprio. In attesa di riprendere realmente il nostro calendario al Campo, propongo tre prove libere da sostenere nelle prossime settimane, al fine di saggiare la condizione fisica, con le seguenti modalità: 

 - ampia libertà di scelta di data, luogo, tipo di tracciato ed orario di svolgimento;

- comunicare tutti questi dati per pura curiosità statistica assieme al tempo conseguito;

- i risultati pervenuti alla mia casella di posta - Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. - saranno organizzati senza classifiche di merito;

- il punteggio per ogni singola prova sarà uguale per tutti in funzione del numero dei partecipanti;

- bonus di 20 punti per chi sostiene queste tre prove, 10 punti per due prove: 1) test di Cooper (indicare distanza approssimativa percorsa in 12 minuti) 2) 5000 m 3) 3000 m

- termine ultimo per inviare i dati delle prove: lunedì 13 luglio 2020”.

Nel frattempo, lo stesso Baglioni e tutti i fruitori del campo Giuriati si augurano che i lavori all’interno del campo, interrotti per oltre 50 giorni, si concludano a settembre-ottobre. Altrimenti anche in caso di semaforo verde da parte delle istituzioni, resterebbe aperto il problema del campo in quanto la ristrutturazione prevede, oltre alla costruzione di una palazzina e di un campo polivalente coperto, la ristrutturazione degli spogliatoi ed il rifacimento della pista di atletica.

Il lockdown che sta bloccando tutte le manifestazioni podistiche non ha ovviamente risparmiato i master ed i loro campionati europei e mondiali, come ad esempio le rassegne continentali di corsa su strada, in montagna e di marcia, che erano previste a Madeira a cavallo degli scorsi mesi di marzo ed aprile.

Le gare in Portogallo sono state al momento rimandate al 6-8 novembre pv (qui il nostro annuncio), ma nel frattempo la competizione “virtuale”, l’unica attualmente possibile, è molto intensa. Anche l’EMA – European Master Athletics, ovvero l’ente internazionale che organizza questi eventi, non si è tirato indietro.  In maggio ha infatti avuto luogo l’European Virtual Masters 5k Challenge. Hanno accettato la sfida oltre 346 atleti, col risultato di raccogliere con le quote d’iscrizione 1254 Sterline che saranno destinate ai colleghi dell’African Master Athetics nella lotta contro il Covid19.

Come preannuciato nel titolo, non sono mancati dei buoni risultati tecnici. Il migliore di tutti sui 5000 metri, la distanza che è stata scelta per questa volta, è risultato il britannico James Reed, un SM40 che ha chiuso in 14’58” ovvero ad un ritmo inferiore ai 3 minuti al chilometro. Bene anche il connazionale SM50 John Richard Taylor, sesto assoluto in 15’48”, ma scorrendo le classifiche si capisce come tutti i risultati siano nel complesso di grande spessore. Solo a titolo d’esempio segnaliamo l’irlandese Tommy Hughes, SM60 da 16’09”, oppure come la britannica Elisabeth Rondeau (SF40) con 17’23” o Pauline Moran, sessantenne irlandese capace di viaggiare ancora sotto i 4 al km col suo 19’16”. Con questo, non vorremmo far credere che si sia trattato di un campionato solo dell'arcipelago inglese, in quanto erano rappresentate una trentina di nazioni tra cui l’Italia ed anche paesi extraeuropei in quanto la manifestazione era aperta a tutto il mondo master. Se volete dare un’occhiata a tutti i risultati, potete farlo qui. In attesa delle gare “vere”, a giugno si replica, stavolta con i 10k.

Mentre dalle parti di Roma si discute e “legifera” in merito agli eventi di Agosto e Settembre, in Scandinavia sono molto più pronti di noi ed approfittano di questa fase per dare risalto all’atletica. Anche noi auspicheremmo fosse fatto lo stesso nel nostro paese, come scrivevamo nella parte finale di questo articolo. Rimandati i Bislett Games, la tappa della Diamond League prevista per il prossimo 11 Giugno ad Oslo, da quelle parti non si sono persi d’animo e si sono inventati gli "Impossible Games". Di cosa si tratta? Un sfida a squadre in pista sui 2000 metri, con due team che si sfidano in remoto: ad Oslo la squadra di cui faranno parte anche i tre fratelli Ingebrigtsen, a Nairobi un gruppo che avrà in Timothy Cheruiyot, campione del mondo dei 1500 nel 2019, e Elijah Manangoi, iridato sempre nei 1500 nel 2017, i due elementi di punta.

Le due squadre partiranno con cinque atleti e come succede nella gare ciclistiche a squadre d’inseguimento su pista, chiuderanno la gara con soli tre elementi. Qui però non si terrà conto del crono del terzo di ogni squadra, ma vincerà il team che otterrà il tempo più basso calcolato sulla somma dei tempi d'arrivo dei tre atleti.

Ovviamente questa competizione potrebbe produrre anche record individuali. Ad esempio Henrik, Filip e Jakob Ingebrigtsen punteranno al primato continentale di Steve Cram che sarà tra i commentatori televisivi dell’evento. Il britannico corse in 4'51"39 (circa 2’26” al chilometro ;-) il 4 agosto del 1985 a Budapest. La serata sarà inoltre arricchita dalle prove di Duplantis e Lavillenie nell'asta, mentre il campione del mondo norvegese dei 400 ostacoli, Karsten Warholm, tenterà l'assalto al record dei 300 ostacoli. Queste gare saranno “tradizionali” ovvero disputate soltanto ad Oslo.

Tornando ai 2000 metri, la diretta televisiva, con lo schermo diviso in due parti, assicurerà uno spettacolo nuovo e molto godibile in diretta mondiale. Il meeting si chiamerà "Maurie Plant Memorial", in memoria di questo giornalista sportivo australiano, scomparso all’inizio di quest’anno.

Concludiamo ritornando al punto di partenza, ovvero rimarcando il fatto che qualche anno fa eventi del genere gli avremmo organizzati noi a Roma, mentre ad Oslo si sarebbero riuniti per siglare utili quanto “noiosi” protocolli. Ormai il mondo gira alla rovescia. Primo Nebiolo, mitico ex presidente FIDAL e anche dell’allora IAAF, quello che s’inventò la nona corsia pur di fare partecipare l’Italia ad un evento mondiale, si starà rivoltando nella tomba.

Dopo le prime due prove virtuali disputate in marzo ed aprile, anche in maggio si correrà una prova sulla distanza anglosassone del miglio. Mese che si presta anche alla celebrazione del primato italiano sulla distanza, ottenuto da Genny Di Napoli il 30 maggio 1992, con il tempo di 3'51"96. Nel prossimo weekend, anzi già da venerdì 29 maggio pv, il “Club del Miglio” propone una nuova tappa, questa volta promossa dall’ASD Don Kenya Run, reduce dalla positiva esperienza con la gara dei 3000 metri, a cui hanno partecipato molti top runner tra cui Yeman Crippa (qui la cronaca del collega Lorenzini).

La collaborazione punterebbe ad avere al #DonKenyaMile, insieme alla qualità degli atleti di punta di Don Kenya Run e dei loro amici, anche un aumento dei numeri in gioco, mobilitando i frequentatori del Club del Miglio. A tal proposito, oltre alle classifiche assolute al maschile ed al femminile, saranno stilate anche le classifiche per categoria maschile e femminile. Sempre per non dimenticare lo spirito di squadra, verranno redatte anche classifiche di gruppo, sia a livello del numero di iscritti che sulla somma dei tempi, ovvero per prestazioni (in questo caso i migliori tre tempi per ogni team). Va subito chiarito che trattandosi di una manifestazione non ufficiale, non sarà necessario nessun tesseramento, quindi si potrà correre per il proprio gruppo sportivo, così come creando nomi di fantasia per la squadra a cui si vorrà aderire per l’occasione. I vincitori saranno giustamente celebrati, ma non tutti effettivamente premiati, anche se di certo per le migliori prestazioni in assoluto ci sarà un riconoscimento offerto da Don Kenya Run.

La manifestazione non prevede iscrizione ma conferma con foto della traccia GPS della propria prestazione inviata a: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. oppure a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.. Non dimenticate d’indicare nome, cognome, data di nascita e gruppo di appartenenza, altrimenti sarete assegnati alla generica categoria liberi. Potete correre dalle ore 00.00 del 29/5 fino alle 23.59 del 31/5/2020, ovviamente in sicurezza e nel rispetto del distanziamento sociale. Per chi non se lo ricordasse, il miglio equivale a 1609 metri, se poi fermerete il GPS a 1610, 11 o 12 metri, pazienza. Ultima regola, il differenziale massimo tra partenza ed arrivo potrà essere di -10 metri. Quindi è inutile correre partendo dalla cima di una montagna…

Per chi vorrà ricevere un diploma di partecipazione personalizzato, la richiesta dovrà essere avanzata direttamente a: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

Lunedì, 25 Maggio 2020 12:07

Staffetta 12x1 ora - Challenge #Backtorun

Ieri, domenica 24 maggio, si è svolta una bella manifestazione a staffetta promossa da un club storico milanese, l’ASD La Michetta, Si trattava di un evento a squadre non competitivo, per celebrare lo spirito della 24x1 ora di Zeloforamagno (MI) che quest’anno non potrà essere organizzata per le problematiche legate al Covid19. Come dichiarato sulla pagina dedicata alla manifestazione: “trascorso il periodo di rispetto e impegno sociale che ha visto ciascuno di noi confinato a casa, pensiamo che sia arrivato il momento che i runner si riprendano la strada nel pieno rispetto delle norme e del distanziamento sociale #backtorun”.

Regolamento semplice, ma che sicuramente richiedeva uno sforzo maggiore rispetto ad altre gare virtuali al singolare, dove ognuno poteva correre quando voleva e poi mandare la traccia del GPS all’organizzazione, senza obblighi particolari. Qui si giocava di squadra, iniziando tutti alle ore 8 ed ogni staffettista doveva correre la sua frazione nella finestra oraria che gli era stata assegnata. Tutto ciò ha sicuramente ricreato un bello spirito di squadra e naturalmente molti podisti sono poi stati accompagnati, anche in bicicletta, da altri compagni durante la loro fatica. Sforzo fatto anche in orari difficili visto il caldo di ieri a Milano, ma in generale in tutti i luoghi dove i runner hanno corso.

Ottimo il risultato numerico, con 32 squadre in campo che moltiplicato per 12 significa quasi quattrocento atleti. Il tutto senza un particolare battage pubblicitario. Nell’immagine di apertura la grafica con la classifica generale che permette di evidenziare anche le tre categorie in gara, ovvero MF (miste uomini e donne), FF (solo donne) mentre dove non ci sono indicazioni si tratta di team maschili. Come vedete, a quasi 15 all’ora di media hanno vinto “I puntuali”. Nome che non poteva assere più azzeccato, ma in realtà alle ore 20 tutti sono arrivati puntualmente alla fine e la voglia di gareggiare, partecipare e condividere lo sforzo con gli amici è risultata più che evidente.

#backtorun, ma non solo, back to team spirit and competition.

Venerdì, 22 Maggio 2020 12:05

FIDAL: si può dare di più!

Sono sempre più stupito per la sostanziale inerzia federale in un anno di rinnovo cariche, anche se probabilmente, causa Coronavirus, le elezioni slitteranno. Da che mondo è mondo, in periodo preelettorale, la giunta uscente cerca di fare qualcosa di più per dare un buon ricordo ed accaparrarsi i voti degli indecisi. Qui invece regna l’inazione o il “braccino corto”, ecco tre esempi di quanto si poteva fare e non si è fatto:

Caccia all’untore runner: durante il periodo delle limitazioni all’attività motoria, i runner sono stati spesso apostrofati mentre correvano, anche se nel rispetto delle regole. Talvolta si è passati dalle parole ai fatti. Aggressioni, sputi, sassate, come descrivevamo in questo pezzo. Avete sentito una voce levarsi dalla FIDAL, per ricordare a tutti che il teorema “tutti a casa” aveva delle eccezioni se si correva in sicurezza e nel rispetto delle norme? Niente.

Rimborsi: anche sui soldi sono andati lunghi e non si sono sforzati molto. Mentre altre federazioni rimborsavano prontamente tasse gara per manifestazioni non disputate e decidevano o annunciavano sconti sulle tariffe per la prossima stagione sportiva, in FIDAL si sono mossi in ritardo e solamente regalando il tesseramento giovanile anche per il 2021. Non molto, visto che tanti non avevano ancora fatto il tesseramento. Per i master ovviamente, nessuna mossa, ma tanto si sa che sono solo vacche da mungere. Idem per le società che avevano pagato per manifestazioni cancellate o già rimandate all’anno prossimo. Leggete qui il bel pezzo del collega Lorenzini su questo tema.

Possibilità di dare evidenza all’atletica: questa invece temo che sarà una bella occasione persa. Il campionato del "dio calcio” sarà fermo fino a quasi metà giugno. Sport se ne vede pochino alla televisione. Ma perché non organizzare una gara elite sui 3 o 5 chilometri in un parco da trasmettere in diretta televisiva. Una bellissima passerella per il nostro sport. Invece si pensa solo ai campionati assoluti che saranno ad agosto, vedi qui l’annuncio,  quando i media saranno concentrati su calcio, motorismo ed altri eventi sportivi con più appeal. Una ghiotta occasione persa, si poteva fare ai primi di giugno, come hanno già fatto in Norvegia (ecco qui il pezzo del collega Annoscia, sempre bravo e puntualissimo ad informarci su quanto accade nel mondo). E non venitemi a dire che ci sarebbero stati dei problemi per il contagio, protocolli o quant’altro. Spiegatemi allora com’é possibile che in serie A si allenino 11 contro 11 e noi non si possa fare una gara con una ventina di atleti d’interesse nazionale. Anzi due, una maschile ed una femminile. Evento infinitamente meno pericoloso di una serata di movida in una città a Vostra scelta o del gioco dei bambini in un pomeriggio ai giardini pubblici.

Si può dare di più, cantavano Morandi, Tozzi e Ruggeri a Sanremo nel lontano 1987, canzone vecchia, ma testo tuttora valido in via Flaminia Nuova a Roma.

Lunedì, 18 Maggio 2020 11:28

Diletta sbucciata e gente demotivata

Oggi è lunedì e di solito questo era il giorno in cui la nostra redazione era più impegnata. Resoconti, fotografie, classifiche. Ma sì, anche il giorno giusto per raccogliere qualche protesta verso quell’organizzatore, poco… organizzato. Invece è calma piatta. Nessuna gara, qualche “impresa” via web. Una tristezza.

Poi arriva la notiziona che cambia la giornata. Diletta Leotta cade durante una sessione di allenamento e si sbuccia il ginocchio sinistro, come potete vedere dalla foto. Attenzione: il ginocchio è in basso, sulla sinistra. Fermate le rotative, si cambia la prima pagina. Incidente avvenuto domenica a Milano ed immagino che almeno una certa parte dei runner meneghini si mangino le mani per non essere passati di lì per caso in quel momento, pronti a soccorrere la famosa conduttrice di DAZN. Mentre alcune podiste cominceranno a dire che in fondo la ragazza non è così bella come qualcuno la vorrebbe far passare e poi che si è “rifatta”. Rifatta, ma bene, argomenterebbero i fan più accaniti e poi e poi… basta, fine della notizia.

Adesso di cosa scriviamo? Di protocolli cervellotici che nella pratica impediranno lo svolgimento di qualsiasi genere di manifestazione? Mentre in Repubblica Ceca, belli pacifici, sabato scorso hanno già organizzato una gara di mountain bike di 35 km. Sebbene scaglionati in griglie, erano in 215 ed il gruppone alla partenza molto compatto.

Nel frattempo i nostri politici hanno dato il via libera alla corsa individuale e fortunatamente per noi, smesso di legiferare su una materia che come ampiamente dimostrato in questi mesi, francamente non li vede molto ferrati. Noi continuiamo ad allenarci, ma allenarci per cosa, senza un obiettivo? Difficile restare motivati. Anche per la corsa, auguriamoci quindi che la pandemia si sgonfi velocemente e sia possibile organizzare qualche competizione. In maniera diversa rispetto a prima del virus, ma comunque utilizzando sistemi praticabili e non solo teorici come quelli attualmente pensati.

Con il ritorno alla normalità, il popolo dei podisti può finalmente tornare a correre. Sfortunatamente, oltre a queste buone abitudini, per i runner tornano anche i rischi correlati all’attività all’aperto, specialmente se svolta da donne che ironia della sorte, in ossequio alle norme vigenti, sono invitate a correre da sole. 

Ieri mattina 11 maggio a Roma, quartiere Esquilino, una sessantenne sudcoreana residente nella capitale, è stata aggredita ed ha rischiato lo stupro, sventato solo grazie al pronto intervento di due passanti. Grazie alla loro testimonianza ed a quella della vittima, il colpevole, un trentatreenne etiopico con precedenti penali, è stato arrestato dagli agenti dei Commissariati Castro Pretorio ed Esquilino. 

La donna, è stata trasportata all’ospedale San Giovanni in stato di choc, con contusioni alle gambe e al volto in quanto l’aggressore l’aveva già scaraventata a terra cercando di spogliarla. Per lei è stato adottato il “codice rosa” e successivamente il protocollo speciale in difesa delle vittime di violenza sessuale. Fortunatamente è stata dimessa già nel pomeriggio, con una prognosi di pochi giorni.

Lunedì, 11 Maggio 2020 11:42

Basta poco per tornare ad essere dei mostri

E’ passata solo una settimana, ma sembra un secolo. Siamo usciti ed abbiamo pienamente apprezzato tutto quanto ci pareva scontata normalità. Correre lontano da casa, per i nostri soliti giri. Senza restare attaccati ad una catena lunga 200 metri, come pericolosi cani da guardia. Senza nessuno che ci gridasse “Dove vai scemo?” oppure “Devi morire!”. Siamo tornati trasparenti. Non ci notano più. Al massimo torniamo ad essere quegli stupidi che corrono, bontà loro. In compagnia degli amici di sempre, giusto con qualche accortezza, come mantenere il distanziamento e le mascherine.

Ecco, da quello che ho visto correndo in giro, parlando con altri podisti o vedendo alcune immagini alla televisione, ritengo che il discorso mascherine non sia stato ben compreso da tutti noi. Se praticamente in tutta Italia è ormai possibile correre senza indossare la mascherina, a non tutti sono chiari due concetti. O meglio fanno finta di non ricordarli.

Il primo è che anche quando si corre esistono un prima e un dopo. Due fasi durante le quali si ritorna ad essere cittadini normali, obbligati a coprirsi naso e bocca.

Il secondo è che se mentre corri incontri altre persone, passando vicino a loro, è altrettanto obbligatorio e prima ancora un tuo dovere non diventare fonte di contagio o quantomeno di preoccupazione per il tuo prossimo. Bene cercare di passare al largo, ma se anche al posto di un metro ce ne sono due o tre, credo che tirarsi su la mascherina o una scaldacollo per qualche secondo resti un dovere morale prima ancora che giuridico.

Per favore, continuiamo a restare trasparenti agli occhi dell’opinione pubblica e dei media, non roviniamo l’onorabilità della nostra categoria con comportamenti irresponsabili. Facciamo in modo che i legislatori si occupino di altri argomenti e appena sarà possibile, consentano di ritornare a gareggiare.

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