Direttore: Fabio Marri

* Per accedere o registrarsi come nuovo utente vai in fondo alla pagina *

Rodolfo Lollini

Rodolfo Lollini

Sabato 19 ottobre si è disputata la prima edizione de “Il Miglio di Milano”. Non che nel capoluogo lombardo non si fosse mai gareggiato sui 1609,34 metri, ma è indubbio come questa volta l’evento sia stato messo in piedi in grande stile da dei professionisti della comunicazione come quelli di Havas, in collaborazione con Atleticom, gli organizzatori del Miglio di Roma e con il fattivo supporto dell’esperto team del Club del Miglio, il circuito attivo da ben 17 anni su questa distanza. Con queste premesse era difficile che qualcosa non andasse per il verso giusto ed infatti il programma si è svolto in maniera regolare.

Tracciato molto interessante che partiva a ridosso dell’Arco della Pace ed entrava nel Parco Sempione. Dopo aver aggirato esternamente l’Arena, i corridori proseguivano verso l’uscita del parco all’altezza della porta Trionfale dell’impianto. Passati a fianco dell’Acquario civico, raggiungevano poi Piazza Castello, dove era situato il traguardo. Percorso molto tecnico, con diverse curve. Fondo misto tra ghiaia, pavè ed asfalto. Ottimo per rendere la gara ancora più divertente e combattuta anche se a discapito dei tempi finali.

Nel villaggio in piazza Castello era a disposizione tutto quello che rende perfetta una gara prima e dopo la corsa: spogliatoi, servizi igienici, deposito borse oltre a diversi interessanti stands tra cui quello di ADES, Diabete e Solidarietà, dove era possibile effettuare gratuitamente uno screening e un controllo glicemico. Oltre a quello del main sponsor, una notissima casa di pneumatici. Da loro abbiamo appreso che in un pneumatico il limite minimo del battistrada è 1,60934 millimetri, ovvero un milionesimo di miglio, giusto per restare in tema.

Si è cominciato alle ore 13 con le batterie a tema, tra cui la DOGSMILE, ovvero accompagnando il proprio cane ed il FA-MIGLIO, staffetta tra famiglie. Non sono mancate le gare tra colleghi d’azienda e tra i rappresentanti di università, come nella migliore tradizione anglosassone su questa distanza. Per la cronaca il primo ateneo ad entrare nell’albo d’oro è stato il Politecnico di Milano. A seguire si sono disputate le altre manche dei non competitivi. Tra i partecipanti era presente anche la showgirl Federica Fontana, volto noto a molti telespettatori.

Verso le 16 si è entrati nel vivo con gli atleti agonisti tra cui i primi tre classificati per categoria nella classifica generale del Club del Miglio 2019. Il circuito che prevedeva ben dieci prove a cui partecipano molti tra i migliori mezzofondisti master a livello nazionale. Teoricamente gare passerella, non valevoli per la classifica finale del "Club", ma in pratica nessuno si è tirato indietro.

Gran finale con gli atleti elite, poi premiati da Genny Di Napoli, primatista italiano su molte distanze del mezzofondo tra cui il miglio ed ambassador della manifestazione. Tra le donne ha vinto Caroline Makandi Gitonga, keniana che è di casa nel nostro paese. Il suo crono è stato 5’06”28. Seconda Irene Vian (Atletica Riviera del Brenta) in 5’09”23. Terza Serena Troiani (CUS ProPatria Milano) con 5’09”76. Al maschile entra nella storia del Miglio di Milano Soufiane El Kabbouri (CUS Torino) in 4’20”40 che brucia di un solo centesimo Mohamed Zerrad (Atl Biotekna Marcon). Terzo l’uruguagio Santiago Catrofe in 4’21”82. Come accennavamo sopra, si tratta di ottimi crono su quel tipo di percorso, reso peraltro umido dalle pioggie mattutine che fortunatamente nel pomeriggio hanno risparmiato gran parte dei concorrenti. Buona la prima a “Il Miglio di Milano”.

E’ caduto il velo sul nuovo tracciato del Trofeo Montestella che abbandona il centro scolastico di via Natta ed i relativi tratti su strada pubblica per passare ad una soluzione tutta verde. Ne parliamo col direttore della gara, Paolo Nobili, molto concentrato sugli ultimi preparativi, prima di domenica 27 Ottobre: “Il tracciato della 17^ Edizione del Trofeo Montestella - Memorial Cristina Lena è nuovissimo e completamente immerso nel verde del parco di Trenno, ma praticamente tutto su fondo asfaltato.
Il primo giro è più breve, fino all'altezza dello storico Milan War Cemetery, onde evitare possibili doppiaggi. Nella seconda tornata gli atleti si spingeranno fino all'estremità meridionale del parco, lambendo il confine con la via Novara, per poi costeggiare il trotter e l'Ippodromo La Maura, su un rettifilo dove sarà possibile scatenare tutti i cavalli prima dell'eccitante fase finale. Ringrazio il fotografo Roberto Mandelli per questa splendida panoramica orientata Sud-Nord, che rende bene l’idea. Preciso solo che quello che vedete è un disegno di massima, se volete tutti i dettagli potete cliccare qui. In ogni caso, non preoccupatevi, pensate solo a correre e divertirvi. Il percorso sarà ben indicato e presidiato. Arrivederci a tutti a domenica 27 Ottobre al Centro US Viscontini, in via Ferdinando Giorgi 10 – Milano. Partenza alle 9, ora solare. Ricordo a tutti che nella notte tra sabato e domenica si riportano indietro le lancette di un ora e quindi arriveremo tutti più riposati”

A qualche giorno dall’impresa di Eliud Kipchoge a Vienna, vorremmo tornare sulla corsa di sabato con un commento, sebbene non autorizzati da tutti, perché ad esempio Orlando Pizzolato, sul suo profilo facebook scrive: “…credo che sulla sua impresa possano esprimersi con diritto solo coloro che sanno cosa vuol dire correre al ritmo che ha corso lui per 42km”. Io purtroppo ho corso proprio lo stesso giorno un 200 metri, peraltro in gara minore, ma ufficiale. Ed il ritmo è stato praticamente lo stesso. Quindi mi mancherebbero ancora 42 chilometri. Però scarsi... Ciononostante, mi avventurerò in questo scritto.

Il migliore e il primo a poterci provare. Che a nostro opinabile avviso, Kipchoge sia il più bravo in circolazione e forse il miglior maratoneta di tutti i tempi, lo sosteniamo, crono e palmares alla mano, da tempi non sospetti, come potete leggere in questo pezzo dell’anno scorso. Quindi se c’era qualcuno in giro che avesse il “diritto” di provarci era proprio lui.

Entusiasmante. Anche lo spettacolo è stato molto interessante e coinvolgente. Dalla location scelta, alla cornice di pubblico, passando per il perfetto balletto dei cambi terminando, in ordine d’importanza crescente, per la prestazione atletica, condita da uno stile impeccabile. Di lepri, scie ed altro parleremo dopo, ma in assoluto pensiamo di aver assistito a due ore entusiasmanti per chi ama la corsa.

Incontrollato. Qui veniamo alle dolenti note. Mentre almeno a Monza, durante il primo tentativo nel 2017, la gara si era svolta sotto l’egida della FIDAL e con Giudici presenti, qui temiamo non ci sia stata neanche l’ombra di IAAF, Federazioni o quantomeno di un ente terzo a controllare. Abbiamo navigato su tutto il sito https://www.ineos159challenge.com/ per trovare qualche riscontro, ma senza successo. Quindi niente giudici, niente controllo antidoping, nessuna omologazione del percorso, con successivo ricontrollo della distanza quando si verifica un record. Niente di niente. Per carità, siamo tutti onesti, tutti garantisti, tutti in buonafede, ma quando la figura del controllore e del controllato si fondono, noi non ci sentiamo a nostro agio. 

Incomparabile. E’ possibile comparare questa impresa con il record mondiale di 2h01’39”, peraltro detenuto dallo stesso Kipchoge? Assolutamente no e non solo per la mancanza di giudici, ma per le stesse irregolarità che avevano invalidato la prova di Monza: un esercito di lepri che si alternavano davanti e poi si riposavano a bordo pista, una vettura con il cronometro probabilmente troppo vicina, indicazione laser del ritmo da seguire, rifornimenti volanti e di sicuro ci siamo dimenticati qualcos’altro. 

Irripetibile. In assenza di regole e di controllo, la prova risulterà irripetibile. Certamente Kipchoge o altri, insieme al munifico sponsor, possono riprovarci, anche se probabilmente il keniano nel 2020 è più interessato al bis olimpico. Il problema è che senza regole e controllori, chi non ci dice che la prossima volta l’auto cronometro, ma anche frangivento, non stia un metro più vicina? Che al posto di 41 lepri (35 più riserve) in squadre di 7 non si passi a 80? Che invece di partire da un cavalcavia su un ponte, guadagnando di sicuro qualcosa rispetto alla piatta Monza, non si parta da più in alto. Magari si riprova a Torino, partiamo da Superga e ci spariamo 300 metri abbondanti di dislivello. E non provate ad evocare regole non scritte e nemmeno controllate sabato scorso.

1h59’40”: entusiasmante, incontrollato, incomparabile, irripetibile.

Festa dell’atletica sabato 12 ottobre a Carate Brianza (MB), in occasione 8° Miglio Memorial Gino Riva. Decima ed ultima tappa della 17^ edizione del Club del Miglio, prima delle premiazioni e gare-passerella fuori classifica, previste per il successivo sabato 19 Ottobre al Miglio di Milano.

Come da tradizione, il campo sportivo in via XXV Aprile è stato invaso da tantissimi giovani ed entusiasti mini-atleti che si sono misurati sulle varie distanze. Dai 201,2 metri dell’ottavo di miglio (Esordienti C) a salire ai 400 (Esordienti A e B) e 1000 metri (Ragazzi e Cadetti). Segnaliamo nei 1000 metri Cadetti il 3’30”60 di Chiara Testa (Multisport Cantù) ed il 2’50”68 di Paolo Cascade (Fanfulla), mentre a livello Ragazzi i migliori crono sulla stessa distanza sono stati: 3’15”88 di Virginia Mutti (Pro Patria Milano) e 3’12”98 di Andrea Zanetto dei Daini Carate, la società locale.

Complimenti ai padroni di casa per la perfetta organizzazione comprensiva di un ottimo timing, premiazioni incluse. Cerimonia che ha visto presenti Eleonora Frigerio, Assessore allo Sport del Comune di Carate Brianza e Sergio Ottolina. Per i più giovani ricordiamo che l’azzurro ha disputato ben quattro finali olimpiche e conquistò un bronzo agli europei del 1962 sui 200 metri. Distanza di cui è stato anche recordman europeo con 20”4 nel 1964, quando le piste erano in terra battuta…

Ottolina ha ovviamente premiato i duecentisti, specialità inserita nel programma insieme al salto in alto, nell’ambito della quarta ed ultima tappa del concorso “Oltre al Miglio c’è di più”, gemellato con il “Club del Miglio”. A questo proposito, anche se siamo un sito dedicato al fondo ed al mezzofondo, ci permettiamo di segnalare il sedicenne Alberto Murari dell’Atletica Adige che ha saltato 2,01 e fallito di un soffio quota 2,05. Speriamo di risentirlo nominare in futuro.

Nel miglio la manche elite ha visto in azione Mattia Moretti. Il carabiniere ha messo tutti in fila col tempo di 4’24”70, mentre tra le donne miglior crono di giornata per Lara Pellicoro, la Junior della Bracco Atletica che ha chiuso in 5’11”68. Per ogni dettaglio troverete qui il link con le classifiche FIDAL.

In merito alle classifiche finali del Club vi daremo conto in un articolo dedicato, per il momento arrivederci a sabato prossimo, ricordando che il Miglio di Milano è aperto a tutti, anche con batterie non competitive o per chi non ha disputato le tappe del Club del Miglio.

Domenica 13 ottobre si è nuovamente celebrata quella festa della corsa che si chiama DJ Ten, giunta alla sua 15^ edizione. Formula collaudatissima con le due opzioni sui 5 e 10 chilometri e tanta gente che magari corre una sola gara, se possiamo chiamarla così, all’anno. A questo proposito, invece d’inserire una foto dell’edizione 2019, con la marea di magliette verdi che ha invaso Milano, torniamo all’edizione in azzurro un anno indietro. Ecco l’emblematica foto della prima fila alla partenza 2018: tante belle ragazze sorridenti, il cui vero obiettivo è quello di essere fotografate, qualche improbabile atleta ed un paio di runner “seri”, ai due estremi. Quello a destra è serissimo. L’unico a cui sembra importante concentrarsi, partire bene, piazzarsi meglio e fare un buon tempo.
La DJ è così, prendere o lasciare: un evento. L’aggettivo "agonistico" non è tra i più indicati per descriverla. Sono tutti lì, felici di pagare tra i 18 ed i 20 euro.

Ne parliamo con un testimone oculare, Maurizio Di Girolamo, atleta del Gruppo Sportivo La Michetta, grande amante della fotografia e che sta realizzando un progetto fotografico legato alle due anime del podismo (ma di questo parleremo in futuro in un articolo interamente dedicato). Senior categoria SM55, con alle spalle 14 maratone e moltissime mezze, essendo fermo per acciacchi ha svolto servizio d’ordine all’incrocio di via Mengoni: “E’ andato tutto bene. Dopo le tre ondate per la dieci, alle 10.45 circa è partita la DJFive. E’ impressionante notare come praticamente tutti indossassero la maglietta ufficiale della corsa. Perché lo chiede Linus? Forse, ma in realtà a tutti piace identificarsi con la corsa. Anche perché non essendo una gara FIDAL non ci sono obblighi di nessun genere nei confronti della federazione o del club di appartenenza, per chi è tesserato. Ma vedevi anche, alle lunghe file al metal detector, come la gente non ci pensasse, anche se aspettava il doppio dei tempi di attesa in fila alla Posta. Al mio varco tutto tranquillo, si è lamentata solo una comitiva di russi ed alcuni fedeli diretti al Duomo per la Messa domenicale. Volevano attraversare il percorso. Per ritornare alle differenze con le gare “tradizionali”, nella 5 chilometri c’erano moltissime famiglie con carrozzine, bambini e cani al seguito. In percentuali altissime rispetto al solito.”

Percorso glamour tra Duomo, San Babila e quadrilatero della moda, Brera, Sempione, City Life Tre Torri per terminare all’Arena Civica, unica struttura in grado di ospitare la massa dei partecipanti alla dieci km. Già che ci siamo, parliamo di numeri. 19859 arrivati per la dieci (erano stati 23088 nel 2018) e 9613 per la cinque (9545), per un totale di 29472 finisher, con un saldo negativo di 3161 unità, circa il 10% rispetto all’anno scorso. Senza nulla togliere al successo della manifestazione ed ai suoi numeri elevati, dopo una continua crescita anche la DJ milanese forse comincia a risentire del trend negativo che peraltro sta toccando le singole gare di running da ormai qualche anno.
Questo anche per completezza ed esattezza d’informazione, in quanto già sappiamo che la stragrande maggioranza dei media parlerà della "carica dei quarantamila".

Concludiamo ricordando il convitato di pietra a questa festa del running, o meglio il non invitato, in quanto il Presidente Gianni Mauri (e con lui la FIDAL Lombardia) non ci sembra persona minacciosa. A differenza di quanto accade per esempio per la DJ Ten a Roma, qui la FIDAL non la vogliono tenere in considerazione.
Per chi fosse interessato, su questo tema abbiamo dedicato un articolo che potete leggere cliccando qui.

Domenica scorsa a Doha si è conclusa la 17^ edizione dei campionati mondiali di atletica che hanno visto gli azzurri salire sul podio appena una volta, per merito di Eleonora Giorgi sui 50 chilometri di marcia. Grazie a questo bronzo quantomeno siamo inclusi nel medagliere, sebbene in 31^ posizione, ma per cercare di fare un bilancio più oggettivo e comprensivo delle prove degli azzurri non medagliati, ci affidamo al “Placing Table” della IAAF, ovvero la tabella che raccoglie tutti i piazzamenti per disciplina dal 1° fino all’8° posto, assegnando 8 punti per l’oro, 7 per l’argento e via via scendendo fino ad 1 punto per l’8° posto, come ad esempio quello conquistato da Crippa sui 10000 metri.

In questa classifica, dominata dagli USA con 310 punti, con la bellezza di 16 punti l’Italia si trova al 26° posto, in compagnia di Svizzera e Bahamas… Una posizione di rincalzo e che ormai ci appartiene da anni. Finiti i bei tempi della prima edizione dei mondiali ad Helsinki, dove avevamo raccolto 43 punti grazie anche all’oro di Cova sui 10000, l’argento della 4x100 uomini ed il bronzo di Mennea sui 200, oltre a tanti altri piazzamenti di prestigio che ci avevano proiettato all’8° posto tra le nazioni.

Quello che vedete nel grafico, preparato in esclusiva per i lettori di Podisti.net, è l’evoluzione dei punti conquistati dall’Italia in tutte le edizioni dei mondiali e l’inesorabile declino, complice certo una globalizzazione dell’atletica, ma anche per nostro demerito.

Nello scorso secolo eravamo fissi nella top ten, poi siamo passati alla fascia tra il decimo ed il ventesimo posto. Pechino 2015 ha ufficializzato lo scivolamento oltre la ventesima posizione del ranking, Londra 2017 oltre la trentesima. Speriamo che il 26° posto di Doha non sia un “rimbalzo”, per usare un termine dei borsisti quando registrano un rialzo di breve durata nel contesto di una continua fase discendente.

Spesso le conferenze stampa sono momenti un po’ noiosi ed invece lunedì 7 Ottobre la presentazione del Miglio di Milano è stata piacevole quanto interessante. Padrona di casa a Palazzo Marino, nella sala Brigida, non poteva che essere l’Assessore al Turismo, Sport e Qualità della vita, Roberta Guaineri. Grande sportiva a cui è stato consegnato il pettorale numero 1609, la lunghezza in metri di un miglio e che ha ribadito l’interesse dell’amministrazione per questi avvenimenti che mescolano cultura, sport, solidarietà alla bellezza del semplice stare insieme. Non a caso il motto della manifestazione, ben in vista sulle magliette commemorative è RUN.LIVE.SMILE con il simpatico gioco di parole e colori tra smile ovvero sorridere e mile, miglio.

Il moderatore Luca della Porta ha poi lasciato al parola agli organizzatori della Havas ed in particolare a Federico Fantini che ha descritto come si svilupperà il pomeriggio del 19/10 prossimo venturo. Si correrà su di un tracciato che partendo dall’Arco della Pace e toccando il Parco Sempione, terminerà in Piazza Castello. Ci saranno batterie destinate alle corse con i cani (DOGSMILE), sfide tra università, come nella tradizione anglosassone su questa distanza. Sfide a staffetta tra famiglie con 3 o 4 elementi a passarsi il testimone (FA-MIGLIO). Gare tra colleghi di azienda per non dimenticare l’aspetto corporate. Si passerà poi ad altre manche per non competitivi in un crescendo rossiniano che porterà ai migliori atleti master italiani, vincitori delle varie categorie del Club del Miglio a sfidarsi fra loro in una gara passerella, a preludio della premiazione del circuito sul palco davanti al Castello Sforzesco.

Gran finale con una manche elite, per la quale i nominativi sono ancora top-secret. Camillo Franchi Scarselli di Atleticom, patron del Miglio di Roma e responsabile dell’ingaggio dei top runner, non si è voluto sbilanciare. I mondiali a Doha erano terminati solo da un giorno. Più loquace nel descrivere il miglio romano, gemellato con Milano e che da quattro anni si disputa sulla velocissima via del Corso che guarda caso è lunga proprio 1609 metri. La corsa capitolina che ripercorre un’antica tradizione cominciata nel 1472 e durata quattro secoli, è attualmente il miglio più veloce d’Europa grazie al tempo di 3’54”80 stabilito dal keniano Melly lo scorso 12 maggio.

Assente giustificato il presidente FIDAL Lombardia Gianni Mauri che non ha voluto far mancare un suo messaggio di plauso alla manifestazione.

Si è chiuso con l’ambassador della gara, quel Genny Di Napoli che ancora oggi è il primatista italiano e che è ritornato sui suoi record, sulle tante vittorie ed anche sulle sconfitte, ricordando le sue dodici esperienze al miglio di New York dove veniva pagato in contanti da tale Donald Trump. Di Napoli preparerà la gara insieme ad un gruppo di ragazzini, riscaldandosi con loro e correndo con loro una batteria. Partendo per ultimo e cercando di raggiungere tutti i partecipanti.

Chiudiamo sottolineando che per ogni iscrizione, 2 euro saranno donati alla ONLUS Fondazione Francesca Rava a sostegno del loro ospedale pediatrico ad Haiti dove assistono migliaia e migliaia di bambini. Il loro stand sarà presente nel villaggio così come quello dell’associazione ADES, Diabete e Solidarietà dove sarà possibile effettuare gratuitamente uno screening e un controllo glicemico. Verifica più che mai opportuna se si pensa che in Italia circa un milione di persone è malata di diabete senza saperlo.

Domenica, 06 Ottobre 2019 23:49

Chiavenna (SO) - 3° Miglio della Brisaola

E’ sempre bello correre a Chiavenna, sulla pista azzurra come il cielo e tutta circondata da una gradevolissima cornice di montagne. Situazione insolita per chi arriva dal centro della pianura padana. Il centro sportivo sito in Piazza Falcone e Borsellino è come al solito preso d’assalto da tanti ragazzi che si divertono su distanze più brevi. Per i senior, prima dei classici 1609 metri, sono previste due gare “alternative”, nell’ambito del circuito “Oltre al Miglio c’è di più”, gemellato col Club del Miglio. Questa volta ci si poteva cimentare sui 400 metri ed il salto in lungo. Unico neo meteorologico, un forte vento che ha disturbato le gare di salto e poi, aumentando la sua intensità, ha letteralmente sferzato i mezzofondisti. Praticamente si correva in salita sul rettilineo opposto alle tribune e specialmente sulla seconda curva. Ma i padroni di casa del GP Valchiavenna sono stati come sempre impeccabili organizzatori ed anche generosi con tutti, partecipanti e premiati che hanno portato a casa gustose leccornie locali.

Venendo ai risultati, nei 1000 metri ragazze la migliore è Sofia Sidenius con 3’18”12, mentre nelle cadette è Elisa Rovedatti con 3’14”14. Tra i ragazzi Daniele Ciaponi con 2’57”59. Per i cadetti Tommaso Bonetta in 2’52”12. Nel lungo Dario Pensa, Allievo classe 2003, sigla la migliore misura con 5,62m. Sui 400m Diana Secchi è la migliore con 1’03”98 e Raffaele Saraceni in 54”80 tra i maschi

Nel Miglio,  prima della classe, come a Segrate, è l'allieva classe 2002 Sara Gandolfi con 5’30”78. La miglior prestazione cronometrica in assoluto è stata appannaggio di Cristian Menghi che ha dominato la serie Elite maschile in 4’34’’18, precedendo Luca Molteni e l’immarcescibile SM45 Riccardo Lerda.  I risultati in dettaglio, seppur ufficiosi in quanto dal sito facebook Club del Miglio, li trovate qui

Sentenze definitive sabato prossimo, 12 Ottobre a Carate Brianza (MB), dove i Daini ospiteranno il 7° Miglio “Memorial Gino Riva”, mentre il 19 ci sarà la passerella e le premiazioni del circuito, in occasione del Miglio di Milano che si correrà  sull’affascinante tracciato tra l’Arco della Pace ed il Castello Sforzesco.

Con grande prontezza e precisione, il collega Lorenzini ci ha informato della squalifica per 4 anni da parte dell’agenzia antidoping americana (U.S.A.D.A.) a carico di Alberto Salazar, personaggio quantomeno chiacchierato fin dai tempi della sua carriera di atleta.

Salazar, non è un allenatore qualsiasi, anzi fino all’altro giorno si poteva tranquillamente sostenere che fosse il migliore, quello con maggior successi, stante la lunghissima lista di atleti che seguiva. Lunga ma soprattutto prestigiosa. A partire dal quattro volte campione olimpico, il britannico Mo Farah, per passare ai top maratoneti USA Galen Rupp e Kara Goucher, fino a Sifan Hassan, l’olandese fresca campionessa mondiale a Doha sui 10000 metri.

Lasciando sempre valida la presunzione d’innocenza ed attendendo l’esito finale dei vari gradi di giudizio, permetteteci di prevedere che alla fine dell’iter la condanna venga confermata.

A questo punto ci auguriamo vivamente che la storia non finisca così, in quanto se l’allenatore promuoveva certe pratiche è chiaro che lo faceva con degli atleti. Molto probabilmente i suoi atleti. Verosimilmente con i migliori. Perché va bene tutto, però se proprio devo rischiare qualcosa, lo faccio per un risultato. Altrimenti mi brucio per dopare un amatore?!? Ammesso e non concesso che ce ne siano tra i runner della sua scuderia targata Nike Oregon Project, con il colosso americano pronto a prendere le distanze dalla vicenda.

Quindi attendiamo di conoscere i nomi. Vediamo già che in rete alcuni tifosi di questo o quell’atleta hanno cominciato a scrivere che no, tizio non è allenato da Salazar. Ma se lo è stato un anno fa, i termini della questione non cambiano, una volta stabiliti modi e periodi. Per esempio la Goucher lo ha lasciato nel 2011, se non andiamo errati. Altri però molto più recentemente, forse sentendo puzza di bruciato?

In caso contrario, questa vicenda diventerebbe un’altra Operacion Puerto dell’atletica, ovvero un grande scandalo che avrebbe coinvolto una sessantina di ciclisti, probabilmente le squadre dei migliori oltre a sportivi di altre discipline. Ripetiamo, un grande scandalo quello del dottore spagnolo non solo per la notizia in se ma per i risultati della vicenda. Perché dal 2006 ad oggi non siano state mai analizzate le sacche di sangue “trattate” e che avrebbero portato con grande facilità ai loro proprietari.

Fuori i nomi degli atleti dopati da Salazar.

Giovedì, 03 Ottobre 2019 16:06

Perdere la gara per colpa di un tamponamento!

Domenica scorsa, 29 Settembre, si è svolta la 4^ Edizione della Mezza Maratona di Sondrio. Bella festa in una giornata soleggiata, nuovo primato cronometrico, record di presenze con più di seicento arrivati tra la gara principale ed una 10 chilometri.

http://podisti.net/index.php/cronache/item/4967-mezza-di-sondrio-tiongik-scaraventato-a-terra-vince-nyakundi.html

Tutto bene insomma? No, non esattamente, in quanto all’arrivo della maratonina è successo il fattaccio. A contendersi la vittoria finale erano restati due keniani, Paul Tiongik (GP Parco Alpi Apuane) e Dickson Simba Nyakundi (Run2gheter), con il primo atleta che ormai aveva preso un vantaggio dall’avversario, a pochi metri dal traguardo. Con le due freccie keniane lanciate ad almeno 25 all’ora verso il nastro d’arrivo, cosa succede? Avviene che sul tracciato ci sono altri corridori, peraltro nel loro pieno diritto, in quanto stanno terminando la loro fatica sui 10 chilometri. Non è colpa loro se per coprire quella distanza impiegano più o meno lo stesso tempo dei primi della maratonina. Uno di loro è in mezzo alla strada e decide di farsi da parte. Peccato che Tiongik scelga proprio quel lato per sorpassarlo. Il risultato è un violento tamponamento che fa cadere rovinosamente il leader della corsa a pochi metri da una sicura vittoria. Ne approfitta Dickson Simba Nyakundi per transitare in prima posizione in 1h03’01”. Il povero Tiongik si rialzerà e passerà il traguardo dopo 27”.

 

Pur comprendendo il desiderio degli organizzatori di proporre più gare in menù, è evidente come sarebbe stato opportuno avere arrivi separati per le due gare. Oppure stabilire un tempo limite di un’ora per l’altra gara. O costringere gli ultimi arrivati della 10 chilometri ad incanalarsi in un corridoio all’arrivo, oppure avere qualche responsabile più pronto di spirito in zona traguardo che bloccasse questi amatori...
In caso contrario, suggeriamo per la prossima edizione d’inserire nel pacco gara un modulo per la constatazione amichevole in caso d’incidente stradale…

Ultimi commenti dei lettori

Vai a inizio pagina