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Rodolfo Lollini

Rodolfo Lollini

Domenica scorsa a Doha si è conclusa la 17^ edizione dei campionati mondiali di atletica che hanno visto gli azzurri salire sul podio appena una volta, per merito di Eleonora Giorgi sui 50 chilometri di marcia. Grazie a questo bronzo quantomeno siamo inclusi nel medagliere, sebbene in 31^ posizione, ma per cercare di fare un bilancio più oggettivo e comprensivo delle prove degli azzurri non medagliati, ci affidamo al “Placing Table” della IAAF, ovvero la tabella che raccoglie tutti i piazzamenti per disciplina dal 1° fino all’8° posto, assegnando 8 punti per l’oro, 7 per l’argento e via via scendendo fino ad 1 punto per l’8° posto, come ad esempio quello conquistato da Crippa sui 10000 metri.

In questa classifica, dominata dagli USA con 310 punti, con la bellezza di 16 punti l’Italia si trova al 26° posto, in compagnia di Svizzera e Bahamas… Una posizione di rincalzo e che ormai ci appartiene da anni. Finiti i bei tempi della prima edizione dei mondiali ad Helsinki, dove avevamo raccolto 43 punti grazie anche all’oro di Cova sui 10000, l’argento della 4x100 uomini ed il bronzo di Mennea sui 200, oltre a tanti altri piazzamenti di prestigio che ci avevano proiettato all’8° posto tra le nazioni.

Quello che vedete nel grafico, preparato in esclusiva per i lettori di Podisti.net, è l’evoluzione dei punti conquistati dall’Italia in tutte le edizioni dei mondiali e l’inesorabile declino, complice certo una globalizzazione dell’atletica, ma anche per nostro demerito.

Nello scorso secolo eravamo fissi nella top ten, poi siamo passati alla fascia tra il decimo ed il ventesimo posto. Pechino 2015 ha ufficializzato lo scivolamento oltre la ventesima posizione del ranking, Londra 2017 oltre la trentesima. Speriamo che il 26° posto di Doha non sia un “rimbalzo”, per usare un termine dei borsisti quando registrano un rialzo di breve durata nel contesto di una continua fase discendente.

Spesso le conferenze stampa sono momenti un po’ noiosi ed invece lunedì 7 Ottobre la presentazione del Miglio di Milano è stata piacevole quanto interessante. Padrona di casa a Palazzo Marino, nella sala Brigida, non poteva che essere l’Assessore al Turismo, Sport e Qualità della vita, Roberta Guaineri. Grande sportiva a cui è stato consegnato il pettorale numero 1609, la lunghezza in metri di un miglio e che ha ribadito l’interesse dell’amministrazione per questi avvenimenti che mescolano cultura, sport, solidarietà alla bellezza del semplice stare insieme. Non a caso il motto della manifestazione, ben in vista sulle magliette commemorative è RUN.LIVE.SMILE con il simpatico gioco di parole e colori tra smile ovvero sorridere e mile, miglio.

Il moderatore Luca della Porta ha poi lasciato al parola agli organizzatori della Havas ed in particolare a Federico Fantini che ha descritto come si svilupperà il pomeriggio del 19/10 prossimo venturo. Si correrà su di un tracciato che partendo dall’Arco della Pace e toccando il Parco Sempione, terminerà in Piazza Castello. Ci saranno batterie destinate alle corse con i cani (DOGSMILE), sfide tra università, come nella tradizione anglosassone su questa distanza. Sfide a staffetta tra famiglie con 3 o 4 elementi a passarsi il testimone (FA-MIGLIO). Gare tra colleghi di azienda per non dimenticare l’aspetto corporate. Si passerà poi ad altre manche per non competitivi in un crescendo rossiniano che porterà ai migliori atleti master italiani, vincitori delle varie categorie del Club del Miglio a sfidarsi fra loro in una gara passerella, a preludio della premiazione del circuito sul palco davanti al Castello Sforzesco.

Gran finale con una manche elite, per la quale i nominativi sono ancora top-secret. Camillo Franchi Scarselli di Atleticom, patron del Miglio di Roma e responsabile dell’ingaggio dei top runner, non si è voluto sbilanciare. I mondiali a Doha erano terminati solo da un giorno. Più loquace nel descrivere il miglio romano, gemellato con Milano e che da quattro anni si disputa sulla velocissima via del Corso che guarda caso è lunga proprio 1609 metri. La corsa capitolina che ripercorre un’antica tradizione cominciata nel 1472 e durata quattro secoli, è attualmente il miglio più veloce d’Europa grazie al tempo di 3’54”80 stabilito dal keniano Melly lo scorso 12 maggio.

Assente giustificato il presidente FIDAL Lombardia Gianni Mauri che non ha voluto far mancare un suo messaggio di plauso alla manifestazione.

Si è chiuso con l’ambassador della gara, quel Genny Di Napoli che ancora oggi è il primatista italiano e che è ritornato sui suoi record, sulle tante vittorie ed anche sulle sconfitte, ricordando le sue dodici esperienze al miglio di New York dove veniva pagato in contanti da tale Donald Trump. Di Napoli preparerà la gara insieme ad un gruppo di ragazzini, riscaldandosi con loro e correndo con loro una batteria. Partendo per ultimo e cercando di raggiungere tutti i partecipanti.

Chiudiamo sottolineando che per ogni iscrizione, 2 euro saranno donati alla ONLUS Fondazione Francesca Rava a sostegno del loro ospedale pediatrico ad Haiti dove assistono migliaia e migliaia di bambini. Il loro stand sarà presente nel villaggio così come quello dell’associazione ADES, Diabete e Solidarietà dove sarà possibile effettuare gratuitamente uno screening e un controllo glicemico. Verifica più che mai opportuna se si pensa che in Italia circa un milione di persone è malata di diabete senza saperlo.

Domenica, 06 Ottobre 2019 23:49

Chiavenna (SO) - 3° Miglio della Brisaola

E’ sempre bello correre a Chiavenna, sulla pista azzurra come il cielo e tutta circondata da una gradevolissima cornice di montagne. Situazione insolita per chi arriva dal centro della pianura padana. Il centro sportivo sito in Piazza Falcone e Borsellino è come al solito preso d’assalto da tanti ragazzi che si divertono su distanze più brevi. Per i senior, prima dei classici 1609 metri, sono previste due gare “alternative”, nell’ambito del circuito “Oltre al Miglio c’è di più”, gemellato col Club del Miglio. Questa volta ci si poteva cimentare sui 400 metri ed il salto in lungo. Unico neo meteorologico, un forte vento che ha disturbato le gare di salto e poi, aumentando la sua intensità, ha letteralmente sferzato i mezzofondisti. Praticamente si correva in salita sul rettilineo opposto alle tribune e specialmente sulla seconda curva. Ma i padroni di casa del GP Valchiavenna sono stati come sempre impeccabili organizzatori ed anche generosi con tutti, partecipanti e premiati che hanno portato a casa gustose leccornie locali.

Venendo ai risultati, nei 1000 metri ragazze la migliore è Sofia Sidenius con 3’18”12, mentre nelle cadette è Elisa Rovedatti con 3’14”14. Tra i ragazzi Daniele Ciaponi con 2’57”59. Per i cadetti Tommaso Bonetta in 2’52”12. Nel lungo Dario Pensa, Allievo classe 2003, sigla la migliore misura con 5,62m. Sui 400m Diana Secchi è la migliore con 1’03”98 e Raffaele Saraceni in 54”80 tra i maschi

Nel Miglio,  prima della classe, come a Segrate, è l'allieva classe 2002 Sara Gandolfi con 5’30”78. La miglior prestazione cronometrica in assoluto è stata appannaggio di Cristian Menghi che ha dominato la serie Elite maschile in 4’34’’18, precedendo Luca Molteni e l’immarcescibile SM45 Riccardo Lerda.  I risultati in dettaglio, seppur ufficiosi in quanto dal sito facebook Club del Miglio, li trovate qui

Sentenze definitive sabato prossimo, 12 Ottobre a Carate Brianza (MB), dove i Daini ospiteranno il 7° Miglio “Memorial Gino Riva”, mentre il 19 ci sarà la passerella e le premiazioni del circuito, in occasione del Miglio di Milano che si correrà  sull’affascinante tracciato tra l’Arco della Pace ed il Castello Sforzesco.

Con grande prontezza e precisione, il collega Lorenzini ci ha informato della squalifica per 4 anni da parte dell’agenzia antidoping americana (U.S.A.D.A.) a carico di Alberto Salazar, personaggio quantomeno chiacchierato fin dai tempi della sua carriera di atleta.

Salazar, non è un allenatore qualsiasi, anzi fino all’altro giorno si poteva tranquillamente sostenere che fosse il migliore, quello con maggior successi, stante la lunghissima lista di atleti che seguiva. Lunga ma soprattutto prestigiosa. A partire dal quattro volte campione olimpico, il britannico Mo Farah, per passare ai top maratoneti USA Galen Rupp e Kara Goucher, fino a Sifan Hassan, l’olandese fresca campionessa mondiale a Doha sui 10000 metri.

Lasciando sempre valida la presunzione d’innocenza ed attendendo l’esito finale dei vari gradi di giudizio, permetteteci di prevedere che alla fine dell’iter la condanna venga confermata.

A questo punto ci auguriamo vivamente che la storia non finisca così, in quanto se l’allenatore promuoveva certe pratiche è chiaro che lo faceva con degli atleti. Molto probabilmente i suoi atleti. Verosimilmente con i migliori. Perché va bene tutto, però se proprio devo rischiare qualcosa, lo faccio per un risultato. Altrimenti mi brucio per dopare un amatore?!? Ammesso e non concesso che ce ne siano tra i runner della sua scuderia targata Nike Oregon Project, con il colosso americano pronto a prendere le distanze dalla vicenda.

Quindi attendiamo di conoscere i nomi. Vediamo già che in rete alcuni tifosi di questo o quell’atleta hanno cominciato a scrivere che no, tizio non è allenato da Salazar. Ma se lo è stato un anno fa, i termini della questione non cambiano, una volta stabiliti modi e periodi. Per esempio la Goucher lo ha lasciato nel 2011, se non andiamo errati. Altri però molto più recentemente, forse sentendo puzza di bruciato?

In caso contrario, questa vicenda diventerebbe un’altra Operacion Puerto dell’atletica, ovvero un grande scandalo che avrebbe coinvolto una sessantina di ciclisti, probabilmente le squadre dei migliori oltre a sportivi di altre discipline. Ripetiamo, un grande scandalo quello del dottore spagnolo non solo per la notizia in se ma per i risultati della vicenda. Perché dal 2006 ad oggi non siano state mai analizzate le sacche di sangue “trattate” e che avrebbero portato con grande facilità ai loro proprietari.

Fuori i nomi degli atleti dopati da Salazar.

Giovedì, 03 Ottobre 2019 16:06

Perdere la gara per colpa di un tamponamento!

Domenica scorsa, 29 Settembre, si è svolta la 4^ Edizione della Mezza Maratona di Sondrio. Bella festa in una giornata soleggiata, nuovo primato cronometrico, record di presenze con più di seicento arrivati tra la gara principale ed una 10 chilometri.

http://podisti.net/index.php/cronache/item/4967-mezza-di-sondrio-tiongik-scaraventato-a-terra-vince-nyakundi.html

Tutto bene insomma? No, non esattamente, in quanto all’arrivo della maratonina è successo il fattaccio. A contendersi la vittoria finale erano restati due keniani, Paul Tiongik (GP Parco Alpi Apuane) e Dickson Simba Nyakundi (Run2gheter), con il primo atleta che ormai aveva preso un vantaggio dall’avversario, a pochi metri dal traguardo. Con le due freccie keniane lanciate ad almeno 25 all’ora verso il nastro d’arrivo, cosa succede? Avviene che sul tracciato ci sono altri corridori, peraltro nel loro pieno diritto, in quanto stanno terminando la loro fatica sui 10 chilometri. Non è colpa loro se per coprire quella distanza impiegano più o meno lo stesso tempo dei primi della maratonina. Uno di loro è in mezzo alla strada e decide di farsi da parte. Peccato che Tiongik scelga proprio quel lato per sorpassarlo. Il risultato è un violento tamponamento che fa cadere rovinosamente il leader della corsa a pochi metri da una sicura vittoria. Ne approfitta Dickson Simba Nyakundi per transitare in prima posizione in 1h03’01”. Il povero Tiongik si rialzerà e passerà il traguardo dopo 27”.

 

Pur comprendendo il desiderio degli organizzatori di proporre più gare in menù, è evidente come sarebbe stato opportuno avere arrivi separati per le due gare. Oppure stabilire un tempo limite di un’ora per l’altra gara. O costringere gli ultimi arrivati della 10 chilometri ad incanalarsi in un corridoio all’arrivo, oppure avere qualche responsabile più pronto di spirito in zona traguardo che bloccasse questi amatori...
In caso contrario, suggeriamo per la prossima edizione d’inserire nel pacco gara un modulo per la constatazione amichevole in caso d’incidente stradale…

A sole due tappe dalla conclusione del circuito nei prossimi due sabati 5 e 12 Ottobre, ecco un'attenta analisi della situazione nelle varie classifiche di categoria, affidata al maggiore esperto della materia, ovvero Roberto Matteucci, a cui lasciamo la parola.

"La tappa segratese dello scorso 21 Settembre ha emesso alcuni verdetti sull’esito finale della stagione e più di un miler ha ottime ragioni per sorridere già prima delle ultime due prove su pista di Chiavenna e Carate pregustando la passerella finale al Parco Sempione, nell’ambito del Miglio di Milano.  

Licia Bombelli, Paola Cagliani e Francesca Caldarulo sono già campionesse 2019 in pectore, mentre Sara Gandolfi avrà bisogno di almeno un’altra partecipazione per mettersi al collo la medaglia d’oro.
Nelle altre categorie, Joanna Drelicharz, Eva Volpari e Rosanna Rossi appaiono nettamente favorite sulle rispettive contendenti: le tre rappresentanti dell’Athletic Team Sabrina Leombruno, Alessandra Beretta e Rosa Di Sabato contano soprattutto sulla costante partecipazione alle gare, ma il gioco degli scarti sembra poter risultare alla fine penalizzante.

In campo maschile, sono già certi della vittoria Pietro Matteucci, Antonio Basso, Ivan Doniselli, Francesco Merisio e Nini Bombelli: per loro un sorriso contenuto, avendo già da tempo sbaragliato il campo nelle categorie di appartenenza.
Se al decano del Club Pietro Ferrari basterà essere presente ad entrambe le prove mancanti per tornare sul gradino più alto del podio fra gli over 80, leggermente più ingarbugliata la situazione nelle categorie SM75, SM70 e SM60 con Enzo Capuzzo, Rodolfo Rencurosi e Giuseppe Lazzari che possono contare su una confortante superiorità nei confronti degli immediati inseguitori, ma dovranno partecipare alle prove di Chiavenna e Carate per presentarsi da vincitori sul podio milanese.
Bei duelli invece nelle categorie SM65, nella quale Luigi Campini avrà a che fare con due avversari agguerriti come Emilio Lazzaroni e Giovanni Galmarini, SM45, con l’arrembante Marcello Vena in caccia del capoclassifica Claudio Terraneo, ma soprattutto Elite, con Giovanni Mancinelli, Luigi Porritiello e Michele Lucchini tutti in corsa per il primo posto senza peraltro avere la certezza del posto sul podio, visto che Johnatan Roggeband può artigliare una medaglia in extremis.
L’unica vera certezza è che chi avrà la pazienza di seguire le ultime fasi della stagione si divertirà e che il 19 ottobre al Parco Sempione (NdR: in occasione del Miglio di Milano) ci sarà una vera e propria sfilata di sorridenti trionfatori del Club del Miglio 2019".

 

 

Le gare al massacro che stanno caratterizzando i Mondiali di Doha ci spingono a lanciare una proposta alternativa, almeno per quanto riguarda le specialità “no-stadia”, in quanto all’interno dell’impianto un minimo di condizionamento della temperatura è presente. Lo facciamo partendo dal presupposto che questa volta siamo il Quatar, ma capiterà ancora in Bahrein, Dubai ed altri stati limitrofi, ugualmente caldi e danarosi. Adesso immagino stiate pensando che basterebbe non andare più in quell’inferno, ma è inutile provare ad opporsi a questa logica. Se può essere di magra consolazione, anche in altre discipline non regna il buonsenso meteorologico. Guardate cosa è successo ai mondiali di ciclismo, evento che il bulimico calendario della bici ha ormai spinto in autunno. Dove si sono svolti settimana scorsa? Nello Yorkshire, dove ha piovuto per tutto il tempo della manifestazione. Piovuto? In Inghilterra? Che strano. Col risultato di gare a cronometro falsate da pozzanghere simili a laghi. Idem per quelle in linea. Domenica quella maschile è stata praticamente ad eliminazione, malgrado la distanza fosse stata leggermente ridotta.

Tutto ciò premesso, onde evitare le stragi registrate nella marcia e nella maratona femminile a Doha, ed in attesa del massacro finale su quella maschile, ci domandiamo se per il futuro, quando si tornerà da queste parti, non sia possibile tracciare un percorso al coperto, esterno all’impianto. Un largo corridoio da circa un chilometro al di fuori dello stadio. Un anello non necessariamente troppo grande e quindi per questo motivo facilmente condizionabile a temperature accettabili.

La maratona potrebbe partire dallo stadio, e dopo un certo numero di giri in pista, per esempio cinque, ma potrebbero essere anche di più, uscire dall’impianto per introdursi nel “corridoio”. A questo punto il gruppo sarebbe già sufficientemente sgranato. Gli atleti poi ritornerebbero nell’anello dello stadio ogni chilometro/giro. Per gli spettatori sarebbe così possibile seguire in diretta lo svolgimento della gara, comodamente seduti al loro posto, come se si trattasse di un gran premio automobilistico. Le telecamere del corridoio potrebbero assicurare la ripresa diretta dei concorrenti mentre corrono fuori dello stadio. Problema doppiaggi? Perché, sui 10000 metri o sui 5000 non ce ne sono?  La stessa formula potrebbe essere utilizzata per 20 e 50 chilometri di marcia. All’interno dello stadio si potrebbero nel frattempo disputare le gare di lanci o salti senza interferenze con le corse e al tempo stesso garantendo uno spettacolo continuo ed interessante. Il passaggio all’interno dell’impianto garantirebbe anche l’aspetto outdoor della gara. Agli ambientalisti giustamente preoccupati per lo spreco energetico relativo al raffreddamento del pistino esterno, credo si possa facilmente rispondere che con dei pannelli solari sarebbe abbastanza semplice ottenere un condizionamento da energie rinnovabili. I costi, quando ci sono di mezzo gli sceicchi, sono l’ultimo dei problemi.  Cosa ne pensate?

Domenica, 29 Settembre 2019 23:08

Mezza maratona del VCO: arrivederci al 2020

Dopo anni di onorato servizio, la Mezza Maratona del VCO non è stata disputata. Ecco un riassunto del comunicato firmato dal Sindaco del Comune Gravellona Toce, Gianni Morandi, dal Presidente dell'A.S.D. Gravellona Toce, Gian Carlo Ferrario, e dal Presidente dello Sport PRO-MOTION A.S.D. Paolo Ottone, che danno l'arrivederci al 2020.

 "Buongiorno a tutti, a seguito dell’incontro pubblico dove si è discusso del futuro della manifestazione in oggetto e dove la società Sportiva Sport PRO-MOTION A.S.D. ha espresso il reale interesse ad organizzare questo evento, è seguito un incontro dove hanno preso parte le tre parti firmatarie di questo comunicato stampa. In quest’occasione son state discusse le basi per il futuro di questa manifestazione giunta alla sua 23^ edizione; di comune accordo si è deciso che la soluzione più logica ed in grado di dare un futuro certo sia quella di affidarla a Sport PRO-MOTION A.S.D., società sportiva che organizza i più grandi eventi sportivi della Provincia del VCO.

Il progetto vedrà un periodo di avvicinamento alla 24^ edizione che si terrà in autunno 2020, percorso che prevede alcune iniziative che avranno l’obbiettivo di riportare questa storica gara podistica ai numeri del passato.

Si passerà da una rivisitazione dell’immagine, da un piano di promozione in Italia ed all’estero e soprattutto da molti accorgimenti che mireranno ad aumentare i numeri dei partecipanti e del pubblico.

L’ A.S.D. Gravellona Toce affiancherà gli organizzatori per garantire il supporto tecnico-organizzativo necessario ed il Comune di Gravellona Toce sarà a supporto per tutti gli aspetti legati alla messa a disposizione delle aree, delle strutture, e dei permessi necessari per l’evento.

Giancarlo Ferrario: “L’ A.S.D. Gravellona Toce, che già collabora attivamente con le manifestazioni organizzate da Sport PRO-MOTION A.S.D., ritiene che la Mezza Maratona Del VCO  possa beneficiare dell’esperienza organizzativa di questa società sportiva che da tantissimi anni gestisce eventi di alto livello. Paolo ed il suo gruppo di lavoro sono persone che saranno capaci di mettere in campo tutta la loro professionalità per portare avanti una gara podistica che è stata il primo evento podistico di massa nel VCO e che merita un grande futuro”.

Gianni Morandi: “La nostra amministrazione, pur prendendo atto con rammarico dell’impossibilità di organizzare la competizione anche per l’edizione 2019, condivide e sostiene la decisione della società gravellonese A.S.D. Gravellona di affidare alla Sport PRO-MOTION A.S.D. la responsabilità di organizzare le prossime edizione della prestigiosa manifestazione. Siamo sicuri che dalla collaborazione di queste importanti realtà, l’edizione numero 24 che si terrà nel 2020 sarà la prima di una lunga serie di nuove edizioni che avranno nuovo slancio, nuovo entusiasmo e faranno nuovamente crescere la partecipazione  e il successo di quella che è sempre stata nota per essere una delle gare meglio organizzate in Italia. Il nostro supporto sarà garantito”.

Paolo Ottone: “Per poter rilanciare un evento che merita di ritornare ad alto livello e per poter mettere in atto tutte le novità che abbiamo in mente insieme ai piani promo-pubblicitari, ci vogliono tempi tecnici che a sei mesi dall’ipotetica data 2019 non ci sono. Preferiamo quindi lavorare da subito per poter presentare l’edizione 2020 a settembre in concomitanza all’apertura delle iscrizioni. Ci sembra questa la via più professionale per poter gestire questo delicato passaggio”.

 

Avete presente quando un amico Vi chiama per proporre una gara che non avete mai fatto? E Voi rispondete che forse non è il caso, ma alla fine, per il quieto vivere, ci andate… Ecco, a Jonathan Busby è successa una cosa simile, peccato che a chiamarlo non sia stato un conoscente, ma i dirigenti della federazione di atletica di Aruba e la gara erano i 5000 metri mondiali a Doha, ieri 27 Settembre.

Se pensate che Aruba sia solo un dominio e-mail e trovate strano che un suo rappresentante possa disputare dei campionati mondiali, siete in ottima compagnia. Invece no, Aruba è una stato indipendente. Un’isoletta ex colonia olandese nel Mar delle Antille.

Sfruttando la wild card offerta dalla IAAF, Jonathan può schierarsi al via, sebbene non abbia conseguito il crono minimo di qualificazione. Anzi, per essere precisi, senza aver alcun tempo sulla distanza registrato in stagione… Per il trentatreenne è un massacro. E vorrei vedere Voi se andaste a fare un 5000 ed in batteria Vi trovaste con tutti quei califfoni in gara. C’è anche il nostro Crippa che peraltro fa la stessa fine di Busby, eliminato pure lui. Al ritorno a casa Jonathan potra dire che si, è stato eliminato, ma è stato sfortunato perché è finito in una brutta manche. Pensate che non ce l’ha fatta nemmeno Yeman, ;-)

La storia però non finisce qui. E’ adesso che viene il bello. Busby in gara va in crisi. Complice l’emozione, un inizio troppo veloce ed il clima da sauna di Doha. Però non è in ultima posizione, dietro c’è un collega. Probabilmente anche lui non è lì per meriti tecnici, ma solo per consentire alla IAAF di piantare un’altra bandierina-stato sulla torta di questi mondiali. Si tratta di Braima Sunclar Dabó, proveniente dalla Guinea Bissau. Busby all’ultimo giro crolla e si accascia sulla pista, disidratato e quasi incosciente. Il buon samaritano Dabò però non lo sorpassa. Potrebbe far finta di nulla, evitando l’ultima posizione. Invece si ferma e lo sorregge, accompagnandolo per i 250 lunghissimi metri che mancano al traguardo.

La scena manda in delirio il pubblico del Khalifa Stadium e consente a Busby di chiudere insieme a Dabó in 18’10” e qualche centesimo, tempo che non gli avrebbe consentito di vincere nemmeno un campionato regionale master nelle categorie dove i concorrenti cominciano ad avere i capelli bianchi. Prima di crollare al suolo, da buon tapascione, Busby ferma il cronometro del suo GPS. Verrà squalificato, ma è già entrato, insieme a Dabó, nella storia dell’atletica.

Domenica scorsa 22 Settembre, ho partecipato alla DJ100, evento ciclistico con partenza da Milano, zona velodromo Vigorelli, per rimanere in tema. Percorso velocissimo che portava a Castano Primo, si proseguiva in direzione Abbiategrasso per poi tornare a Milano, coprendo appunto 100 chilometri. Per quel poco che capisco di questo sport, ancora meno che di running, il che è tutto dire, si è trattato di una manifestazione molto ben organizzata. Pensate che il tracciato era presidiato con traffico praticamente bloccato ad ogni incrocio o semaforo. Peraltro ho notato che in città gli automobilisti non fanno discriminazioni tra runner o amanti della bicicletta. Quando vengono bloccati esprimono il loro disappunto con analogo vigore ;-).

Immagino che a questo punto alcuni di Voi abbiano interrotto la lettura per verificare se podisti.net avesse cambiato nome in ciclisti.net. State tranquilli, non è così ed ora cercherò di arrivare al punto. Per partecipare e divertirmi in questa gara, ho dovuto presentare i dati relativi al mio tesseramento presso la FCI, la Federazione Ciclistica Italiana. In caso contrario avrei dovuto fare una specie di tesseramento giornaliero, come avveniva anche per la FIDAL nell’era pre Runcard. In tutti i casi la manifestazione era sotto l’egida della FCI. La stessa cosa succede quando Radio DJ organizza gare di Triathlon. Anche in questo caso mi risulta che la FiTri sia pienamente coinvolta.

Come ricorderete, prima di occuparsi anche di altre discipline, la grande passione per lo sport del DJ Linus è partita con il running. Le prime DJ Ten riguardavano appunto delle corse da dieci chilometri a Milano poi abbinate all’opzione sui cinque che col passare del tempo sono state replicate con successo in altre città in tutta la penisola.

Da qualche anno a questa parte, la FIDAL, almeno a Milano, è stata completamente tagliata fuori. Non conosciamo il motivo di questa “scomunica”, che ai nostri occhi appare ancora più strana, alla luce della costante collaborazione della DJ con FCI e FiTri. Noi pensiamo sia un vero peccato, in quanto insieme alla parte più ludica e non competitiva, ci sono anche tanti agonisti che partecipano.

Ormai per la DJ Ten, programmata nel capoluogo lombardo per il prossimo 13 Ottobre, è troppo tardi. Sarebbe bello che per il 2020 anche la FIDAL fosse nuovamente coinvolta in questa giornata milanese di festa della corsa. Anche perché, a ben guardare e senza alcuna intenzione polemica, ad esempio la DJ Ten romana, prevista il 24 Novembre prossimo venturo, avrà anche l’opzione agonistica FIDAL. Se questo articolo potesse contribuire, seppure in minima parte, a riaprire la collaborazione tra FIDAL Lombardia ed un organizzatore di grande successo come DJ Linus, ne saremmo lieti.

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